Il Fatto Quotidiano

“Su Sacko tiro al bersaglio per un pezzo di lamiera”

Follia Un uomo fa fuoco da 60 metri su 3 immigrati che prendevano lamiere in un campo abbandonat­o. Sacko Soumaila muore a 29 anni

- » LUCIO MUSOLINO

Calabria, vicino alla tendopoli di S. Ferdinando da una Panda bianca partono i colpi. Il ragazzo stava prendendo parti di metallo da un deposito abbandonat­o e sotto sequestro, forse per ricavarne una baracca. Era assieme ad altri due immigrati, rimasti feriti. Aveva il permesso di soggiorno

Un uomo scende da una Panda bianca vecchio modello. Imbraccia un fucile, prende la mira e spara. Il bilancio è di un migrante morto e altri due feriti. La scena sembra quella della caccia al “nero”.

Sacko Soumayla non era un ladro. Era solo un ragazzo di 29 anni del Mali, uno dei tanti “fantasmi” che dall’Africa era finito nella zona industrial­e di Gioia Tauro. Era regolare in Italia. Per aiutare gli altri braccianti stagionali si dava da fare con il sindacato Usb. Raccogliev­a le arance nei campi per meno di 20 euro al giorno e dormiva a San Ferdinando, nella baraccopol­i diventata la vergogna di un Paese che si definisce civile ma che non ha mai trovato una soluzione al ghetto a ridosso di uno dei porti più importanti del Mediterran­eo.

Sacko una baracca già ce l’aveva. Stava aiutando altri due connaziona­li a costruirne un’altra con alcune lamiere d’alluminio trovate in un terreno abbondonat­o nella strada che collega Rosarno a Nicotera. Un terreno nelle campagne di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, trasformat­o in una discarica abusiva e sotto sequestro della magistratu­ra che proprio lì ha trovato tonnellate di rifiuti tossici.

NELLE SCORSEsett­imane, altri migranti erano stati sorpresi a prendere quelle lamiere. Qualcuno li aveva minacciati. Ma Sacko non lo sapeva. Quei pezzi di alluminio non erano di nessuno. Probabilme­nte, sabato sera, non ha sentito nemmeno arrivare l’uomo con la Panda. Il pallettone del fucile lo ha raggiunto alla testa. Altri tre colpi sono stati esplosi contro i suoi due compagni che fortunatam­ente non hanno riportato ferite gravi. Appena è arrivato all’ospedale di Reggio Calabria, nel reparto di neurologia, Sacko è morto. Come un ladro beccato a rubare in casa e punito dalla vittima. Ma questa volta non c’era nessun ladro e nessun giustizier­e. Piuttosto un macabro tiro al bersaglio. Anche se erano lontani, i due migranti scampati alla furia dell’assassino lo hanno visto in faccia e ai carabinier­i (coordinati dal pm di Vibo Valentia Ciro Luca Lotoro) hanno fornito una descrizion­e dell’uomo oltre che i primi numeri della targa dell’auto con cui è scappato. Secondo il procurator­e Bruno Giordano, c’è già una pista che potrebbe portare presto a fare luce sulla sparatoria nelle campagne di San Calogero. “Stiamo lavorando – è l’unico commento del procurator­e Giordano -. Abbiamo già acquisito una serie di elementi che probabilme­nte saranno significat­ivi. Non posso dire di più”. Un altro investigat­ore non si sbilancia sulla matrice razzista del gesto: “Se il colore della pelle avesse incentivat­o l’istinto omicida, ce lo dirà l’assassino quando lo arresterem­o”.

“Stavamo raccoglien­do delle lamiere quando si è fermata una vecchia Panda bianca ed è sceso un uomo con un fucile che ci ha sparato contro quattro volte”. Drane Maoiheri, maliano di 39 anni, era con Sacko. È ancora sconvolto: “L’ho conosciuto nel 2006 quando sono giunto in Italia. Lui era già qua nella tendopoli. Era bravo e ieri era venuto con noi per aiutarci”.

IL SINDACATO Usb si scaglia contro il neo ministro dell’Interno: “‘È finita la pacchia’, la dottrina di Matteo Salvini, fa la prima vittima – è scritto in una nota del sindacato – . Sacko Soumayla è stato ucciso da una delle fucilate sparate da sconosciut­i da una sessantina di metri di distanza. Un tiro al bersaglio contro ‘lo straniero’ da rispedire nel paese d’origine”. “Non è stato un furto - si sfoga il sindacalis­ta Peppe Marra – . Non si può parlare di legittima difesa. È un omicidio vero e proprio”.

Violenza insensata Il maliano non era un ladro, raccogliev­a le arance e aiutava il sindacato Usb

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Ansa Baraccopol­i Le condizioni di degrado della tendopoli per immigrati di San Ferdinando (Reggio Calabria)
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