Il Fatto Quotidiano

L’ultimo tentativo del Salvimaio: ripartire da capo

Stessa squadra, stesso Savona? Formalizza­re alle Camere che una maggioranz­a c’è: il Colle ribadisce il suo veto, i 5Stelle stavolta aprono

- » LUCA DE CAROLIS

Alle 21 e qualcosa, da Napoli, Luigi Di Maio dice dritto quello che pareva incredibil­e. Cioè abbassa i toni e un po’ il capo, verso il Colle. Ma soprattutt­o assicura che un governo di Lega e Cinque Stelle è ancora possibile: “Si amo pronti a rivedere la nostra posizione, se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo, ma ora si rispetti la volontà del popolo perché vogliamo salvare l’Italia. Una maggioranz­a in Parlamento c’è, fatelo partire quel governo”. Insomma, vuole riprovarci, assieme a Salvini.

PERCHÉ CARROCCIO e Movimento hanno i numeri, la maggioranz­a nelle Camere. Quello che serve, mentre impazzisce tutto: con Carlo Cottarelli che esce dal Colle senza ministri, lo spread che si dilata e le Borse che crollano. Quindi c’è ancora uno spiraglio. E la miccia per aprirlo è una mail, scritta da un ex politico di rango, che ha per destinatar­i il capo del M5S, Luigi Di Maio, e il numero due del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. Nel testo si ricorda che un esecutivo gialloverd­e si può ancora fare. Spiegando (in sostanza): “I vostri gruppi devono presentare in entrambe le Camere mozioni per far presente che esiste una chiara maggioranz­a parlamenta­re, quella di Lega e M5S”.

Un atto politico, ma anche sostanzial­e. Da calare anche alla luce delle dichiarazi­oni del presidente della Repubblica di qualche settimana fa, dopo il naufragio del dialogo tra Pd e 5Stelle: “Sono pronto anche a nominare un governo tecnico, ma se nel frattempo maturasse una maggioranz­a parlamenta­re lo scenario cambierebb­e”. Ovvero, ci sarebbe spazio per un governo politico. Così il consiglio è di infilarsi nelle difficoltà del Colle e di Cottarelli, orfano di appoggi prima di nascere. Puntando a presentare a Mattarella una squadra con Savona all’Economia, e un premier diverso dall’avvocato Giuseppe Conte, magari proprio Giorgetti.

Uno scenario di cui Di Maio ragiona con Matteo Salvini in un vertice a Montecitor­io. In cui decidono di ripartire intanto dalle commission­i, “per provare a fare cose” anche in presenza di un governo sfiduciato. Certo, la voglia di Salvini resta soprattutt­o quella di correre verso le urne appena possibile, il 29 luglio. Però lo spread el Borsa preoccupan­o anche la Lega. E poi nel Carroccio temono che Cottarelli possa sfruttare il “panico da mercati” per chiedere e trovare appoggio per provvedime­nti da lacrime e sangue.

Hanno paura pure i 5Stelle, cresciuta dopo aver consultato esperti. E di certo nuove ur- ne sarebbero una grande incognita per Di Maio. Che per di più ieri mattina si ritrova sul F at to uno scritto di Beppe Grillo, che pare un rimbrotto : “Stiamo calmi, è solo la politica. L’establishm­ent è riuscito a bloccarci? Ok, fa parte del g i o c o ” . E l a scomunica dell’impeachmen­t invocato da Di Maio pare chiara. Mentre dentro la Camera fuori taccuino fioccano prese di distanza da parte degli stessi 5Stelle. E comunque il Carroccio non ne vuole sapere.

DI MAIO capisce di dover virare, anche per riaprire il tavolo per il governo. Così cancella la sua partecipaz­ione a Di Martedì e parte per Napoli. Nel frattempo Salvini picchia su La7: “Savona è il meglio e se tornassimo a votare gli chiederei di rimettersi a disposizio­ne degli italiani. Non voglio rompere le scatole agli italiani in agosto ma non possiamo avere un esecutivo tecnico che dura 3-4 mesi. Prima si vota meglio è”. Di Maio invece sorprende: “L’impeachmen­t non è più sul tavolo perché Salvini non lo vuole fare e come cuor di leone ne risponderà”. Poi, la mano tesa al Quirinale: “Spero che si vada alle elezioni presto ma in una situazione molto difficile resta una posizione coerente ma collaborat­iva con il presidente della Repubblica per risolvere la crisi”.

Poco più tardi, è abiura totale: “Sull’impeachmen­t abbiamo sbagliato”. Quindi, invoca il (suo) governo. Dal Colle osservano. E giurano: “Non ci ha chiamato nessuno, vediamo che accade”. Ma confermano il no totale a Savona, “personaggi­o pericoloso per l’Italia”. M5S e Lega invece si sentono senza sosta. E dal Movimento spiegano: “Se Savona è in squadra? La risposta dovrà darla Salvini”. Tradotto, si tratterà. Ancora.

All’improvviso Ieri sera

Di Maio ci ha ripensato: “Niente impeachmen­t, col presidente si collabora”

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Ansa Foto ricordo Salvini e Di Maio al tavolo della trattativa sul governo tra M5S e Lega
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