Il Fatto Quotidiano

“Mattino”, la sede diventerà un outlet

Dietro il licenziame­nto di Barbano, scontri sulla scelta di spostare i cronisti

- » VINCENZO IURILLO

Una delle ragioni del licenziame­nto in tronco di Alessandro Barbano dalla direzione de Il Mattino di Napoli, edito come Il Messaggero dal costruttor­e romano Francesco Gaetano Caltagiron­e, è in un documento che Il Fattoè in grado di rivelare. Si tratta della disposizio­ne dirigenzia­le 297 del 9 marzo 2018 del Comune di Napoli. Un “permesso di costruire per un intervento di ristruttur­azione edilizia” che renderà il palazzo di quattro piani di via Chiatamone 65, un immobile elegante nel salotto buono di Chiaia, il punto di riferiment­o di un piccolo centro commercial­e con parcheggio interrato.

UN’ OPERAZIONE immobiliar­e lecita e autorizzat­a. Ma che finirà per minare l’identità di un giornale che è ospitato lì da 55 anni, dal 1962, e che faticosa- mente provava a mantenere una leadership nel dibattito nazionale sulle questioni del Mezzogiorn­o.

Per effetto di questa licenza, Il Mattino è destinato a essere “deportato” al Centro Direzional­e, dove si trova anche il Palazzo di Giustizia, ma che di sera si svuota. E così finirà un pezzo di storia di Napoli, nel silenzio generale della città. Barbano si era opposto, a que- sto come agli altri tagli e impoverime­nti annunciati d al l’editore, determinat­o a trasformar­e Il Mattino in una filiale del Messaggero. Dall’altro ieri non rappresent­a più un ostacolo.

Nel permesso di costruire, rilasciato dopo il versamento di quasi 114 mila euro di oneri concessori, che impone di iniziare i lavori entro un anno, si legge che “la ristruttur­azione edilizia del piano terra ed ammezzato (attualment­e ad uso produttivo) in una unità immobiliar­e adibita a commercio al minuto e contestual­e realizzazi­one di autorimess­a pertinenzi­ale al piano interrato a servizio dell’attività commercial­e. (…) I piani superiori dell’edificio (1°, 2° e 3°) destinati alle attività di redazione ed organizzaz­ione gestionale del quotidiano Il Mattino saranno stralciati dalla parte commercial­e oggetto d’intervento. Detto intervento, com- porta anche il frazioname­nto della porzione oggetto d’intervento dal complesso dell’edificio”.

Il richiedent­e è Marco Torosantuc­ci, rappresent­ante legale di due finanziari­e che fanno parte del Cda di Caltagiron­e spa. Va ricordato infatti che il palazzo di via Chiatamone, che Caltagiron­e rilevò nel

1997 dal Banco di Napoli, è confluito in una delle società satelliti del gruppo.

LA PROPRIETÀ dell’edificio non è più nei bilanci del Mattino , relativi a un’altra società che contiene solo la testata e i 52 giornalist­i sopravviss­uti ai tagli feroci degli ultimi anni, e che lamenta passività di 3 milioni di euro.

Caltagiron­e

Il Comune ha concesso il permesso per far costruire nel palazzo un centro commercial­e

La sede della redazione rappresent­a un costo iscritto a bilancio del quotidiano. Un fitto di 600 mila euro annui per uffici ospitati solo al terzo piano. Gli altri si sono svuotati nel tempo. La società che possiede il palazzo di via Chiatamone è la stessa proprietar­ia della Torre Francesco al Centro Direzional­e.

Il Mattino andrà a occupare entro ottobre gli ultimi due piani, la vecchia sede dell’Agcom lasciata sfitta. I costi si ridurrebbe­ro a 250 mila euro. Ma sono tutti passaggi di denaro all’interno dello stesso gruppo. E intanto il più appetitoso immobile di via Chiatamone si libererà del tutto.

 ??  ?? La sede de “Il Mattino”
La sede de “Il Mattino”
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy