La Rai processa se stessa: scarsi sulle notizie
Cda infuocato Scontro e accuse a Fazio per la telefonata in diretta di Di Maio: serve un coordinamento giornalistico
La
domenica delle polemiche televisive irrompe sul tavolo del Cda Rai. Tanto per cambiare nell’occhio del ciclone è finito ancora una volta Fabio Fazio e la sua decisione di mandare in onda in diretta la telefonata di Luigi Di Maio. L’accusa verso il conduttore non è quella di aver preso la telefonata, ma di aver fatto parlare del pentastellato senza contraddittorio: senza altri esponenti politici o un contesto giornalistico che avrebbe dovuto dare il quadro completo della situazione. Il problema, però, è più generale e sta nell’incapacità di Viale Mazzini di scompaginare i palinsesti di fronte a fatti eclatanti. E i dati di ascolto avvalorano le critiche: domenica sera Fazio ha fatto il 14,3% nella prima parte e l’11,8% nella seconda, a fronte dell’exploit di Massimo Giletti che, con l’Altra Arena su La7, reimpostando le trasmissione sugli eventi politici ha registrato il 13,5%, suo record stagionale.
COSÌ, DOPO UNA giornata di polemiche che ha visto Viale Mazzini e il dg Mario Orfeo nel mirino, ieri la questione è approdata in Cda. “Fazio non doveva andare in onda, occorreva andare avanti con lo speciale Tg1”, ha attaccato un consigliere. “Oppure si sarebbero dovute organizzare delle finestre di informazione all’inter- no di Che tempo che fa con la presenza di giornalisti”, ha aggiunto un altro. Insomma, le soluzioni potevano essere diverse la Rai ha scelto quella sbagliata. “La tv di Stato ha l’obbligo di far capire le cose, non può trasmettere tribune o comizi. Serve organizzarsi per il futuro. I grandi fatti politici vanno trattati col giornalismo, non con l’infotainment”, ha avvertito Franco Siddi. “Tutti avrebbero preso quella telefonata, il problema è stata la mancanza di contraddittorio. Così la Rai è diventata uno strumento di propaganda elettorale, facendo un favore a La7”, ha sostenuto Arturo Dia- conale. Quello che è accaduto domenica sera non è piaciuto nemmeno a Orfeo, che però ieri in Cda ha tentato di difendere Fazio, assicurando che gli ascolti non sono andati poi così male.
IL PROBLEMA, PERÒ, sarà il futuro: la crisi politica è in corso e situazioni analoghe potrebbero ripetersi. Per questo motivo Orfeo ha chiesto ai direttori di rete e dei Tg un filo diretto costante con il vertice, così da essere in grado di scompaginare i palinsesti. A conferma del clima di tensione, anche lo scontro tra Siddi e Freccero, con il primo che ha imputato al secondo di andare troppo in tv. “Data la delicatezza del momento, ho proposto un codice sulle nostre presenze sulla tv”, ha detto Siddi. “Io parlo da massmediologo. Comunque, se la cosa verrà regolata, mi adeguerò”, la risposta.