Vendetta basca, basta bombe meglio il voto
A volte ritornano Il Partito nazionalista con cinque deputati ago della bilancia del governo
La
certezza che il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy questa volta deve lasciare veramente la Moncloa è arrivata dalla regione autonoma dei paesi baschi.
L'immarcescibile Rajoy è stato costretto a subire la zampata mortale della Nemesi e a lasciare un incarico già tribolato a causa dei risultati delle ultime due elezioni generali.
SENZA CONFONDERE l'Eta, l'ex organizzazione socialista rivoluzionaria basca di liberazione nazionale con il nazionalismo basco, viene infatti da evocare la Dea greca della “distribuzione della giustizia” apprendendo che proprio il partito nazionalista basco, Pnv, da Bilbao, è stato determinante per sfiduciare Rajoy. Il premier conservatore aveva dimostrato tutta la propria riluttanza, per usare un eufemismo, nei confronti della ricerca di un dialogo pacifico e di riconciliazione da parte dei baschi più indipendentisti, non più tardi di quattro settimane fa. Ovvero quando il 3 maggio scorso accolse la dichiarazione pubblica di scioglimento dell'Eta con queste parole: “Rum or e, propaganda, la sola verità è che l'organizzazione separatista è stata sconfitta dall'azione dello Stato di diritto e dalla forza della democrazia spagnola”.
Rajoy quindi escluse che, nonostante la dissoluzione, i membri dell'ex gruppo armato possano ottenere “impunità per i loro crimini”. I membri del partito basco, durante la riunione plenaria di ieri, hanno deciso di votare la mozione di sfiducia contro Rajoy facendo salire a 176 il numero dei parlamentari a favore della sua cacciata, cioè la maggioranza assoluta.
Il capogruppo del Pnv, Aitor Esteban, ha detto alla tribuna del Congresso che i 5 deputati nazionalisti baschi voteranno la sfiducia al premier e indicheranno per la sua sostituzione il leader socialista Pedro Sanchez.
L’appoggio dei 5 deputati baschi dovrebbe permettere che la mozione ottenga i 176 voti su 350 necessari per essere adottata. Finora per la sfiducia si sono pronunciati Psoe (85) e Podemos (71) con i loro alleati, i 17 nazionalisti catalani, il Pnv (5) e i 2 separatisti baschi di Bildu.
LA DIREZIONE del Partito nazionalista basco (Pnv) ha già comunicato al governo che appoggerà la mozione di sfiducia depositata dai socialisti. Mentre il dibattito in Parlamento è in corso, è atteso l’intervento di oggi pomeriggio del portavoce del Pnv, Aitor Esteban.
L’esecutivo del Partito nazionalista basco è diventato pertanto l’ago della bilancia del destino di Rajoy e del suo governo.
Per quanto riguarda la questione della lotta indi- pendentista basca, nella lettera che l'Eta diffuse ad aprile quando stava per definire il proprio scioglimento, si leggeva ancora in filigrana come il gruppo armato consideri ancora aperto un conflitto con la Spagna e con la Francia: “Il conflitto non è iniziato con l'Eta e non si conclude con la fine del percorso dell'Eta”.
Ma dopo nemmeno tre settimane, con un altro messaggio diffuso dai media baschi, il gruppo chiedeva perdono alle vittime e riconosceva il danno causato alla popolazione spagnola. Con la decisione di sfiduciare Rajoy, i baschi – tutti – mostrano di voler collaborare con i socialisti, cioè coloro che hanno appoggiato il loro tentativo di bandire la violenza e aprire un dialogo civile con il governo centrale.