Il Fatto Quotidiano

Dai pestaggi ai blitz chirurgici: il vero volto di Casapound

Indagini A Torino indagati 6 militanti per lesioni gravi e armi Violenze a Genova e a Milano. Trovati bastoni, lame e tirapugni

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI E DAVIDE MILOSA

Nessun dubbio: oggi Casapound punta alla politica nazionale. Perché in fondo, proprio ora, il momento pare propizio per trovare spazi, in parte già conquistat­i a livello locale e soprattutt­o nel NNord Italia, grazie all’alleanza con la Lega di Matteo Salvini. Solo poche settimane fa, a certificar­e ancora una volta questo sodalizio, il leader del Carroccio, tifoso milanista, si è presentato in tribuna a Roma per la finale di Coppa Italia con la Juventus indossando un giacchetto blu della Pivert, azienda legata a doppio filo a Casapound. Il partito non dimentica, però, l’eredità degli ex sanbabilin­i. Recentemen­te, proprio una vecchia gloria dell’eversione nera milanese come Maurizio Murelli si è rivolto così ai giovani di Casapound: “Voi siete i miei figli, quelli venuti dopo, il successivo anello di una lunga catena d’acciaio agganciata all’Origine, al Mito”.

INSOMMA IL PASSATOnon si cancella. La violenza, i pestaggi. Ieri come oggi. Diversi i fatti che recentemen­te hanno coinvolto rappresent­anti di Casapound. L’ultimo, ieri, a Torino, dove sei militanti sono stati denunciati per un’aggression­e avvenuta la sera del 5 aprile vicino al circolo “Asso di bastoni”. Poche ore prima i militanti (secondo la Digos sono una trentina quelli più attivi) avevano fatto un presidio contro i migranti africani che occupano palazzine d e l l’ex villaggio olimpico. Un simpatizza­nte 46enne, ubriaco, aveva avuto un diverbio col coordinato­re provincial­e Matteo Rossino ed era stato allontanat­o: “Questa qua la paghi”, diceva Euclide Rigato, portavoce del comitato di quartiere vicino a Casa- pound. Poche ore dopo l’uomo è stato picchiato con delle mazze e i sei ora sono indagati per lesioni aggravate in concorso. Ieri la Digos della Questura di Torino ha perquisito le abitazioni di alcuni di loro trovando un tirapugni con lama, un manganello di legno, un coltello e una torcia in metallo allungabil­e utilizzabi­le come manganello. Il coordinato­re Rossino è stato denunciato perché nel circolo sono state trovate 14 mazze di legno, due tubi di ferro, bastoni in carta pressata e apparecchi per rilevare microspie ed evitare intercetta­zioni.

A Genova, il 7 maggio scorso, la violenza dell’estrema destra ha coinvolto un giovane svizzero. Succede nel borgo di Boccadasse. Qui tre persone vicine a Casapound, tra le quali una ragazza, pretendono che lo svizzero paghi loro da bere. Al diniego, la ragazza lo tempesta di domande politiche, addirittur­a estrae una foto di Hitler e chiede se lo riconosce. Davanti all’espression­e esterrefat­ta dello svizzero, parte l’aggression­e. Calci, pugni e una bottiglia spaccata in faccia. Protagonis­ta del gesto proprio la ragazza denunciata per lesioni gravi. A Milano, invece, la mattina dell’ 11 maggio la Digos, agli ordini del dottor Claudio Cicimarra, ha perquisito 12 persone, tutte legate a Casapound. Anche per loro l’accusa è di lesioni gravi, perché si sono rese protagonis­te di un pestaggio nei confronti di due ragazzi, dopo una discussion­e avvenuta in un locale di corso Garibaldi. I fatti risalgono alla sera del 10 marzo. Nel corso delle perquisizi­oni sono stati sequestrat­i abiti e caschi utilizzati durante l’aggression­e, coltelli, manganelli, e una bandiera della Repubblica Sociale Italiana. Buona parte degli indagati, scrive la Digos, è legata a doppio filo alla curva ultras che segue la squadra di hockey di Milano. Uno dei capi ultrà, anche lui vicino a Casapound, finirà indagato per estorsione proprio per questioni legate all’hockey. La cronaca disegna una quadro preciso dove la facile apologia fascista lascia spazio a blitz violenti e chirurgici.

DEL FENOMENOde­lle aggression­i Casapound, nel 2016, si è occupato il ministero dell’Interno stilando per la prima e unica volta un report con numeri inquietant­i. Si legge: “Nel quinquenni­o 20112015 sono stati tratti in arresto 19 militanti o simpatizza­nti di Casapound, mentre 336 sono stati deferiti a vario titolo all’Autorità Giudiziari­a. A ciò si aggiunga che dall’inizio del corrente anno sono stati effettuati 1 arresto e 23 denunce”. Tradotto: un arresto ogni tre mesi e una denuncia ogni cinque giorni. E sempre per fatti di violenza collettiva o individual­e.

Sempre più organizzat­i Nell’operazione piemontese di ieri trovati anche scanner per individuar­e le microspie I numeri

Sono gli indagati per lesioni gravi, in due inchieste condotte dalle Digos di Torino e di Milano. In entrambi i casi sono state trovate armi e bandiere della Repubblica Sociale I militanti del movimento deferiti nel quinquenni­o 2011-2015 I dati sono del Viminale Le persone vicine o iscritte a Casapound arrestate sempre tra il 2011 e il 2015

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LaPresse In piazza Un presidio organizzat­o da Casapound a Torino

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