Gay e “famiglia”, tutti i Fontana che si sono scordati
Le frasi del leghista Così parlavano i cattodem e Renzi
“Molti di noi ritengono che i bambini abbiano bisogno di una figura maschile e di una femminile: continuare a rilanciare sulle adozioni alle coppie gay sarebbe un’inutile forzatura”. A sostenerlo, nel gennaio 2017, è il deputato Pd Edoardo Patriarca. Uno dei rappresentanti dello stesso partito che oggi insorge contro le parole del neo ministro Paolo Fontana, reo di sostenere che “le famiglie arcobaleno non esistono”. Per il Pd, il partito che ha promosso e approvato la legge sulle unioni civili, le famiglie arcobaleno probabilmente esistono, ma solo se non si parla di matrimonio o stepchild adoption. È Ivan Scalfarotto – senatore dem, attivista lgbt – a denunciare pubblicamente (maggio 2016) il fuoco amico: “Un nostro senatore mi disse, serio: ‘Per colpa tua il vescovo mi ha tolto il saluto’. I cattolici non volevano la legge. Puntavano a svuotarla, in modo che i gay non l’avrebbero più difesa”. A frenare non sono stati solo gli alleati di destra, gli alfaniani di Ncd. Ma anche i cosiddetti “cattodem”, tra cui ci sono anche renziani di ferro.
IN PIENA DISCUSSIONE della legge Cirinnà, alcuni democratici – come Giuseppe Fioronie altri esponenti dell’area popolare – sfilano al Family day, la manifestazione in difesa della famiglia tradizionale. Una decina di anni prima, nel febbraio 2007, a manifestare in piazza San Giovanni per la famiglia (al singolare) c’è anche un giovane Matteo Renzi, pre- sidente della provincia di Firenze. “Non ritengo quella della coppie di fatto la questione prioritaria su cui stare mesi a discutere per poi trovare una faticosa mediazione”, dice Renzi ad Avvenire. “È difficile capire perché c’è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla Chiesa viene visto come ingerenza. Non c’è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia”, sostiene in un’altra occasione.
Nel febbraio 2016 Renzi acconsente all’eliminazione della nor- ma che permette al partner omosessuale di adottare il figlio naturale del proprio compagno/a. Di fatto sconfessando non solo sé stesso (“No allo stralcio della stepchild adoption”, 29 .12. 2015) ma anche altri esponenti del suo partito: “Stralciarla è un’ipotesi priva di fondamento” (Sergio Lo Giudice, 7.12.2015), “Chi chiede lo stralcio vuole che l’Italia resti l’unico paese europeo senza una legge sulle unioni civili” (Federico Fornaro, 4.1. 2016), solo per citarne alcuni.
COSÌ quando alla fine la Cirinnà viene approvata, esultano anche i cattodem, da Stefano LepriaRosa Di Giorgi: “Abbiamo trovato una soluzione – scrivono – che è necessariamente un compromesso tra posizioni molto distanti. Consente di dare al Paese una legge che riconosce i diritti fondamentali alle persone dello stesso sesso, mantenendo e rafforzando la necessaria distinzione con l’istituto matrimoniale”. In altre parole: sì all’unione fra gay, ma la famiglia è un’altra cosa. Nel settembre 2012 l’allora presidente dem Rosy Bindi si rivolge così a un ragazzo gay: “Il matrimonio è un istituto pensato per gli eterosessuali. Potreste avere più fantasia e inventarne uno vostro”.