Pietro Ingrao, la “Memoria” non è solo dover ricordare
BOOK BOOKS Gli ultimi 70 anni del ’900 letti da un militante cresciuto da intellettuale
Se cominciate a leggere Memoria di Pietro Ingrao (a cura e con uno scritto di Alberto Olivetti, Centro Studi per la riforma dello Stato editore) troverete un testo denso e breve di uno dei grandi protagonisti del Pci, un uomo colto, complesso e semplice, che ripensa a se stesso, mentre Alberto Olivetti si cura di riordinare tavolo, appunti, pensieri, discorsi del protagonista, senza mai sovrapporsi e perdere il contatto con la voce. E vi rendete conto che il dislivello fra il mondo in cui Ingrao è vissuto e di cui Olivetti organizza la testimonianza, è molto diverso e molto al di sopra del mondo politico e morale in cui adesso viviamo.
Attenzione. Non si tratta del Pci che c’entra molto, ma solo come fondale e contesto (e a momenti come spiegazioni di una vita). È il resoconto dell’esistenza personale di un uomo che vede e trapassa il limite di essere un intellettuale e un poeta, decidendo che il di più di creatività che segna e riempie la sua vita, è parte della vita in comune e della partecipazione alla vita degli altri che allora si chiamava politica.
Olivetti organizza Memoria seguendo, quasi insieme, sia il percorso della maturazione culturale, psicologica, morale, di un ragazzino di scuola media che diventa un giovane uomo mentre la sua vita personale è affollata degli incontri con la filosofia, la letteratura, i grandi saggisti, la poesia, il romanzo, ma anche l’arrivo del fascismo in armi.
DUNQUE lo assedia la guerra, lo fronteggia il disastro europeo, lo va a cercare e arruolare il militantismo politico. E sono molto belle le righe in cui il giovane che sta diventando militante ma intanto cresce da intellettuale, si domanda se un poeta come Ungaretti possa essere un grande poeta (lo è, decide) benchè sia fascista. La qualità di Memoria, sta nell’impegno e nella capacità di rendere conto della lunga vita di Pietro Ingrao, ricchissima di fatti, idee, letteratura, riflessioni filosofiche, opere, usando sia il diario d’autore che l’esplorazione del curatore, e mantenendo largo l’orizzonte dell’esplorazione. In questo senso Memoria è un modello di lavoro storico: la storia spiega il personaggio (che ha molte vite e una voce che risuona alta e a lungo) dentro il più vasto fondale di politica e di vita italiana. E proprio mentre il libro vi cattura e vi entusiasma, dovete rendervi conto di quanto sia profondo il gradino della nostra discesa verso la condizione (culturale e politica ma anche quotidiana) in cui stiamo tentando di continuare il dibattito.