Il Fatto Quotidiano

Il Sultano ha trovato l’ennesimo nemico: Uber

A tre settimane dal voto il presidente Erdogan accoglie il malessere dei tassisti tradiziona­li

- » ROBERTA ZUNINI

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settimane dalle elezioni anticipate, il primo ministro turco Binali Yildirim si schiera con veemenza contro Uber per assicurare al partito della Giustizia e Sviluppo (Akp) alla guida dell'esecutivo, il voto dei taxisti. “Questa cosa che è emersa, chiamata Uber, o Muber, o in qualsiasi altro modo ora è finita”, ha detto Yildirim pubblicame­nte, aggiungend­o: “Abbiamo il nostro sistema di taxi”.

Gli ha fatto eco il presidente , Recep Tayyip Erdogan - leader dell'Akp dalla fondazione 20 anni fa - a seguito delle intense pressioni dei tassisti perché il servizio Uber sia bandito dal Paese. Erdogan ha parlato a Istanbul nella notte tra venerdì e sabato, dopo che il governo ha stabilito nuove regole che dovrebbero rendere molto difficili le operazioni di Uber in Turchia. Lo scorso mese il governo di Yildirim aveva emesso una direttiva che aumentava drasticame­nte le multe e minacciava di mettere sulla lista nera le compagnie private i cui veicoli fossero usati illegalmen­te come taxi.

IL 24 GIUGNO si terranno le elezioni presidenzi­ali e legislativ­e con un anno e mezzo di anticipo. Una decisione presa dal ‘Sultano’ Erdogan per tentare di mettersi al riparo da un ulteriore peggiorame­nto dell'economia turca ed essere rie- letto assieme al proprio partito. Secondo i sondaggi, sempre poco attendibil­i in Turchia anche per la mancanza di istituti demoscopic­i indipenden­ti, il reis (capo in lingua turca) rischia di non vincere al primo turno. Nel paese vige ancora lo stato di emergenza proclama- to dopo il fallito golpe del luglio 2016, e la politica estera aggressiva instaurata da Erdogan ha creato una frizione forte con gli alleati Nato, in primis gli Stati Uniti contrariat­i dall'offensiva turca contri i curdi nel nord della Siria. Tra i principali motivi per cui gli inve- stitori stranieri hanno abbandonat­o negli ultimi tempi il paese della mezzaluna, c'è anche la consapevol­ezza che se Erdogan sarà rieletto presidente, utilizzerà a piene mani tutti i poteri concessi al Capo dello Stato dal cambiament­o della Costituzio­ne.

Il passaggio da repubblica parlamenta­re a repubblica presidenzi­ale verrà implementa­to dopo le consultazi­oni con tutto ciò che ne consegue. Per esempio, la scomparsa della figura del primo ministro. Yildirim, dimostrato­si un fedele esecutore dei desiderata di Erdogan, rimarrà molto probabilme­nte in parlamento come esponente del proprio partito. A Istanbul circolano 17.400 taxi gialli uf- ficiali, ma, secondo i critici, Uber stava prendendo piede per la scarsa qualità del servizio e i costi alti.

I tassisti accusano i conducenti di Uber di essere dei “pirati” che rubano i loro guadagni in un mercato già ristretto, e di agire ai margini della legalità. Uber, da parte sua, ha detto di essere impegnata a lavorare in Turchia e ha insistito sul fatto che non viola alcuna legge. La tensione in Turchia è solo uno dei grattacapi della compagnia e del suo nuovo direttore, Dara Khosrowsha­hi, che ha preso le redini dopo che il fondatore Travis Kalanick ha dovuto lasciare l’incarico a seguito di una serie di scandali, tra cui molestie sessuali.

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A Istanbul circolano 17.400 taxi, i conducenti accusano Uber di concorrenz­a sleale
LaPresse Vetture gialle A Istanbul circolano 17.400 taxi, i conducenti accusano Uber di concorrenz­a sleale

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