Rigopiano: “D’Alfonso usa la Regione per la sua difesa”
La denuncia di tre avvocati per abuso d’ufficio e danno erariale: “Doveva astenersi”
Èstata una delle più grandi tragedie italiane – una valanga il 18 gennaio 2017 uccide 29 persone intrappolate nell'hotel abruzzese di Rigopiano – e la Procura di Pescara sta indagando sulle massime istituzioni regionali. L’acc usa: cooperazione in disastro e omicidio colposo. Il motivo: l’assenza della Carta della valanghe, prevista per legge sin dal 1992, che avrebbe potuto impedire l’accesso dei turisti all'hotel, collocato in una zona a rischio, salvandone la vita.
PER QUESTO motivo – insieme ai due predecessori Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi – è stato indagato l'attuale governatore abruzzese, nonché neo senatore del Pd, Luciano D’Alfonso. E proprio per D’Alfonso ieri è arrivata una nuova denuncia. Per comprendere la questione, però, è necessario premettere un piccolo dettaglio: una consulenza della procura – che ovviamente resta un atto dell’accusa da dimostrare a processo – ha stabilito che “le scosse sismiche” di quei giorni “non hanno giocato un ruolo causale diretto con la valanga”. Ora torniamo alla denuncia: tre avvocati – Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri – accusano D’Alfonso d’aver commesso un abuso d'ufficio e chiedono anche l’intervento della Corte dei Conti per danno erariale.
Il motivo? Il 18 maggio, quando era noto che fosse indagato, proprio su “proposta del presidente D’Alfonso”, la Regione Abruzzo ha delibera- to di affidare a due esperti una consulenza che, tra i suoi obiettivi, ha quello di verificare “la sussistenza del nesso di causalità tra la serie di scosse sismiche e la valanga”, scrivono gli avvocati al procuratore della Repubblica di Pescara, Massimiliano Serpi. Secondo la delibera, continuano gli avvocati, “le risultanze delle a- nalisi dovranno pervenire” alla Regione “nei termini processualmente utili all'eventuale costituzione di parte civile”.
Secondo i denuncianti, però, D’Alfonso “avrebbe dovuto astenersi” poiché la delibera “verte su ‘fatti concernenti un interesse proprio’, ovvero la sua posizione di indagato”. “Il nesso di causa tra la valanga e il terremoto”, continuano, “nel tentativo di configurare l’eccezionalità e l’imprevedibilità dell’evento valanghivo” va nella direzione “del proscioglimento degli accusati da ogni responsabilità”. E ancora: “Si procura intenzionalmente al Presidente e ai dirigenti regionali indagati un vantaggio patrimoniale”. Quale? “L’acquisizione di una consulenza difensiva”. E così, “dietro l’apparente intento di fornire un consulente” al la Regione, quale costituenda parte civile, si cela il reale scopo di introdurre nel processo prove finalizzate a discolpare gli accusati”. Accuse gravissime – sotto l’aspetto giudizia- rio e anche politico – che la procura valuterà nelle prossime ore. Di certo, c’è che l’inchiesta sulla tragedia s’è trasformata in una guerra politica e amministrativa: due settimane fa D’Alfonso – con una memoria depositata in procura – ha rivendicato di avere soltanto un ruolo di indirizzo politico. E sull’assenza della Carta valanghe ha scaricato ogni responsabilità sul suo ex direttore generale Cristina Gerardis per non aver adempiuto alla realizzazione del programma di governo.
DALLA SUA MEMORIAè scaturita l’iscrizione di Gerardis nel registro degli indagati. Interrogata, Gerardis ha dichiarato che la Carta nel programma non c’era. E che D’Alfonso, prima della tragedia, non gliene avrebbe mai parlato. Ora i tre avvocati – Valentini, peraltro difende il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta – accusano D’Alfonso per aver addirittura proposto, anziché astenersi, una consulenza della Regione per acquisire prove che possano scagionarlo. Eppure, se quella Carta valanghe fosse esistita, se davvero avesse potuto imporre la chiusura dell’albergo, e quindi l’accesso ai turisti, neanche le scosse di terremoto avrebbero potuto far vittime.
Il senatore indagato La Giunta affida a due esperti una consulenza che potrebbe scagionarlo
Prova a discarico L’obiettivo: verificare il nesso di causalità tra la valanga e le scosse sismiche di quei giorni La scheda
29 MORTI
Il pomeriggio del 18 gennaio 2017, poche ore dopo una forte scossa di terremoto, una valanga travolse l’albergo “RigopianoGran Sasso Resort”. I soccorsi, ostacolati dalle abbondanti nevicate, giunsero sul posto soltanto a notte fonda. Le operazioni di ricerca proseguirono fino al 26 gennaio. Dei 40 ospiti dell’albergo sopravvissero soltanto 11 persone