Il Fatto Quotidiano

RENZI IL “CAZARO” ORA LO PAGANO PURE PER PARLARE

- » DANIELA RANIERI

Non vorremmo tediarvi con argomenti superati, ma ieri una serissima cronaca del Corriere riferiva della nuova vita da conferenzi­ere globetrott­erdi Matteo Renzi e non possiamo resistere: “C’è già un nuovo inizio da raccontare”, diceva il dispaccio, “quello di senatore semplice di Firenze e Scandicci che ha iniziato a girare il mondo facendo discorsi ( speech) remunerati, invitato in Paesi stranieri tra lobby, partiti politici, capi di Stato e grandi imprendito­ri”.

A COLPIREnon è tanto la ripetizion­e pedissequa della qualifica che Renzi si è autoconfer­ito di “senatore semplice”, come se nel Parlamento ci fossero dei gradi gerarchici (appuntato senatore, senatore brigadiere, vice tenente, etc.); né che Renzi si sia riciclato come speaker senza restituire lo stipendio da parlamenta­re che pure noi, a quanto se ne sa, gli forniamo a mensilità piena. Già più sbalorditi­vo è il fatto che ci sia chi lo invita per parlare, ma del resto Schettino fu chiamato a tenere una lezione di Gestione del panico a La Sapienza. A lasciare interdetti è che nel mondo ci sia chi è disposto a pagare per starlo a sentire, quando la maggioranz­a degli italiani pagherebbe per non sentirlo più. Tant’è, il Corsera lo rintraccia sulla Via della Seta, appena sbarcato da una galea partita da Venezia: “Ieri l’ex premier si trovava a Pechino per tenere un discorso”, e giorni fa è “volato in Kazakistan per tenere uno speech dopo essere già stato in Qatar, as- sieme al fidato Carrai, per incontrare l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani”. Ci siamo immaginati Renzi vestito alla guisa dei mongoli insegnare agli indigeni le materie di cui è più esperto: come si distrugge un partito, come si divide una Nazione su un referendum inutile, come si perdono tutte le elezioni possibili, etc. Poi abbiamo avuto la fortuna di visionare il vero filmato del senatore magiaro che tiene il suospeec hall’ Eu rasi an Media Forum di Almaty, Kazakistan .“Questo ”, esordisce mostrando uni P ho ne ,“15 anni fa non era nelle nostre tasche ma nella mente di Steve Jobs”. Fa smorfie raccapricc­ianti. Pause teatrali. Sillaba in un inglese tragico: “L’Europa ha perso sé stessa e i suoi valori”. S’avventura: “Se per mio padre”, anzi “per mio nonno, la missione era combattere i nazifascis­ti (per il babbo piuttosto la missione è combattere i pm, ndr), per i miei nipoti sarà trovare soluzioni ai problemi della cybersecur­ity”. E avanti così, per infiniti, strazianti minuti di luoghi comuni. Riconsegna­to alla Ricerca pura cui appartiene, Renzi è sulla rotta di Marco Polo per seminare la pianta del “dialogo tra Europa e Asia”, dal che solo si evince in che condizioni versa quest’ultimo. Alla fine dello speech, i Cazari presenti hanno riconsegna­to il certificat­o di appartenen­za etnica per manifesta inferiorit­à.

LA MISSIONE DI RENZI Impegnato a tenere “speech” dalla Cina al Kazakistan al Qatar Ma c’è chi lo paga anche per starlo a sentire?

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