“Abramovich cittadino israeliano” il miliardario russo torna a Londra
Aggirato il divieto anti-Putin
Èvenuto
al mondo orfano sulle rive del Volga, Unione Sovietica, Roman Abramovich, nato ebreo 51 anni fa e ora anche cittadino israeliano. Il proprietario del Chelsea era diventato anche la palla ingombrante che si tiravano Mosca e Londra. Dopo l’avvelenamento dell’ex spia Serghey Skripal e la pubblicazione del dossier “Moscow gold e la corruzione in Gran Bretagna”, la guerra ai miliardari di Londongrad è stata dichiarata da Downing Street e la loro testa d'ariete nella Capitale, quella del magnate, è stata subito decapitata. Quando all’oligarca russo non era stato rinnovato il visto britannico di livello 1, riservato agli imprenditori con eccezionali capacità finanziarie, tutti hanno cominciato a chiedersi in quali cieli volasse il suo Boeing 767 la settimana scorsa. Ora è noto: era tra le nuvole di Mosca. Sparito dai radar della stampa a inizio aprile, quando secondo la Reutersè scaduto il suo documento, Abramovich adesso è riapparso a Tel Aviv, dove pos- siede già start up nate in quella che chiamano la Silicon Valley del Medio Oriente. Vivrà in un hotel che ha acquistato interamente, solo per se stesso. Il tycoon è presidente della “Federazione della comunità ebraica della Russia”, potente istituzione religiosa alleata con Putin, nonché finanziatore del movimento chassidico russo. Il ministro degli Interni di Tel Aviv ha confermato: “Come ogni altro cittadino Abramovich è arrivato all’ambasciata israeliana a Mosca, ha fatto richiesta di permesso di migrazione, i suoi documenti sono stati valutati in base alla legge del ritorno”. E Abramovich è stato subito ritenuto idoneo: è israeliano. L’oligarca può entrare per pochi mesi anche nel Regno Unito senza richiesta di visto. Una contromossa giocata al governo britannico: la stella di Davide sul suo passaporto ha vinto sui timbri del Regno.