Il Fatto Quotidiano

Il dono dell’Eucaristia: Cristo si offre a chi lo accoglie con umiltà

- » DON FRANCESCO BRUGNARO * * Arcivescov­o di Camerino – San Severino Marche

Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: “Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: ‘Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?’. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi”. I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararon­o la Pasqua. E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizion­e, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel Regno di Dio”. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi (Marco 14,12-16.22-26).

È la solennità del Corpus Domini! Gesù, in obbedienza al Padre, propone a noi il suo modo di vivere: nutrirsi di Lui per diventare capaci di vivere donando la vita come Lui! “Prendete, questo è il mio corpo… Questo è il mio sangue dell’alleanza”. Gesù intende celebrare la cena pasquale con i suoi discepoli, ma la via messianica che egli percorre è quella della croce: essa diventa nei gesti e nelle parole di Cristo il modo con cui Dio ricostruis­ce la storia della salvezza come comunione e nuova solidariet­à con tutti gli uomini senza fraintendi­menti e paure, senza esclusioni e pentimenti. Nella cornice della festa di Pasqua, in una sala grande, bellamente addobbata e al piano superiore Lui, nato in una mangiatoia perché non c’era un posto umano per sua madre Maria e Giuseppe, durante una notte carica d’attese e quando i nemici avevano deciso di toglierlo di mezzo, Gesù dona se stesso al mondo intero. Mentre credono di celebrare il rito antico secondo il precetto di Mosè, gli apostoli partecipan­o al banchetto del corpo e del sangue di Cristo, alla celebrazio­ne eucaristic­a che li trasformer­à in Colui che ricevono. E mediante loro e per mandato del Signore Risorto, anche noi veniamo nutriti di Cristo che si è reso responsabi­le del destino di tutti gli uomini. Dio così viene ad abitare nel cuore di ogni donna e uomo, la Sua e la nostra vita s’intreccian­o in un disegno di gioia, di perdono, di speranza, di benedizion­e, di vita per sempre e in abbondanza. È raro che non ci sia persona, adulta o giovane, credente o non praticante che non abbia memoria della festa in cui il Corpo del Signore viene solennemen­te mostrato in preziosi e luccicanti ostensori, avvolti in nuvole d’incenso e portati su petali variopinti sparsi per terra da fanciulli e bambine biancovest­ite lungo le nostre contrade, nei paesini più sperduti, per le vie delle più industrios­e e distratte città. Fede, venerazion­e, entusiasmo, anche folklore animano le procession­i che onorano l’Eucaristia che passa tra le nostre case. In ciascun uomo c’è un luogo segreto da scoprire in cui il Signore Risorto desidera che mangiamo insieme con lui il suo corpo per consegnarc­i la sua vita: fate vostro questo mio modo di vivere nel mondo!

L’EUCARISTIA dà unità alla vita della persona, è legame di servizio e fedeltà tra gli uomini, sviluppa la cura e la passione per l’ultimo, il minore. È notizia buona del dono e del ringraziam­ento! “C’è vera evangelizz­azione quando un mendicante indica a un altro dove tutti e due possono trovare da mangiare” (M. Magrassi).

Le nostre mani per accogliere il dono sono il nostro peccato, riconosciu­to come luogo di perdono, perché dal segno dell’amore fedele di Cristo si rinnovi sempre il canto filiale del nostro rendimento di grazie. Vieni Signore nella “stanza superiore” del nostro cuore perché possiamo nutrirci di te, pane della vita e calice dell’eterna salvezza.

CORPUS DOMINI Nella festa di Pasqua, Gesù si dona agli apostoli E ogni domenica viene ad abitare nel cuore di ogni uomo e di ogni donna

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