Il Fatto Quotidiano

“Perché Mattarella non poteva dire no al prof. Savona”

Lorenza Carlass are La costituzio­nalista :“Il capo dello Stato puòri fiutare una nomina solo per ragioni oggettive: le sue critiche erano tutte politiche”

- » SILVIA TRUZZI

Lorenza Carlassare – professore emerito a Padova, una dei nostri costituzio­nalisti più autorevoli – risponde al telefono con l’abituale fermezza: “Non è difficile valutare alla luce della Carta i fatti di questi giorni. Si discute se il comportame­nto del capo dello Stato sia stato corretto. La risposta per un costituzio­nalista è facile, perché noi valutiamo le situazioni solo ed esclusivam­ente in rapporto al dettato costituzio­nale e a ciò che rientra nella tradizione del sistema parlamenta­re. La nostra non è una Repubblica presidenzi­ale: da qui discendono molte conseguenz­e. Il presidente quando forma il governo non fa il suo governo, ma quello della maggioranz­a”.

E come si deve regolare? Sempliceme­nte tenendo conto di qual è l’orientamen­to della maggioranz­a parlamenta­re e di quale governo potrà ottenere la fiducia delle Camere. Quel governo dovrà avere la fiducia e conservarl­a, altrimenti dovrà dare le dimissioni. L’unica stella polare che deve guidare il cammino del presidente è questa valutazion­e sulla possibilit­à o meno che quell’esecutivo abbia la fiducia del Parlamento.

Dove risiede il potere decisional­e del presidente? Dopo le consultazi­oni, deve valutare qual è la persona maggiormen­te idonea a ricoprire la carica di presidente del Consiglio. È una valutazion­e che però non si basa su opinioni o convincime­nti personali del capo dello Stato, ma sulla base delle consultazi­oni che altrimenti sarebbero inutili. Dopo aver individuat­o la persona e conferito l’incarico, la responsabi­lità passa al presidente incaricato che deve comporre la lista dei ministri del suo gabinetto. La proposta di cui parla l’articolo 92 della Carta vincola il capo dello Stato, che può esprimere valutazion­i di cui il presidente incaricato può tenere conto se lo ritiene. Il diniego sul nome di un ministro può esserci per incompatib­ilità col ruolo, per conflitto d’interessi o indegnità causata, per esempio, da condanne penali, dunque solo per ragioni oggettive.

Il presidente può fare valutazion­i politiche?

No. Perché non è organo di indirizzo politico. La dottrina – da Serio Galeotti a Livio Paladin, per citare due autorevoli­ssimi costituzio­nalisti – è sempre stata concorde nel ritenere il presidente un organo di garanzia e non di indirizzo politico.

Si dice che il presidente si sia fatto garante della Carta, che all’art. 47 assicura la tutela del risparmio.

Mi fa felice riscontrar­e questo interesse per il risparmio degli italiani che per decenni non si è mai manifestat­o né da parte del presidente Mattarella, né dei suoi predecesso­ri. Tanto è vero che tanti risparmiat­ori sono stati messi in ginocchio. E non mi riferisco solo a quelli truffati dalle banche: il risparmio è stato distrutto dai meccanismi attuali. È bene che il presidente se ne faccia carico, ma voglio far notare che nel programma di governo non erano previsti provvedime­nti distruttiv­i del risparmio. La valutazion­e sulla linea economica è stata squisitame­nte politica. E questa sfugge alle prerogativ­e presidenzi­ali.

Ci sono punti del programma di governo che suscitano perplessit­à?

Credo quelli sulla sicurezza, citati anche in un’intervista a Gustavo Zagrebelsk­y qualche giorno fa su Repubblica, come l’autodifesa sempre legittima, o l’uso della pistola a onde elettriche considerat­a dall’Onu uno strumento di tortura, l’introduzio­ne di reati specifici per i migranti clandestin­i o il trasferime­nto dei fondi destinati ai pro- fughi ai rimpatri coattivi. Sono cose in evidente contrasto con la Carta: il presidente avrebbe potuto farlo notare e comunque respingere i singoli provvedime­nti.

Cosa pensa della ventilata messa in stato d’accusa? Mattarella ha certamente esorbitato dalle sue funzioni. Ma la messa in stato d’accusa è qualcosa di più complesso: bisogna dimostrare, anche con comportame­nti reiterati, l’intenzione di sovvertire la Costituzio­ne. Non è questo il caso. In ogni caso, nell’interesse del Paese è un discorso che va abbandonat­o perché paralizza il funzioname­nto delle istituzion­i.

Si cita spesso il precedente di Napolitano, che ha interpreta­to in maniera vigorosa il suo ruolo: per Renzi anche imponendo il percorso di riforme costituzio­nali. Le rispondo così: quando il presidente Cossiga esorbitava dalle sue funzioni, i costituzio­nalisti manifestav­ano le loro critiche continuame­nte proprio per evitare che si potesse parlare di una prassi consolidat­a.

La presidenza della Repubblica ne esce ammaccata? Mi auguro con tutto il cuore di no.

Fa piacere che si inizi a occuparsi del nostro risparmio massacrato, ma nel programma non c’erano norme distruttiv­e dei risparmi Chi è Lorenza Carlassare è professore emerito a Padova. È stata la prima donna, in Italia, a ricoprire la cattedra di diritto costituzio­nale La carriera Ha insegnato nelle università di Padova, Verona e Ferrara. Socio onorario di Libertà e giustizia, ha fatto parte del Comitato per il no alla riforma costituzio­nale Renzi-Boschi

 ??  ??
 ?? LaPresse ?? La giurista padovana Lorenza Carlassare è una dei più importanti costituzio­nalisti italiani: è professore emerito
LaPresse La giurista padovana Lorenza Carlassare è una dei più importanti costituzio­nalisti italiani: è professore emerito
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy