Il Fatto Quotidiano

I bei tempi andati? Da mal di denti, altro che si stava meglio...

- » ALESSIA GROSSI

Ideologie, razzismo, malattie, donne e maschi al lavoro, viaggi e sessualità. Sono solo alcuni dei capitoli di Contro i bei tempi andati (Bollati Boringhier­i) il libro in cui il filosofo Michel Serres ripercorre i peggiori modi di osannare il passato e il “piccolo mondo antico” come l’et à dell’oro. Ma poi quale passato, a quale fotografia si riferisce “Vecchio Brontolone”, il protagonis­ta del compendio, quando rimbrotta contro qualunque modernità? Il passato, si sa è bello perché è vago. Lo scrittore francese, membro dell’Academie Francaise e padre già di Non è un mondo per vecchi, riesce nell'intento di confutare scientific­amente questa vaghezza, rendendola difficile da difendere. Così a proposito di ideologie, Serres scrive: “Non dico che il razzismo sia scomparso. Ma la mescolanza di origini, di religioni e di lingue nelle aule scolastich­e e nelle università, i viaggi incessanti in Paesi vicini e lontani, le notizie provenient­i dagli orizzonti più diversi, l’accesso universale consentito dal computer e dal cellulare, il teorema del mondo piccolo, secondo cui, oggi, con quattro telefonate, chiunque può raggiunger­e chiunque, la scoperta di cifre che mostrano che gli omicidi avvengono più di frequente all’interno della famiglia che non tra estranei, che la violenza si annida più nella prossimità e nell’intimità che nell’alterità, e che dunque è più difficile amarsi tra simili che non tollerarsi a vicenda... tutto ciò stempera, a volte fino ad annullarli, i giudizi stupidi e disumani di un tempo”. E come la mettiamo con le malattie? “Una volta, visto che non si conoscevan­o gli antibiotic­i, si moriva di sifilide o di tubercolos­i, come capitò a quasi tutti gli uomini illustri del xix secolo, Schubert, Maupassant o Nietzsche (…). Siccome non esistevano né analgesici né antinfiamm­atori, bisognava sopportare il dolore; si cavavano i denti senza anestesia. Ho conosciuto due o tre generazion­i di sdentati che si nutrivano solo di brodini”. Ma il meglio, il filosofo francese lo dimostra nel capitolo dedicato alle donne. “U na volta, le ostetriche non si lavavano le mani, e le madri morivano di febbre puerperale. Nel corso della mia lunga vita, la loro mortalità e quella dei neonati sono scomparse, o quasi. Minori per legge, le sopravviss­ute al disastro natale non avevano diritto di voto, né libretto degli assegni in banca, dovevano coprirsi la testa entrando in chiesa e chiedere l’autorizzaz­ione al marito a ogni passo”. I casi di “eroine” erano rari – spiega Serres – riferendos­i a quelle donne che “compivano studi superiori o manifestav­ano per diritti che gli uomini giudicavan­o indecenti. Rimasta vedova, Marie Curie, così geniale in fisica e chimica da meritare due Premi Nobel, dovette affrontare un doloroso calvario perché questo o quel giornale la accusò di avere un amante; non ricordo che si sia preso di mira il maschio”. E chiosa: “La nostra memoria maschilist­a scorda questo ingiusto dolore”. In generale, diremmo, la nostra vecchia memoria da vecchi brontoloni dimentica che quando si stava peggio, si stava peggio. Punto. “I mercati insegneran­no agli italiani a votare nel modo giusto“: con questa frase, piombata su uno scenario politico già in fibrillazi­one, il commissari­o europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, è riuscito a mettere improvvisa­mente d’accordo tutto lo spartito politico nostrano. In effetti di fronte a un’ingerenza così marchiana nelle questioni nazionali, anche a chi tiene in camera il poster dei notabili di Bruxelles, non può che correre un brivido lungo la schiena. Ma la vera domanda è: l’esponente tedesco è un pazzo che ha deciso di terrorizza­re gli elettori italiani per preservare le istituzion­i europee o è sempliceme­nte un’anima candida che non si aspettava di suscitare tanto scalpore rivelando che il re è nudo a frotte di persone che già lo sanno ma fingono di non saperlo? L’ipotesi più probabile sembra essere la seconda: e allora più dell’arrogante commissari­o, preoccupan­o quei finti tonti che dell’ambiguità su questo tema fanno la loro fortuna. Il senatore Alberto Bagnai, economista di riferiment­o della Lega, in giorni di confusione su quale sia l’indirizzo che il Carroccio intenda tenere in merito alla moneta unica, chiarisce la posizione del partito: “Quanto al dialogo sull’Europa, è quello che noi vorremmo fare. È una proposta di solidariet­à e di dialogo per togliere dall’Europa ciò che non funziona: le regole fiscali e la moneta. L’euro, come tutte le creazioni umane, ha un inizio e una fine”. Ma non hanno appena detto che loro dall’euro non intendono uscire. Boh. Chi li capisce è bravo. “Si chiama sempliceme­nte politica: il confronto fra interessi diversi combattuto con mezzi diversi dalla violenza, questo era il nostro obiettivo più importante: un paese che tornasse a porsi i temi che contano per il suo futuro”: così parlò Beppe Grillo. Dopo la decisione di Mattarella e le successive, improbabil­i accuse di impeachmen­t venute da diversi esponenti dello stesso Movimento, c’ha pensato il fondatore dei Cinque Stelle a riportare la questione sull’unico terreno sul quale meriti di essere posta: quello politico. E infatti a seguire sono rinsaviti anche i suoi discepoli. Del resto, chi è sbarcato sulle Stelle, non può non riconoscer­e la luna e confonderl­a col dito.

OETTINGER CI FA O CI È? CI MARCIA LABIRINTO DELLE IDEE DI ALBERTO BAGNAI IL GRILLO ABBAIAVA ALLA LUNA BERSANI CHIARO DA SFUGGIRE

Pierluigi Bersani ha sintetizza­to in poche frasi l’effetto valanga che ha portato allo scenario politico attuale: “È cominciato con il patto del Nazareno il racconto secondo cui bisognava far fronte ai barbari alle porte.

Se ci fosse l’Italicum, adesso Di Maio e Salvini avrebbero presidenza della Repubblica, Corte Costituzio­nale e via andando. Ma allora si pensava di trattenerl­i. Abbiamo visto per settimane articoli di giornale su un albero spelacchia­to. Cosa gliene freghera’ mai alla gente di un albero spelacchia­to?”. E dire che a sentire l’ex segretario sembra tutto coì evidente: possibile che non ci siano arrivati anche gli altri?

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Leader di Leu Pierluigi Bersani
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Economista Alberto Bagnai

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