L’amore, la tenerezza e le nuove famiglie
Dall’autrice della commissaria Lobosco, la storia di Marco, di suo padre e della badante di lui
Gabriella Genisi è famosa per aver creato il personaggio del Commissario Lolita Lobosco, ritenuto dalla critica l’alter egoal femminile del Commissario Montalbano.
STAVOLTA si è cimentata in un nuovo genere, accostabile al “romanzo di formazione”. Il libro si intitola La teoria di Camila, una nuova geografia familiare il cui tema portante si può così riassumere: affrontare il momento della perdita di un genitore segna il passaggio all’età adulta, poiché “è quando smetti di essere figlio che diventi adulto”. Roma. Marco ha 50 anni, un’ex moglie, una moglie con un “contratto in scadenza” – così la definisce lui –, due figli, un’amante molto più giovane di lui, e parecchie partite di calcetto tra amici. Una vita matrimoniale che arranca, farcita di bugie e scappatelle: “Spesso frequentavo tre ragazze alla volta. La sera inviavo una buonanotte uguale alle mie donne diverse”. Fin qui può sembrare la trama di un romanzetto da poco, di quelli pescati nelle ceste delle grandi occasioni negli autogrill. La verità è che questa carriera di gran viveur, incurante degli affetti che lo circondano e affetto da un’insanabile sindrome di Peter Pan, viene stroncata dalla morte del padre, soprannominato “il Pro- fessore”. È questo il momento di rottura della trama: con la morte del padre, Marco si ritrova a fare i conti con se stesso, con il genitore che ormai non ha più, con l’accumulo di sciatteria ed egoismi collezionati negli anni e con una vita che ha bisogno d’essere stravolta perchè sia felice.
A fare da “Virgilio” a Mar- co, sarà Camila, la signora che per tre anni si è occupata del padre e che sogna di essere architetto. Una donna dolce, materna, che ha nutrito di affetto e comprensione un uomo che per anni aveva perso l’entusiasmo di parlare addirittura con la propria moglie.
DAL MOMENTO in cui i due si incontreranno, scatterà la scintilla. Conoscere a fondo Camila, sarà il modo, per Marco di conoscere il papà. Ma non è tutto: ad arricchire le chiacchierate tra i due protagonisti, un diario scritto dal Professore – e da Camila –, che racconta gli umori, le verità e le dinamiche della famiglia di Marco ai tempi della sua infanzia ma non solo.
Questo libro non ha molte pretese, se non quello di analizzare nel dettaglio due situazioni più comuni di quanto spesso ci si convinca che non lo siano. Da una parte legittimare il bisogno di tenerezza che molti anziani cercano trale braccia delle cosiddette“badanti ”. E Gabriella Geni silo fa con una delicatezza e un tatto non indifferenti. Dall’altra, prendere un’ esistenza all’ apparenza vivace, ma nel concreto sconclusionata, come quella di Marco, e ribaltarla, quando questa sembra essere allo Zenit dell’ inconsistenza, utilizzando l’ escamotage inaspettato e doloroso della morte.