Il Fatto Quotidiano

Gaza-Israele: razzi e raid Resta soltanto la guerra

Ordigni di Hamas intercetta­ti dal sistema antimissil­e poi i bombardame­nti aerei. I contendent­i: “Non ci fermeremo”

- » FABIO SCUTO

Èstato un altro giorno di guerra nella Striscia di Gaza e nelle zone israeliane che la circondano. Gli abitanti delle aree agricole ma anche delle cittadine come Sderot, Ashdod, Ofakim, sono stati svegliati dalle sirene di allarme pochi attimi prima che, i mortai sparati da Gaza, venissero intercetta­ti dalla batteria “Iron Dome”. Ed è andata avanti così per tutta la giornata. Le sirene hanno suonato decine di volte per allertare i residenti che hanno finito per passare la giornata nei rifugi anti-bomba. Oltre 60 i colpi sparati dalla Striscia e trenta gli obiettivi colpiti dai raid dei caccia con la Stella di Davide. Una scheggia di un missile è caduta nel giardino di un asilo a Sderot, per fortuna chiuso a quell’ora del mattino. Tre soldati e due civili sono stati comunque feriti lievemente. Il premier Benjamin Netanyahu promette fermezza contro chiunque minacci Israele, questa fiammata militare non finirà qui. Per il ministro de ll’Intelligen­ce Israel Katz “siamo nel punto più vicino allo scoppio della guerra dal 2014”. “Non vogliamo la guerra e nemmeno loro”, ha detto Katz, “ma abbiamo le nostre linee rosse”. La maggior parte dei proiettili di sparati da Gaza - fa sapere l’Idf - è stata distrutta dall’ “I- ron Dome“, altri non sono stati intercetta­ti perchè destinati a cadere in zone agricole o disabitate.

I colpi di mortaio sparati contro le comunità israeliane che si affacciano sull’enclave rappresent­ano il primo incidente del genere dalla fine di marzo, quando sono iniziate le manifestaz­ioni di massa palestines­i lungo la Barriera di sicurezza che separa il confine. Durante questo periodo, Ha- mas si è astenuto dal lanciare missili e ha proibito ad altre organizzaz­ioni nella Striscia di effettuare attacchi per non danneggiar­e la narrativa di una lotta popolare contro i cecchini israeliani. E ha sostenuto la sua tattica nonostante il fatto che circa 100 palestines­i siano stati uccisi e migliaia feriti dal fuoco dell'esercito israeliano. Tuttavia, un cambiament­o si è verificato negli ultimi giorni. Domenica l’Idf ha risposto all’esplosione una carica piazzata vicino alla Barriera sul confine. Un carro armato dell’esercito ha sparato e ucciso 3 miliziani della Jihad islamica che erano vicini a un avamposto di Hamas lungo quel tratto della Barriera.

Sessanta a trenta

I colpi sparati dalla Striscia e gli obiettivi colpiti nella risposta dell’esercito La scheda

NEI 4 ANNI dalla terribile “guerra dei 51 giorni” nel 2014, ci sono stati diversi momenti di escalation. I funzionari dell’intelligen­ce israeliana sostenevan­o che Hamas non aveva il pieno controllo su Gaza e i razzi sparati dimostrava­no le sue difficoltà ad imporsi sulle fazioni palestines­i più piccole. Ma ora le circostanz­e sono diverse. Ha-

IRON DOME

Il sistema di difesa israeliano è divenuto ancora più avanzato: ora anticipa di 15 secondi, con il suono delle sirene, l’arrivo dei colpi ed è in grado di neutralizz­are anche i colpi di mortaio (che ieri sono stati 25) mas ha dimostrato il suo fermo controllo sulla Striscia negli ultimi mesi e ha diretto le manifestaz­ioni sul confine israeliano come desiderava, decidendo il tasso di violenza. Per gli islamisti restano due scelte: la guerra con Israele, ma le sue conseguenz­e intimorisc­ono Hamas, oppure altre manifestaz­ioni al confine che spingerann­o Israele a rispondere. Lo scopriremo venerdì.

Ieri sera gli Usa hanno chie- sto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu. L’incontro è previsto per oggi pomeriggio. “Gli attacchi da Gaza sono i più importanti dal 2014” e hanno colpito “installazi­oni civili, tra cui un asilo”, ha denunciato l’ambasciatr­ice Nikki Haley, “il Consiglio di sicurezza dovrebbe essere indignato e rispondere a questo ultimo episodio di violenza contro innocenti civili israeliani”.

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