Cambia il concordato per l’Atac: “320 nuovi autobus entro il 2019” Linea morbida dell’Avvocatura
L’azienda a rischio fallimento
▶PUNTA SULL’INCREMENTO del parco mezzi, e quindi su una possibile crescita dei ricavi, l’integrazione al piano di concordato preventivo che Atac depositerà questa mattina alla sezione fallimentare del Tribunale di Roma. Un dossier di oltre 1.000 pagine che tenta di fugare i dubbi dei magistrati sulla capacità dell’azienda di maturare maggiori utili per pagare i creditori. Sommersa da un debito di 1,4 miliardi, l’azienda di trasporto pubblico del Campidoglio ha aperto il concordato per evitare il fallimento ma i magistrati hanno riscontrato criticità nel piano parlando di “problemi di legalità” e assenza di “sufficienti garanzie sulla fattibilità”. Dopo questo primo parere poco favorevole all’azienda sono state fatte nuove integrazioni, che includono anche la delibera del 15 maggio della giunta M5S di Virginia Raggi per avviare la gara di l’acquisto di 320 nuovi bus, al costo di 98 milioni di euro. L’azienda si sarebbe impegnata ad ammodernare altre 950 vetture in circolazione. Rivista anche la perizia di valutazione del patrimonio immobiliare, ex depositi ed uffici, da vendere.
IL PIANOdi concordato prevede di pagare nel 2019 i 150 milioni di euro dovuti ai creditori privilegiati e i 12 per le spese legate al concordato. Mentre i creditori chirografari (quelli non assistiti da pegno, ipoteca o fideiussione) otterranno il 31% di quanto dovuto, 193 milioni di euro, entro il 2021 attraverso due strumenti di partecipazione finanziaria agli utili. Tra le nuove proposte c’è la modifica del termine di pagamento del credito del Campidoglio, spostato tra il 2036 e il 2055. Ieri un aiuto ad Atac è arrivato dall’Avvocatura dello Stato: in un parere ha sostenuto che il Ministero dei Trasporti può sospendere la procedura di accertamento del requisito finanziario dell’azienda per una mancata fideiussione da 12 milioni in attesa dell’esito del concordato. La nuova proposta finirà sulla scrivania dei magistrati, che prenderanno tempo per un secondo parere. Intanto continua l’indagine per il rogo del bus in via del Tritone dell’8 maggio: il pm D’Ovinola ha interrogato tre dirigenti.