ALCUNI CONSIGLI NON RICHIESTI
Consigli non richiesti al governo che nasce. Conte. Ancora un poco e non mi vedrete più, e un altro poco e mi vedrete.
Consigli non richiesti (qualcuno già disatteso) al governo che nasce.
CONTE. Ancora un poco e non mi vedrete più, e un altro poco e mi vedrete. Nostra è la citazione evangelica anche se dopo un brevissimo calvario nessuno lo ha crocifisso. Prima paragonato a Fabio Capello, poi deriso come “quel tale chiamato a fare il premier” (Eugenio Scalfari), ora viene nuovamente beatificato. “Lo studente telefona a Conte: ‘Mi ha risposto anche se stava andando da Mattarella’” (sempre su Repubblica). Come è umano lei. Si guardi dalla salivazione alternata.
CORTE COSTITUZIONALE.
Dall’accesso agli asili pubblici riservati ai bambini italiani agli inevitabili contenziosi prodotti dalle annunciate modifiche alla legge Fornero è prevedibile che per la Consulta ci sarà molto da lavorare. Prima di mettersi nei casini consigliabile contare fino a mille.
COTTARELLI.
Signorilità. Realismo. Senso delle istituzioni e dell’interesse nazionale. Applausi al saluto dell’incaricato lampo convinto che sia “meglio un governo politico di un qualunque governo tecnico”. Sullo stile prenda nota chi viene adesso.
DISABILITÀ.
Grande idea quella di un ministero ad hoc previsto dal Contratto: “Uno Stato civile deve proteggere, tutelare, assistere e integrare chiunque abbia una disabilità”. Sacrosanto purché, con un dicastero senza portafoglio, non si resti appesi ai cieli delle buone intenzioni.
DI DESTRA O DI SINISTRA?
Dilemma che tormenta commentatori e affini. Se sarà un governo di destra è perché la sinistra non c’è più. E i suoi elettori se ne sono andati. Anche a destra.
DI MAIO.
Domenica sera, spiazzato da Salvini, si è infilato nel vicolo cieco dell’impeachment contro Mattarella. Dopo una retromarcia con tante scuse recupera terreno imponendo al leghista il parziale sacrificio di Savona. Sarebbe stata la prima volta che uno nato a Pomigliano si fa fregare da un milanese. Ora ha il problema della fronda grillina al Senato. Capo politico, vice- premier, doppio ministro: si è trovato un lavoro e mamma sarà contenta.
FASCISTI. Salvini al Viminale qualche timore (molti) ne suscita, ma l’evocare manganelli e olio di ricino butta tutto in burletta. Perfino Renzi precisa di aver parlato di reazione “antisfascista” contro il governo gialloverde. “Antifascista” gli sembrava troppo.
JUNCKER. A furia di insultare l’Italia lui e gli altri eurodeliri ad alto tasso alcolico non fanno altro che rafforzare il populismo antieuropeo che dicono di voler combattere. Viene il sospetto che fuori dall’euro ci vogliano loro. Il famoso asse Juncker-Savona.
MASSONERIA. Il Contratto esclude esplicitamente ministri incappucciati. Ma si moltiplicano le voci su Savona “fratello”. Per non parlare di certi trucchi nel bilancio Impregilo. Non è difficile prevedere che la grana della permanenza al governo del professore sardo è solo rinviata. Sollievo di Mattarella: se la vedranno i dioscuri. Meglio reprimere che prevenire? MATTARELLA. Fermo restando che perfino i papi non fanno più uso del dogma dell’infallibilità, è permesso dire che se domenica sera il Quirinale avesse evitato di drammatizzare lo scontro su Savona, chiedendo a Conte e ai dante causa, di rifletterci sopra ancora un po’, forse si sarebbe evitato al Paese un fortissimo trauma? Domandona: perché ciò che è stato possibile quattro giorni dopo non poteva esserlo quattro giorni prima? NOMINE. Rai, Cassa Depositi e Prestiti, Authority e partecipate. Al rinnovo centinaia di poltrone. Ganasce già in azione. E se per una volta al posto della lottizzazione si premiasse il merito? Ah ah sveglia, non stiamo su Scherzi a Parte.
OPPOSIZIONE. Per ora quelli del Pd la fanno ma contro il Pd. Come sempre, a sinistra, vige la massima: il nemico del mio (presunto) amico è mio amico. Avanti così, e per favore l’ultimo spenga la luce. Vorremmo tanto sbagliarci: l’assenza di una opposizione forte e credibile è un guaio per tutta la democrazia.
PIÙ ARMI PER TUTTI. Già si dice che la legge che estende il diritto di legittima difesa e il drastico taglio dei fondi sull’accoglienza degli immigrati saranno il biglietto da visita del salvinismo di governo. Del resto è su cose di questo genere che, purtroppo, ha preso vagonate di voti.
PROMESSE PROMESSE. Il vero problema del governo M5S-Lega non è il vago e generico Contratto ma una campagna elettorale mirabolante. Più che all’Europa o ai mercati ora dovranno risponderne agli elettori. Che prima o poi presentano sempre il conto per le promesse non mantenute (vedi sopra).
SILENZIO PREGO. Tra bozze di contratto deliranti, piani B per uscire dall’euro in una notte, e le interviste di finanza creati- va del leghista Borghi, l’Italia si è ritrovata in piena bufera finanziaria. Una preghiera: ora che siete al governo potreste spegnere per un momento i vari facebook, twitter, instagram? E parlare solo per comunicati e dichiarazioni ufficiali? Onde non generare nuovi disastri?
TECNICI. Numerosi nella squadra di governo e alcuni di sicura competenza. Tria, Moavero, Costa, Trenta. Domanda: come si comporteranno se le scelte politiche dei partiti dovessero confliggere con buon senso e conti pubblici? Mediare non sarebbe compito precipuo del presidente del Consiglio? In linea del tutto teorica sì.
VACCINI. Leggiamo che il ministro della Salute, Giulia Grillo (M5S), ha sui vaccini proposte alternative all’attuale regime. Ne siamo allarmatissimi. Ci rassicuri per cortesia. Sulla salute dei bambini non si fanno campagne elettorali.
APOCALISSE. Doveva essere la prima voce di questo articolo e non solo in ordine alfabetico. Però le profezie di sventura che leggiamo sulla cosiddetta grande stampa ci convincono che le cose potrebbero andare meglio del previsto. Più che su Salvini o Di Maio le nostre migliori speranze sono riposte su certi titoli. Uno per tutti: “Pagliacciata”( Libero). Buona Festa della Repubblica.
Ora potreste spegnere per un momento i vari Facebook, Twitter, Instagram, e parlare solo per comunicati ufficiali?