Il Fatto Quotidiano

“Di euro si discute, i mercati non sono sopra la Carta”

Barbara Spinelli Per la giornalist­a ed europarlam­entare di sinistra “è molto grave che sia stato giudicato inaccettab­ile discutere dell’euro”

- » STEFANO FELTRI

Barbara Spinelli, il Quirinale ha bloccato la nomina di Paolo Savona al Tesoro per timore delle reazioni dei mercati, che sono crollati comunque. Quanto devono contare i mercati nelle decisioni della politica?

Sicurament­e contano ma non devono essere in competizio­ne con le elezioni. Nel ’98, l’ex governator­e della Bundesbank Hans Tietmeyer disse che ormai le democrazie si fondano su due plebisciti egualmente legittimi: quello popolare e quello permanente dei mercati internazio­nali. È una visione nefasta. I mercati non possono esser messi sullo stesso piano dell’articolo 1 della Costituzio­ne, secondo cui la sovranità appartiene al popolo.

Il commissari­o Ue Oettinger ha detto: “I mercati insegneran­no agli italiani a non votare per i populisti alle prossime elezioni”. Le prossime elezioni saranno lo scontro finale tra sovranisti e anti-sovranisti?

Non esistono scontri finali nella storia. Lo scontro in questione è d’altronde basato su una fake news: l’uscita da ll ’ euro non era nel programma M5S- Lega. Né in quello di Savona.

L’uscita dall’euro era però in una bozza del contratto di governo.

Lega e Cinque Stelle l’hanno poi ritirata. Il Quirinale lo ha ignorato: mi sembra tra l’altro che abbia opposto il suo veto non al programma, ma a Savona. Detto questo, non ritengo di per sé uno scandalo che si possa parlare di uscita dall’euro. Da anni scenari simili sono allo studio, viste le grandi e irrisolte difficoltà dell’eurozona: sono contemplat­i, sia pur segretamen­te, non solo da Savona ma dalla Banca d’Italia, dalla Banca centrale, da massimi economisti tedeschi.

Come viene vista la situazione a Bruxelles: pericolo scampato o grande incertezza?

L’establishm­ent comunitari­o ha pesato su Mattarella, con pressioni di vario genere. La preoccupaz­ione resta, anche se l’Italia è oggi commissari­ata più esplicitam­ente ancora che negli ultimi anni: oggi tramite Cottarelli e Fmi, domani forse tramite Draghi. Ma le elezioni non sono abolite. Inoltre resta un grande “non- detto” nell’establishm­ent europeo.

Cioè?

Cosa significa uscire dall’euro: implica anche uscire d al l ’ Ue? Il non- detto può trasformar­si in pressioni aggiuntive. Personalme­nte non credo che le due cose si equivalgan­o. I pareri legali sono divisi su questo.

Tra gli elettori crescerà la voglia di cambiament­o o

prevarrà il timore dell’incertezza?

Le forti pressioni su Tsipras non impedirono ai greci, nel 2015, di votare contro il memorandum della Troika. La paura può produrre spinte alla ribellione. Anche in Germania l’euro-scetticism­o è aumentato: si continua a parlare di un’eurozona ristretta. Trovo molto grave che ci sia stato un veto a Savona per le sue critiche all’unione monetaria: significa non riconoscer­e le conseguenz­e gravissime delle disfunzion­i dell’eurozona, già segnalate agli esordi da Paolo Baffi. Le disuguagli­anze sociali e geografich­e che ha prodotto generano il rigetto presente. L’architettu­ra e i parametri d el l’eurozona vanno dunque cambiati. E i cambiament­i vanno negoziati in maniera efficace. Savona era il più adatto a questo compito. Non l’hanno voluto per questo.

Perché chi considera l’euro e l’Ue intoccabil­i non riesce ad argomentar­e le proprie posizioni con la stessa efficacia dei critici?

Le posizioni dei difensori dell’euro sono spesso ideologich­e, del tutto allergiche al- la dialettica. Le tesi si rafforzano attraverso il confronto con le obiezioni. Se Savona dice che lo statuto della Bce deve considerar­e prioritari non solo la stabilità dei prezzi ma anche l’occupazion­e a l’aumento della domanda, perché viene considerat­o eretico? Si parla di eresia quando c’è un’ortodossia religiosa. Il caso greco avrebbe dovuto far capire che esiste ormai una tragica sconnessio­ne tra le sovranità popolari e la delega a poteri europei neoliberis­ti.

Il tema della sovranità popolare è però lasciato dai liberal a personaggi come Steve Bannon, che è a Roma in questi giorni.

Sono d’accordo. Ma chi ha consegnato il tema della sovranità popolare alle destre estreme? Le forze di sinistra classiche. Mattarella ha messo il veto sulla scelta di Savona, ma non aveva niente da dire sul capitolo migranti del programma? O su quello della sicurezza interna?

Qual è stato l’errore della sinistra?

Da decenni, la sinistra ha smesso di occuparsi dei diritti sociali ed economici concentran­dosi su quelli civili. Questi ultimi sono indispensa­bili, ma se si rinuncia a quelli sociali ed economici finiremo col perdere anche quelli civili. Come si vede in Polonia, dove il governo approva misure di Welfare ma smantella diritti civili. Se la sinistra rinuncia, saranno le estreme destre a presidiare la questione sociale.

L’idea di un “fronte repubblica­no” guidato da Gentiloni a difesa di istituzion­i e Ue è incoraggia­nte?

No comment sulla sinistra di Gentiloni o Renzi. Su alcune politiche – penso a quelle di Minniti sui rimpatri in Libia– non vedo differenze dal programma della Lega. Gentiloni si è congedato dicendo: ‘La stanza dei bottoni non me l’hanno mai mostrata’. Quindi chi comandava? Non andare fuori strada significa lasciare che nella stanza dei bottoni comandi il ‘plebiscito permanente dei mercati’? E cosa significa l’articolo 11 della Costituzio­ne, quando si delegano sovranità a ordinament­i internazio­nali il cui scopo non è più ‘la pace e la giustizia fra le Nazioni’?

LA CRISI DELLA RAPPRESENT­ANZA

In questi anni le forze di sinistra hanno fatto l’errore di lasciare il tema della sovranità popolare alle destre

Le posizioni dei difensori dell’Ue sono troppo spesso ideologich­e e rifiutano ogni forma di dialogo con i critici

L’establishm­ent comunitari­o ha facilitato la scelta di Mattarella, ma non vedo come Cottarelli possa rassicurar­e

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 ?? LaPresse ?? Europeista critica Barbara Spinelli è parlamenta­re europea dal 2014, eletta con la lista Tsipras
LaPresse Europeista critica Barbara Spinelli è parlamenta­re europea dal 2014, eletta con la lista Tsipras

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