I camionisti bloccano il Brasile: la strana alleanza con gli imprenditori
La popolarità del governo Temer a picco a pochi mesi dalle Presidenziali
Rio de Janeiro
Èancora
presto per dire se lo sciopero dei caminho
neiros, che da 8 giorni immobilizza il Brasile sia terminato. Domenica, il governo del presidente Michel Temer ha ceduto ulteriormente alle rivendicazioni degli autotrasportatori, tra cui la principale, la riduzione e congelamento per 60 giorni del prezzo del diesel. Il movimento dei caminhoneirosè diventato il simbolo di un’inconsueta alleanza tra lavoratori e imprenditori di destra e di sinistra, uniti dall’insoddisfazione contro il governo, ormai in caduta libera a pochi mesi dalle presidenziali del 7 ottobre. Il movimento si è allargato rapidamente on line, dopo che il governo ha ignorato ripetutamente gli appelli degli autotrasportatori sulle difficoltà tra economia stagnante e continui aumenti fiscali applicati sul prezzo del diesel. A maggio le aliquote sono state ritoccate 10 volte non solo dal governo, ma anche dalla nuova gestione neoliberale di Pedro Parente, presidente della società statale Petrobras profondamente ristrutturata dopo lo scandalo di corruzione della Lava Jato. E da domani dovrebbe iniziare lo sciopero proprio nel settore petrolifero.
Il governo accusa gli imprenditori di impedire ai camionisti di lavorare, nel tentativo di ottenere sgravi fiscali sulla produzione ridotta a causa della crisi. Il movimento si è mostrato sin dall’inizio eterogeneo, de- centralizzato e non organizzato sotto le consuete sigle sindacali - tanto che il governo lo ha paragonato alle “primavere arabe” e agli in
dignados spagnoli, ma in pochi giorni, il governo Temer è stato soggiogato dai camionisti attraverso la strategia dei blocchi autostradali che hanno impedito il transito nelle principali arterie autostradali privatizzate che, secondo gli autotrasportatori, sono anch’esse responsabili del lievitare dei prezzi e del costo della vita. Il governo ha ordinato a Polizia federale ed esercito di rimuovere i blocchi con la forza. Nonostante i disagi a causa della serrata (benzina quasi introvabile in tutte le principali città, trasporti pubblici a singhiozzo, scarsezza di cherosene negli aeroporti, voli cancellati e penuria di alimenti e medicine negli ospedali – la categoria riceve appoggio da popolazione, sindacati e maggior parte dei candidati alla presidenza.