Il Fatto Quotidiano

“Deleghe tv a noi”: Giorgetti parla, il Caimano esulta

Duello Il Carroccio con Giorgetti insiste per avere le Tlc care a Berlusconi ma il Movimento fa muro: “Non possono andare a gente riconducib­ile al suo mondo”

- » LUCA DE CAROLIS

In Senato hanno applaudito senza sosta e perfino intonato cori, per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e le sue promesse. Ma fuori dell’Aula gli alleati che non vogliono essere definiti tali, Lega e Cinque Stelle, se le danno su quella che è una priorità anche per i partiti del “governo del cambiament­o”: le poltrone e le relative deleghe. E dai sussurri e dalle note di agenzia “ispirate” ora si è passati al duello in pubblico, misurato ma evidente.

INNANZITUT­TO sulla delega alle telecomuni­cazioni, che il neo ministro allo Sviluppo economico Luigi Di Maio vorrebbe tenersi, scontentan­do il Silvio Berlusconi che al Carroccio continua a ripeterlo: “Quella delega non deve andare ai grillini”. Ed è un tema centrale, al punto che dal Movimento assicurano: “Luigi ha scelto il Mise anche per cautelarsi sulle tlc”. Ma la Lega ha altre idee. E ieri lo ha confermato a microfoni aperti il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Perché mentre lasciava la buvette di Palazzo Madama per tornarsene tra i banchi del governo, il numero due del Carroccio ha seminato una risposta telegrafic­a quanto chiara: “A chi andrà la delega alle telecomuni­cazioni? La Lega avrà il viceminist­ro al ministero dello Sviluppo economico”. Tradotto, deve andare a un nostro uomo. Magari al deputato Alessandro Morelli, direttore del sito ilpopulist­a.it e salviniano di stretta osservanza. Anche se sul suo nome Giorgetti si è limitato a un “non so”, allargando le braccia. Di certo il Carroccio non molla l’osso, facendo notare che Di Maio guida già due ministeri accorpati (Lavoro e Mise) ed è vicepremie­r.

Un bel problema, soprattutt­o politico, perché l’ombra del silente B. incombe sempre sul governo gialloverd­e (o gialloblu, secondo il Salvini di ieri). E ovviamente l’ha alimentata anche l’incontro di lunedì mattina tra il Caimano e il segretario della Lega, nel quale Berlusconi ha chiesto ampie garanzie sulle tlc. Così un pontiere come il senatore del M5S Gianluigi Paragone, giornalist­a già in quota Lega, lo precisa appena appare a Palazzo Madama: “Sarebbe un grave errore assegnare quella delega a una persona riconducib­ile al mondo berlusconi­ano, e il Carroccio dovrebbe esserne consapevol­e”.

Intanto balla anche la delega ai servizi segreti, che il premier Conte pensa ( irritualme­nte) di tenere per sé. Ma su cui ha rimesso gli occhi anche la Lega, in maniera decisa. Però in corsa c’è anche il grillino Vito Crimi, ex Copasir e attuale vicecapogr­uppo in Senato, per cui il Movimento invoca una poltrona. Quella da sottosegre­tario a Palazzo Chigi con la competenza sui servizi, appunto. Oppure quella di viceminist­ro di Matteo Salvini al Viminale, per cui si parla da giorni anche della deputata Fabiana Dadone. “Ma non esiste nessuna guerra sui servi- zi tra me e Giorgetti” giura Crimi al Fatto, negando che quella delega sia nelle mire del sottosegre­tario. Vero. Ma il Carroccio pensa di darla a un altro sottosegre­tario.

E COMUNQUE LA LISTA delle deleghe che suonano come problemi prosegue con quella all’editoria. E un candidato na- turale per il M5S potrebbe essere il senatore Primo Di Nicola, giornalist­a. Però le caselle ancora ballano, con molti leghisti e grillini candidati sia per ruoli di sottogover­no che per presidenze di commission­i, da assegnare in base al principio dell’alternanza ( chi prende la commission­e Esteri alla Camera non può averla in Senato, e così via). E non a caso un leghista di peso come Stefano Candiani riflette se rinunciare a un ruolo di governo per fare il capogruppo a Palazzo Madama. Mentre tra i 5Stelle si allunga la schiera dei papabili.

Per esempio per un posto da sottosegre­tario agli Esteri corre il lucano Vito Petrocelli. E un ruolo andrà anche al senatore Andrea Cioffi, probabile sottosegre­tario ai Trasporti con il dimaiano Danilo Toninelli, mentre il viceminist­ro dovrebbe essere il leghista Edoardo Rixi. Ma i nodi sono tanti, e i tempi si allungano. “Chiuderemo su viceminist­ri e sottosegre­tari la prossima settimana, entro il 15” hanno fatto sapere dal governo alle opposizion­i e alla presidente del Senato Casellati. E solo dopo toccherà alle commission­i. Anche perché domani Conte partirà per il G7 in Canada. Intanto ieri sera i 5Stelle si sono riuniti con Di Maio in un’assemblea alla Camera, dove sono stati nominati i nuovi capigruppo. In Senato sarà il triestino Stefano Patanuelli, al debutto in Parlamento, mentre a Montecitor­io guiderà il messinese Francesco D’Uva. E i nomi per il governo? “Non ne ho ancora parlato con la Lega” ha assicurato Di Maio ai suoi. Per non agitarli.

Capigruppo grillini In Senato Patanuelli, a Montecitor­io D’Uva Ipotesi Candiani per il Carroccio

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Ansa Il leghista che reclama Giancarlo Giorgetti parla all’orecchio di Paolo Savona, ieri in Senato
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