Finalmente un governo Sarebbe stato meglio arrivarci con maggiore facilità
Finalmente, dopo tre mesi di agonia, è nato il governo eletto dal popolo, quello tra M5S e Lega. Dopo il caos degli ultimi giorni e l’errore di Mattarella, tutti hanno usato il buon senso per far nascere un governo politico, come giusto. Di Maio ha lasciato perdere l’impeachment che, pur se dalla parte della ragione, avrebbe solo fatto perdere tempo inutilmente e Salvini ha dimostrato, in barba a chi lo credeva un traditore arrivista, di voler governare e cominciare a cambiare le cose con il contratto di governo stipulato con Di Maio. Anche Mattarella ha fatto un passo di lato, dopo le pesanti critiche di ingerenza, e ha permesso al M5S-Lega di trovare un accordo per i ministri spostando Paolo Savona al ministero per gli affari Ue. Leggendo la lista dei ministri si evince da subito che sono in gran parte persone competenti e messe nei ministeri appropriati. Purtroppo questo governo parte già con tutti contro. Oltre alle opposizioni anche gran parte delle televisioni (Mediaset in testa che già dal 4 marzo fa ostruzionismo) e quasi tutti i quotidiani sono altamente prevenuti o arrabbiati contro queste forze politiche. Spero che tutti siano più responsabili e diano modo a questo governo, che almeno rispetta il voto di gran parte dei cittadini, di lavorare con un minimo di serenità.
Lo spostamento di Savona ha salvato la faccia a tutti
Tutto bene quel che finisce bene ma diciamoci la verità, lo spostamento del ministro Savona e l’approvazione del nuovo governo ha salvato la faccia di tutti e tre i protagonisti dell’incredibile situazione in cui si erano cacciati.
Un iter di normale passaggio democratico trasformato in un prosopopeico confronto, lasciando il paese già in crisi alla deriva. Quanto accaduto ha lasciato in noi quel disagio amaro che si prova DOPO 88 GIORNI, record nella nostra storia repubblicana, abbiamo finalmente il governo politico tanto auspicato. Il miracolo è scaturito, secondo me, dalla mossa disperata di Mattarella con la nomina del tecnico-economista Carlo Cottarelli. Improvvisamente il già ravveduto Di Maio si scusa per avere proposto l’impeachment del presidente, e ripropone a Mattarella il ritorno del governo politico a guida Conte e con un Savona “spostato”.
E, allora, il coraggioso Cottarelli rimette il suo mandato a Mattarella e ritorna Conte con un nuovo cast di ministri. Insomma, tutto ok e tutto è bene ciò che finisce bene. Evidentemente la paura della speculazione economica, già vivace, ha convinto sia il presidente del grande rifiuto, sia Di Maio e Salvini. Ma, mi chiedo: non si poteva pensare, prima di giungere all’88° giorno per fare un governo politico? LA RISPOSTA, SIGNOR LUIGI, è ovviamente sì. Si poteva fare prima che lo spread schizzasse a livelli da emergenza e la Borsa sprofondasse, ridando vita a brutti pericolosi fantasmi e bruciando tanti soldi. E proprio la paura di portare il Paese fuori strada, come lei giustamente fa notare, ha fatto ragionare tutti e tre i protagonisti della partita. Partendo da quel Matteo Salvini che dalla sera del 4 marzo ha giocato su più tavoli, tenendosi sempre aperta la via delle urne, forse l’opzione che preferiva prima che i mercati urlassero che non si poteva più scherzare. Poi c’è il Luigi Di Maio che si è arroccato a lungo sul suo nome per Palazzo Chigi e che dopo il tonfo di domenica si era impelagato per alcuni giorni nella grottesca battaglia dell’impeachment, salvo poi recuperare lucidità e cucire la soluzione assieme al Colle. Ossia assieme a Sergio Mattarella, forse troppo attendista nella quando ti sottraggono arbitrariamente qualcosa che ti spetta di diritto.
Così si perde quella fiducia, già messa a dura prova dopo anni di partitocrazia, che si dovrebbe avere nelle regole fondamentali della costituzione. Diciamo che è finita bene, ma in futuro i capi di Stato e i governi dovrebbero sopperire alle priorità necessarie al paese prima del superfluo, non come è stato fatto finora. gestione di una fase comunque del tutto inedita e quindi già di per sé difficile.
Alla fine, però, la quadra è arrivata. Ed è successo quando slogan, calcoli e preconcetti hanno lasciato spazio alla politica, ovvero all’arte della mediazione: che non è una brutta parola, ma l’unica strada per mettere assieme esigenze diverse e risolvere i problemi. E d’altronde far saltare tutto sulla nomina a ministro di un economista sarebbe stato ridicolo, quindi anche tragico. Ora un governo c’è, e starà a tutti noi giudicarlo. Da quello che farà, e da quello che avrà solo promesso. E dalla tempistica con cui lavorerà. Perché di giorni ne ha già persi abbastanza. Il nuovo governo una cosa l’ha realizzata per il momento: ha dato una speranza a tanti italiani di essere trattati da uguali tra gli uguali, ma saranno capaci di eliminare privilegi, nepotismi e ruberie della classe parassita?
Tutti vi aspettano al varco, i vostri sostenitori e i vostri avversari: non deludete il popolo, altrimenti l’avvento della restaurazione aumenterà parassitismo e privilegi, come la storia ampiamente dimostra. Date un segnale forte subito: via i vitalizi, tetto massimo per le pensioni d’oro, nuova politica sia sui i migranti in arrivo sia sulla loro ridistribuzione in Europa. Questo per cominciare…
La goduria di vedere rosicare chi era contro questo esecutivo
Osservare le facce e i commenti dei media italiani comprese le tv di stato i cui conduttori e opinionisti È notizia di questi mesi che Scajola, sì proprio lui, si appresti a vincere le elezioni comunali di Imperia con la sua lista “Area aperta” contro suo nipote (tanto per dare l’idea della concorrenza). Noto che per l’ennesima volta ci si dimentica dei fatti, che in un paese civile decreterebbero la fine politica di determinati personaggi, e si crede alle favole che raccontano. E mi chiedo, come? Perché? Aveva ragione Montanelli a dire che la storia fondamentalmente non ci interessa? O forse conosciamo i fatti ma non ci interessano lo stesso? O forse ancora leggiamo quello che è successo sui libri sbagliati, come studiare lo stalinismo sulla Pravda? Oppure, cosa che io credo, in fondo, sotto sotto, una parte degli italiani si sente come Loro (quelli del film), vorrebbe essere Loro.
I NOSTRI ERRORI
Nel catenaccio e nell’articolo “Il viceprefetto dell’Isola d’Elba a braccetto con la ’ nd ra ng he ta ”, pubblicato sul Fatto Quotidiano di ieri a pagina 10, abbiamo indicato per errore – quale mandante dell’omicidio Caccia – il fratello di Giovanni Belfiore, invece che di Domenico Belfiore.
Ce ne scusiamo con i lettori.