Il Fatto Quotidiano

Ammortizza­tori anche negli enti centrali del gruppo, che significa crisi della progettazi­one e della strategia commercial­e

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rea Na fta , passando da 70 a 300 mila consegne nell’area asiatica, rimanendo stabile nell’area Emea e restare “al top” in Brasile, come disse allora Marchionne.

Delusione Alfa

Vediamo i dati del 2017. Il marchio Je ep , pure celebrato in tutto il mondo, difficilme­nte centrerà l’obiettivo dell’1,9 milioni di vetture vendute se è vero, come rivelato lo scorso anno da Automotive News, che nel 2017 si è attestato a 1.388.208 vetture in flessione rispetto al 1.401.321 vetture registrate nel 2016. Per arrivare all’obiettivo mancano poco più di 500 mila unità e le migliori previsioni parlano di un risultato, a fine 2018, che si attesterà sotto a 1,7 milioni.

Per quanto riguarda l’America Latina le vendite sono aumentate rispetto al 2016, da 473 mila a 513 mila, ma restano ancora al di sotto delle 584 mila del 2015 e soprattutt­o non è stato ottenuto il primo posto in Brasile conquistat­o, con il 18,1% del mercato, da General Motors. Fca è seconda al 17,5% rispetto al 19,5% del 2015 e al 18,4% del 2016.

America Latina ed Europa costituisc­ono il cuore del mercato targato Fi a t la cui produzione non riesce ad andare oltre 1,5 milioni di vetture contro l’1,9 milioni promesso nel 2014. Dei 17 nuovi modelli annunciati nel 2014 ne sono stati realizzati 9, la maggior parte dei quali in Brasile.

Il marchio che però rappresent­a un problema più grande, per le sue implicazio­ni strategich­e, è quello d el l ’ A lf a . Sarebbe dovuto arrivare a vendere 400 mila unità nel 2018 rispetto alle 80 mila del 2014 con la creazione di ben otto nuovi modelli. I modelli realizzati sono stati solo due, S tel vi o e Giulia e, secondo i ricercato- ri di mercato di Jato Dynamics, le vendite globali del Biscione si sono attestate a 118 mila nel 2017 mentre la produzione, secondo i dati della Fim-Cisl , è arrivata a 150.722 vetture.

È, infine, messa male la Chrysler che, dei cinque modelli previsti entro il 2018, ne ha realizzati solo due e che invece delle 800 mila unità vendute ha raggiunto l’obiettivo abbastanza modesto di 200 mila auto.

Come si riflette tutto questo in Italia? Dal 2013 al 2018, la produzione complessiv­a è aumentata da 595.000 unità a oltre un milione di vetture, comprenden­do anche i profittevo­li D uc at o della Fiat Sevel. Il piano industrial­e prevedeva una produzione di 1,4 milioni che resta un obiettivo lontano. E che infatti si riflette sull’occupazion­e. È la stessa Fim- Cisl, sindacato firmatario del contratto separato del 2010 e sostenitor­e del piano di rilancio di Mar-

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LaPresse Il manager d’oro L’amministra­tore di Fca, Sergio Marchionne

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