Il Fatto Quotidiano

Visco si intruppa col Colle e detta il suo programma

Le “consideraz­ioni finali” La Banca d’Italia liquida i mercati: “Sono emotivi”. E indica le solite priorità: austerità e Iva

- » STEFANO FELTRI

Ignazio Visco ignora i mercati e i mercati ignorano Ignazio Visco. “Non ci sono giustifica­zioni, se non emotive, per quello che sta succedendo oggi sui mercati”, dice il governator­e della Banca d’Italia, aggiungend­o a braccio una frase alle “consideraz­ioni finali” del 2018. La reazione degli investitor­i non è però la stessa di quando Mario Draghi, nel 2012, promise di fare “tutto il n e ce s s a r io ” per salvare l’e ur o . Questa volta lo spread continua a crescere e la Borsa di Milano non smette di cadere.

PER LA PRIMA VOLTA il rito annuale delle “consideraz­ioni finali” si consuma in Via Nazionale nel pieno di una crisi istituzion­ale e, da due giorni, anche finanziari­a. Davanti alla solita platea di banchieri, industrial­i e giornalist­i – tutti preoccupat­i per il disastro politico in atto – Visco ostenta olimpica serenità. E si schiera senza dubbi o sfumature con il capo dello Stato Sergio Mattarella, restituend­o il favore ricevuto in autunno quando il Quirinale ha garantito al governator­e un secondo mandato contro le proteste di Matteo Renzi e del Movimento Cinque Stelle.

Nei corridoi di Via Nazionale si sussurra che è stato proprio Visco a consigliar­e a Mattarella di mettere il veto su Paolo Savona come ministro dell’Economia. Non Mario Draghi, che dalla Bce è molto più preoccupat­o dell’instabilit­à dovuta all’assenza di prospettiv­e dell’Italia. Il governator­e di Bankitalia avrà letto con attenzione le pagine dell’ultimo libro di Paolo Savona, dove le colpe della crisi bancaria di questi anni vengono in gran parte attribuite proprio alla Banca d’Italia, “sorda” e “autorefere­nziale”, afflitta da “ignavia”, incapace di arginare gli effetti del- le nuove norme europee sul bail in (le crisi pagate da azionisti e creditori e non più dallo Stato). Visco si sarebbe sicurament­e sentito commissari­ato con Savona al ministero: l’81enne proposto dalla Lega per il Tesoro non solo ha i- niziato la carriera in Bankitalia, ma fino al 2013 ha guidato il Fondo di garanzia dei depositi bancari (Fidt). E avrebbe voluto dire la sua.

Scampato il pericolo Savona, Visco si dedica quindi a indicare le priorità per il governo del Presidente, quell’esecutivo affidato a Carlo Cottarelli che, mentre lui parla, pare ancora plausibile. Visco suggerisce un percorso di rientro dal debito che i critici chiamerebb­ero di “austerità vecchio stile”: aumentare l’avanzo primario, cioè la differenza tra quanto lo Stato incassa e quanto spende al netto degli interessi pa- gati sul debito. Oggi è circa pari al 2 per cento del Pil, andrebbe portato al 3 o al 4 per cento, così il debito pubblico scenderebb­e sotto il cento per cento del Pil in 10 anni. Come si fa a raddoppiar­e l’avanzo primario senza schiantare il Pil? Con la solita ricetta: “La prosecuzio­ne delle riforme struttural­i” che rassicuran­o gli investitor­i e abbattono gli interessi e poi una “riforma fiscale” che renda il “prelievo meno distorsivo”. Si capisce dopo che vuol dire: non ci devono essere “pre giu diz i” sull’aumento delle “imposte meno distorsive”. Tradotto: facciamo salire l’Iva il primo gennaio 2019, senza disinnesca­re le clausole di salvaguard­ia. Lo Stato avrà 12,5 miliardi di gettito in più, i consumator­i soffrirann­o per i prezzi più alti ma almeno – dice Visco – non ci saranno gli effetti collateral­i di un aumento del deficit o del taglio degli investimen­ti.

ANCHE GLI ALTRI punti del “programma Visco” sono prevedibil­i: guai a toccare la riforma Fornero delle pensioni (“sarebbe rischioso fare passi indietro”) mentre sono leciti “interventi mirati” per ridurre “specifiche rigidità”. Visco parla anche del reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, ma invece che apprezzare la creazione del primo strumento universale contro la povertà sembra preoccupar­si che i Cinque Stelle lo usino come base per costruire il reddito di cittadinan­za: “Nel procedere al suo rafforzame­nto, o all’adozione di altri provvedime­nti, oltre a evitare di scoraggiar­e la ricerca di un lavoro regolare, bisognerà prestare attenzione alle conseguenz­e sui conti pubblici”. Non stupisce che Visco senta una certa affinità con Cottarelli: entrambi sono stati nominati da Mattarella. E hanno tutto il Parlamento contro.

I messaggi

Appello a raddoppiar­e l’avanzo primario per ridurre il debito, il reddito di cittadinan­za è rischioso I punti

C’è il rischio di disperdere “in poco tempo e con poche mosse il bene insostitui­bile della fiducia” Rispetto al 2007 il Pil è più basso di 10 punti nel Mezzogiorn­o, soltanto di 4 nel CentroNord Negli anni scorsi le banche cedevano 5 miliardi all’anno di crediti in sofferenza (Npl), nel 2017 35 miliardi, le attese per il 2018 sono di 65

 ?? Ansa ?? Via Nazionale Il governator­e Ignazio Visco alle consideraz­ioni finali
Ansa Via Nazionale Il governator­e Ignazio Visco alle consideraz­ioni finali

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy