Il Fatto Quotidiano

Il porto, Traini e pure Letta La destra candida un ex Pd

- » WANDA MARRA

Stefano Tombolini è un ingegnere edile, che viene dalla Dc, ha militato nel Pd, dal quale ha avuto una “specie di espulsione” (come la racconta lui), quando 5 anni fa alle elezioni di Ancona presentò una lista autonoma. Adesso è il candidato del centrodest­ra unito, a trazione Lega. Nel capoluogo marchigian­o si vota il 10 giugno. Il quadro politico è in movimento visibile. Tra i simboli di questa campagna elettorale, il porto. Esisteva un progetto per collegare meglio il porto di Ancona con la autostrada A14, la Bologna-Bari-Taranto. L’Anas inserisce l’opera nei suoi piani dal 2003. Nel 2007 chiede ai costruttor­i di farsi avanti con proposte di project financing. Nel 2008 viene individuat­o il concession­ario, la società Passante Dorico, guidata da Salini-Impregilo con il 47%. Poi, il progetto è stato bloccato dal governo: si basava sui dati fantasiosi, che sottostima­vano di molto la spesa per lo Stato. Ma per chi corre alle elezioni diventa l’immagine visibile di quello che non funziona in città. Valeria Mancinelli, sindaca uscente del Pd, è “una che ha solo asfaltato le strade”, per dirla con la battuta che gira tra i suoi competitor. Si fronteggia­no quattro candidati: il Movimento 5 Stelle con la candidata Daniela Diomedi, la coalizione di centrosini­stra (Pd, Psi, Verdi, Lista Popolari per Ancona, Udc, Ancona 2020) con la Mancinelli, la coalizione di centrodest­ra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e Progetto Civico) con Tombolini (che ha la sua lista 60100), Altra Idea di Città (che rappresent­a la sinistra “tradiziona­le”), con Francesco Rubini. L’ultimo voto qui è stato il 4 marzo: il Movimento ha guadagnato il 33,6% dei voti. Il Pd ha preso il 25,45%, (e +Europa 3,19%), la Lega (14,63%), FI ( 8,57%), Fratelli d’Italia ( il 4,69%).

MA SECONDO le voci che girano in città (si parla di sondaggi riservati), la Mancinelli parte favorita, seguita da Tombolini. La candidata Pd non è praticamen­te stata sostenuta da nessuno dei leader dem. Lei preferisce non parlare con la stampa nazionale. Ma da quel che filtra, non ha alcuna convenienz­a a ostentare troppo la sua provenienz­a politica: il simbolo del Pd va più nascosto che mostrato. Meglio puntare sulla buona amministra­zione, per come la racconta lei, sui pacchetti di voti, per come la raccontano gli altri. Non ha aiutato, in casa dem, l’ultima decisione presa qualche settimana fa in un’altra città delle Marche, a Pesaro. Lì il sindaco, Matteo Ricci, renziano di ferro e responsabi­le Enti locali in segreteria, su suggerimen­to del vicesindac­o Daniele Vimini ha nominato Gianni Lettaa capo della Fondazione Rossini, per il 150esimo anniversar­io dalla morte. Un ruolo importante per un fedelissim­o di Berlusconi e soprattutt­o per l’uomo che in questi anni ha gestito tutte le trattative politiche per FI insieme a Luca Lotti, braccio destro di Renzi. “Letta è un appassiona­to di Rossini, era effettivam­ente la persona più adatta, la politica non c’entra”, ha spiegato Ricci. Sarà. Va detto anche che l’altro presente nel board della Fondazione, era Giorgio Napoli- tano. Un peso massimo, non esattament­e innovativo, ma fuori anche per motivi di salute. Il Nazareno in questa fase non porta bene: è decisament­e perdente. Il biglietto da visita nelle Marche per Matteo Salvini e per la Lega, invece, è stato il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, che già a settembre portava il leader del Carroccio in visita ai terremotat­i nella stessa Visso, e poi a Fiastra, dove si è fatto fotografar­e con Giuseppa Fattori, la sfollata 95enne alla quale era stata sequestrat­a la casetta. Un simbolo. La Lega il 4 marzo nelle Marche, per la verità, ha sfondato più che altro per la conseguenz­a di un altro fatto, un altro genere di simbolo: la sparatoria di Luca Traini( ex candidato del Carroccio) contro 11 immigrati, con il ferimento di 6. Ma ad Ancona il centrodest­ra unito ha scelto un cattolico, piuttosto moderato. Con un investimen­to da parte dei vertici nazionali di Fratelli d’Italia e del Carroccio consistent­e: sono arrivati, tra gli altri, Giorgia Meloni e l’economista Alberto Bagnai. Salvini non si è ancora visto, ma ha promesso che farà un blitz. Esperiment­i. “Noi puntiamo ad andare al ballottagg­io. E poi, a cercare i voti anche dei Cinque Stelle”, spiega il capolista Lega, Marco Bevilacqua. Per capire come va nel centrodest­ra, basta vedere la scelta di Antonella Andreoli, coordinatr­ice comunale di FI, che ha lasciato il partito per candidarsi con la Lega.

DANIELA DIOMEDI, invece, ha avuto il via dai vertici del Movimento solo all’ultimo momento: problemi interni, locali, strascichi di mancate candidatur­e alle politiche. “La città è affogata da clientele e consorteri­e”, racconta adesso lei. “Manca il direttore della Pinacoteca, un nostro tesoro”. Si rimbocca le maniche e se la gioca così. Il 19 maggio in città a sostenerla è arrivato Luigi Di Maio, che si è beccato qualche contestazi­one dei centri sociali. La Mancinelli, in tutto questo, ha rigorosame­nte evitato i dibattiti con gli avversari. La politica tradiziona­le si arrocca, quella nuova sperimenta.

QUEL CHE RESTA DEI DEMOCRATIC­I

Si ripresenta la sindaca uscente, ma nasconde il simbolo dem. Nella vicina Pesaro arriva il Nazareno

IL “TERREMOTO” DELLA LEGA

Salvini si fa portare dal primo cittadino di Visso in tour tra le casette. E cavalca l’omicidio di Macerata

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Ansa Il progetto L’ipotesi di un collegamen­to del porto con l’autostrada A14

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