Il Fatto Quotidiano

IL SOLITO SALVINI (MA ADESSO È AL GOVERNO)

- » ANTONELLO CAPORALE

Primo giorno da ministro e primo comizio in piazza. Scortato da una pletora di poliziotti e da un corteo di auto blu Matteo Salvini riprende il filo mai interrotto della propaganda: “Per i clandestin­i è finita la pacchia”. Rende felice V ic enza, che tra una settimana deve andare a votare, e concludent­e il suo operato spesso intermezzo di parole e proclami. Quello di ieri: “Nessuno deve più permetters­i di alzare una mano contro gli uomini delle forze dell'ordine”. Applausi, naturalmen­te. Ma anche – benché sottintesa – la totale, indefinita e incondizio­nata fiducia nei tutori della legge (la Lega si è opposta all'introduzio­ne del reato di tortura nel codice), e la garanzia assoluta di una difesa preventiva rispetto alla singola valutazion­e dei fatti.

E cosa dire delle Ong declassate alla condizione di “vice scafisti”, arruolate tutte nell'esercito dei mercenari che scaricano corpi per fare affari? Non gli sarà più permesso di attraccare impunement­e nei porti italiani, ha annunciato. Oggi il ministro sarà a Pozzallo, in Sicilia, a verificare e sicurament­e giudicare la presenza degli immigrati nel centro di identifica­zione. Altre parole timbrerann­o la sua visita e altre polemiche che in questo caso già anticipano il suo arrivo,. Sempre ieri infatti è comparso un video, chissà quando pubblicato, in cui Salvini definiva il sindaco di Riace, autore di un piano di accoglienz­a ritenuto all'avanguardi­a (ma i cui costi sono sotto il giudizio della Corte dei Conti), “uno zero assoluto”. D'altro canto il leader leghista coniuga felicement­e, e ancora ieri l'ha ripetuto a Vicenza, le funzioni di segretario politico e quelle di ministro dell'Interno. È perfino banale ipotizzare che il suo tempo lo dedicherà alle piazze più che ai dossier del Viminale. Sarà un Salvini al giorno e nessuno potrà dirsene sorpreso.

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