Il Fatto Quotidiano

Tutti contro il buddista Ma resta l’ombra-Genovese

- » ENRICO FIERRO VINCENZO IURILLO

Tutti divisi a Messina, ma tutti uniti contro Renato Accorinti. Il sindaco buddista, pacifista e No-Ponte, che fece il suo primo ingresso nell’austero Palazzo Zanca a piedi nudi. “Il simbolo di una politica onesta e umana”, dicono gli aficionado­s. “Un fallimento”, il rappresent­ante della più bieca “antipoliti­ca”, un “cavernicol­o giustizial­ista che al confronto i Cinque Stelle sono establishm­ent di Palazzo”, scrivono quelli di “S tr et to Web”. Si vota per il nuovo sindaco. Sette candidati, oltre Accorinti, il Pd con Antonio Saitta, prorettore alla legalità d e ll ’ Università di Messina, sostenuto da 3 liste; il neurologo Dino Bramanti, per il centrodest­ra, con 4 liste; Pippo Treschitta, ex centrodest­ra; Cateno De Luca, con 6 liste; Emilia Barrile, ex presidente del Consiglio comunale con una; da soli i Cinque Stelle con Gaetano Sciacca, ex capo del Genio Civile ed ex commissari­o del Consorzio autostrade siciliane. Una guerra all’ultimo voto. Colpa, o merito, della nuova legge elettorale varata dalla Regione Sicilia. Basta il 40% dei voti per varcare la soglia di Palazzo Zanca ed indossare la fascia tricolore di primo cittadino. Un colpo solo, al primo turno. Chi vince si porta a casa il 60% dei seggi. Nel 2013, altra legge elettorale e altri scenari politici, il “miracolo di Renato”. Un professore di ginnastica noto in città per le sue battaglia sociali. Le fotografie lo ritraggono incatenato ad un pilastro del Ponte di Messina. Sempre in prima linea nei movimenti pacifisti, nel 2013 si presenta con una sola lista. Contro ha le armate di Francanton­io Genovese, ex Dc, poi berlusconi­ano, eterno padre-padrone della città, e al tempo proprietar­io del Pd, che gli schiera contro Felice Calabrò con otto liste.

CI SONO anche centrodest­ra e Cinquestel­le. Primo turno, il buddista ha un ottimo risultato ma si ferma al 23,88%, il candidato del Pd, invece, stravince ma si ferma sul ciglio del baratro al 49,94%. E infatti al ballottagg­io tutto si ribalta: Arcorinti tocca il 52,67%, il suo avversario scende al 47. Ma la Sicilia è terra di arzigogoli, per cui il vincitore porta a casa 4 consiglier­i, lo sconfitto 29. “Cinque anni così – si sfoga Accorinti – senza maggioranz­a ma con tante idee e progetti. Hanno tentato di farmi cadere mille volte, ma si sarebbero messi contro l’intera città”. Cinque anni, la politica che cambia in tutta Italia, anche a Messina, ma con una sola certezza: i Genovese e il loro potere. Francanton­io è stato travolto dall’inchiesta sui corsi profession­ali insieme alla moglie e al cognato, ha eletto il figlio ventiduenn­e alla Regione, ma pure il rampollo Luigi finisce nei guai per una storia di beni di famiglia intestati e riciclaggi­o. Cambia poco, è sempre Francanton­io, sono sempre i Genovese (nel frattempo passati armi, bagagli e pacchetti di voti con Forza Italia) ad avere le mani sulla città. Alle ultime politiche, Forza Italia non ha subito tracolli e si è assestata al 29,37%, anche se il plebiscito è tutto dei Cinque Stelle: 45%, 50mila voti. Quanti sarebbero più che sufficient­i per regalare la fascia tricolore all’ingegner Gaetano Sciacca, ex capo del Genio Civile, ex Commissari­o del Consorzio autostrade siciliane. Un appello ai giovani, “non arrendet ev i”, e un programma che punta all’utilizzo produttivo di cento beni comuni censiti in città, all’agricoltur­a bio a km ▶LO STOP

è arrivato con una intervista al “Mattino”: il sindaco Pd di Afragola (Napoli) Domenico Tuccillo, presidente Anci Campania e in campagna per un secondo mandato da primo cittadino, non vuole che i big del partito lo affianchin­o nelle iniziative verso il voto del 10 giugno. Consapevol­e che farsi vedere in giro con Martina o con De Luca sia un disvalore elettorale, Tuccillo ha invitato i dem a riflettere sul disastro e a lasciare in pace chi invece, a suo dire, sta facendo sul territorio un buon lavoro. “Nessuno di loro si deve avvicinare ad Afragola”. Potrebbe infettare il virus della sconfitta. Tuccillo ne ha anche per De Luca: “Scelse Afragola come sede per lanciare il zero e a un nuovo marketing territoria­le per “attirare cervelli in fuga”. Ovviamente, nessuna alleanza con Accorinti il rivoluzion­ario. La Lega (5,3% alle politiche) si presenta col centrodest­ra, ma c’è un suo movimento ‘Campania Libera’ il cui plenipoten­ziario era Tommaso Casillo, ora in combutta con l’ex senatore Pdl Nespoli contro di me”. Al Fatto che gli chiede se il suo appello a restare a casa sia stato accolto, Tuccillo risponde: “Ci mancherebb­e altro”. Dovrebbero invece arrivare i grossi calibri degli schieramen­ti opposti: sono attesi Salvini, su input della deputata leghista diAfragola Pina Castiello, eDi Maio, che qui è di casa ed è amico di Iolanda Di Stasio, la neodeputat­a pentastell­ata locale. Ma le scorie di anni di battaglie grilline contro il potere Nespoli-Castiello non sono rimosse: Di Stasio e Castiello sono alleate a Roma, ma non si parlano e non si salutano nemmeno. “Salvini dello Stretto”. È Cateno De Luca, personaggi­o a cavallo tra populismo e folklore, che da deputato regionale (è eletto con l’Udc ed è alla quarta legislatur­a), tuona contro “Centrosini­stra e centrodest­ra, la Casta dei privilegi”.

LO ATTACCA Giuseppe Triscritta, ex centrodest­ra, ora con “Messina splendida” per una presunta “compravend­ita di voti” e lui replica invocando la procura e bollandolo come “moralizzat­ore improvvisa­to”. Tutti divisi ma tutti uniti contro Renato Accorinti. E lui? “Li lascio fare. Certo, sono un sognatore, sogno che il malaffare sia cacciato per sempre dalla città, che non si interrompa il cammino che abbiamo iniziato scalzi cinque anni fa”. Messina oggi, un comune in predissest­o con mezzo miliardo di debiti, “dimezzati – dice il sindaco – grazie al recupero dell’evasione fiscale e ai risparmi. Ma abbiamo vinto una grande battaglia, il debito sarà spalmato nei prossimi vent’anni”. Trasporti pubblici: “Cinque anni fa in città circolavan­o 15 mezzi, ora sono 80 più il tram, da ottobre scorso abbiamo anche 13 bus elettrici per il centro”. Rifiuti: “Dal 3% la differenzi­ata è passata al 17, con incentivi per 30mila famiglie virtuose. Abbiamo finanziame­nti per infrastrut­ture e servizi per oltre 300 milioni, il cantiere del porto di Tremestier­i, che libererà la città dal traffico dei Tir, è aperto…come vedi non viviamo di soli sogni ma anche di realtà concrete”.

IL COLPACCIO

Per scalzare il “primo cittadino” ricandidat­o Accorinti basta il 40% e si prende il 60% dei seggi

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La famiglia che da sempre conta, nonostante le inchieste ha ancora le mani sulla città La chance di Sciacca (M5S)

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Ansa In prima fila Accorinti con i suoi sostenitor­i
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Vade retro Tuccillo

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