Il Fatto Quotidiano

Savona contro il Colle. E Di Maio si fa smentire

“Mattarella mi ha fatto un grave torto. Non ho mai voluto uscire dall’euro”

- » CARLO DI FOGGIA

“Ho subito un grave torto da Sergio Mattarella”. Stavolta, naufragato tutto, Paolo Savona si sfila i guanti. Verso le cinque del pomeriggio l’economista, sul cui nome è saltato i l governo M5S-Lega, spiega la sua in un comunicato su scenarieco­nomici.it, lo stesso a cui domenica aveva affidato il chiariment­o chiesto dal Colle, senza però convincerl­o (“vogliono un’Europa più forte, ma più equa”). Lo fa nelle stesse ore in cui Luigi Di Maio e Matteo Salvini accusano Mattarella di aver detto no a nomi alternativ­i a Savona, smentiti dal Colle.

L’ex ministro accusa il Ca- po dello Stato di aver ceduto a un “paradossal­e processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e ho ripetuto nel mio Comunicato”. Ricorda la sua linea citando l’editoriale sul Mat tino dell ’ eco nomi sta Jean Paul Fitoussi “in cui af- ferma correttame­nte che non avrei mai messo in discussion­e l’euro”, ma chiesto all’Ue di rispondere “alle richiesta di cambiament­o che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri”. È quella già ribadita: l’uscita dall’e ur o non la si persegue, ma ci si prepara se non si riesce a risolvere le criticità dell’eurozona trattando senza “rivelare i limiti dell’azione, o si è già sconfitti”. Cita anche Wolfgang Munchau ( Fin anci al Times): “L’euro è stato mal costruito per colpa della miopia dei tedeschi”. Poi l’affondo sulla strategia di Mattarella: senza “veti inaccettab­ili, perché infondati, il governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron, in- canalando le reazioni scomposte dei Paesi membri verso le decisioni che aiutino l’Italia”. Il sostegno francese sarebbe servito “a ll’i mpor tante Consiglio Ue del 28- 29 giugno”, che dovrà discutere il budget europeo, la revisione del trattato di Dublino (chiesta dall’Italia) e la riforma dell’eu rozona, dove Macron sperava nella sponda italiana contro Berlino.

Nelle stesse ore Di Maio rincara la dose smentendo che il problema fosse Savona. Attacca il Colle: “Avevo fatto arrivare nomi alternativ­i, come Alberto Bagnai (economista euroscetti­co) o Armando Siri, nomi della Lega, ma non andavamo bene perché nel loro passato avevano espresso posizioni critiche sull’Ue e mi è stato detto che le agenzie di rating o la Germania non le gradisce”. Il Colle smentisce (“ma i arrivati al presidente della Repubblica”) ma in serata Di Battista conferma la versione. Il leader M5S dice anche che il leghista Giancarlo Giorgetti, il nome che Mattarella voleva al Tesoro, si era tirato indietro spiegando di “non avere le competenze”. Poco dopo Giorgetti di fatto conferma, ma ammette che Salvini ha detto no alla richiesta di Mattarella. E sferra un altro colpo: “Potremmo riproporre Savona”. Del leghista, peraltro, spunta un video in cui spiega “le ragioni dell’uscita dall’euro”, imbarazzan­do ulteriorme­nte il Quirinale. Nessuno dalla lega conferma i nomi di Bagnai e Siri. Salvini non li cita ma conferma il no alle proposte alternativ­e: “Ci è stato detto che non può fare il ministro chi va in Europa per ridiscuter­e i trattati”.

Botta e risposta Il 5stelle: “Veto anche su altri nomi”. “Non è vero”. Giorgetti: “Potremmo ricandidar­lo”

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Ansa Bocciato Paolo Savona
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