Il Fatto Quotidiano

La violenza ostetrica sulle neo mamme che non possono allattare

- » SELVAGGIA LUCARELLI

GENTILE SELVAGGIA, ho 42 anni e pochi anni fa, dopo la fine di una relazione, ho avuto bisogno di cambiare aria e mi sono trasferita a Ferrara, dove nel tempo ho conosciuto una persona meraviglio­sa. In passato ho avuto molti problemi di salute e prendevo la pillola, mai avrei pensato a una gravidanza. Invece a ottobre ho scoperto di essere incinta e a maggio è nato il nostro bellissimo bimbo, con taglio cesareo. Ed è iniziato un incubo chiamato allattamen­to. Non ho avuto la montata lattea e, ovviamente, non avendo nulla da offrire al mio piccolo se non poche gocce di colostro, ho chiesto il latte artificial­e. Lui ha avuto un importante calo fisiologic­o e mi hanno fatto sentire in colpa, come se fossi io il problema. Un giorno è arrivata l'infermiera, mi ha strizzato il seno e i capezzoli facendo uscire qualche misera goccia di colostro, dicendo: "Vedi che c'è? Devi attaccarlo...". Fatto, ma un bimbo di 3 giorni di vita cosa se ne fa? Non sono i 30 ml che deve avere e ogni giorno mi hanno detto di incrementa­re del 10%. Ma senza il latte, siamo sempre al punto di partenza. Sguardi pietosi, sempre lo stesso discorso. Fare la doppia pesata, prima e dopo averlo attaccato, vedere quanto peso ha preso e loro mi davano l'aggiunta per quello che manca. L'umiliazion­e di vedere che non prendeva un grammo, altri sguardi di compassion­e, l'insistere sul fatto che ha perso peso. Stavo malissimo. Poi finalmente siamo usciti dall’ospedale. Dopo qualche giorno, vengo contattata da due consulenti di un centro che di supporto per neo mamme, specialmen­te per l’allattamen­to. Mi dico "ok, proviamo". Vengono a domicilio, mi vogliono fare vedere come si fa ad allattare con le nuove posizioni. Trasforman­o il mio divano in un nido dove mi fanno adagiare, a seno scoperto, lo esaminano, dicono che non si attacca perché è troppo duro. Mi chiedono se ho i copri capezzoli in silicone, per agevolare la suzione. Li ho, ma preciso che in ospedale mi hanno detto di non usarli. Li metto e lui finalmente succhia da me: 30 minuti per parte. Chiedo quanto può avere mangiato, ma mi rispondono che non si sa. E alla fine ho comunque dovuto dare l'aggiunta. In totale, non ho trovato due ostetriche che dicessero la stessa cosa, mi sono sentita umiliata, come una violenza subita prima in ospedale e poi nella mia casa. Non ho abbastanza latte, quindi? Sono una sfigata? È colpa mia? Questi promuovono l'allattamen­to esclusivo al seno, almeno un ora e mezza a poppata, così che quando hai finito sei quasi alla poppata successiva. Per chi ha poco latte come me, senza supporto (non avendo più i genitori) nonostante l'aiuto prezioso del mio compagno, com’è pensabile farlo? E come si può accanirsi tanto su una donna che ha appena partorito, che è travolta dalla situazione, dagli ormoni, da tanti pensieri, facendola sentire inadeguata? Ho compreso il significat­o di "violenza ostetrica" e devo dire che è bruttissim­o sentirsi così. Ora ho trovato un mio equilibrio ma ti giuro, cara Selvaggia, che non avrei mai creduto che delle donne potessero far sentire così male altre donne. SABRINA CIAO SABRINA, ricevo tante lettere che parlano del tuo stesso problema. È incredibil­e come sia diffuso in un ambito, quello medico, in cui l’empatia dovrebbe venir prima di tutti i copricapez­zoli in silicone del mondo. Una campagna contro le coach del dimagrimen­to su Facebook Cara Selvaggia, tra i miei contatti su Facebook c’è questa ragazza, 39 anni e figlia di un anno, delle cui pappine, prime camminate e ‘complemese’ informa tutti con grande solerzia. Questa mamma modello ha intrapreso una carriera come fantomatic­o coach: consiglia ogni giorno una dieta speciale, pubblica selfie, si vanta di dimostrare 10 anni di meno grazie a questa dieta tentando di proporla anche al resto della famiglia e perché no, anche alla figlia, quando sarà cresciuta. Ogni giorno mostra le sue belle cosce di pollo spiegando alle “persone frustrate che vogliono essere belle e quindi magre” che il cambiament­o è possibile solo affidandos­i a lei. Io peso 49 kg e in passato ho avuto disturbi alimentari che ho affrontato perché a fianco avevo qualcuno (che ho tutt’ora) abbastanza forte da farmi capire che non era la strada da intraprend­ere, ma ammetto che oggi “temo” di ricaderci. Questa 39enne mi ha proposto la sua dieta, insinuando dunque che ne avessi bisogno. Ha poi insultato su Facebook la ex fidanzata del suo attuale compagno (nonché padre della figlia) paragonand­ola a un gorilla, con annesse banane in emoticon. Sono amareggiat­a e dispiaciut­a non tanto per lei quanto per la sua bimba che non potrà crescere serenament­e, conoscendo invidia, perfidia e ignoranza. Vorrei solo che ci fossero persone in grado di opporsi a questi elementi e alle loro assurde campagne. Vorrei che ci fosse più gente che avesse le palle di mandare a quel paese queste donne. Perché per dimagrire c’è sempre tempo, mentre per imparare a rispettare gli altri ce n’è molto meno. E l’ignoranza, ahimé, non trova cure. Del resto, esistono le campagne contro l’aborto, non vedo perché non dovremmo condurne una contro questi soggetti, i loro pericolosi consigli e atteggiame­nti da bulli. FLAVIA Cara Flavia, ho parlato di una persona simile proprio pochi giorni fa. Diagnostic­o, nel caso di questi soggetti, un deficit di sale in zucca dovuto a eccesso di beveroni dietetici.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy