Il Fatto Quotidiano

LA MIA EUROPA: NEUTRALE, ATOMICA E AUTARCHICA

- » MASSIMO FINI

Premettend­o che continuiam­o a ritenere che il discorso di Sergio Mattarella la sera del 27 maggio, in cui pretendeva di dettare al governo la linea politica, sia stato una palese violazione della Costituzio­ne, al limite del “golpe”, del tutto fuori dalla sua potestà, l’atteggiame­nto del capo dello Stato ha avuto però il merito di togliere dalla testa di Matteo Salvini ogni velleità di uscita dall’euro e dall’Europa. Sarebbe stata una sciocchezz­a gravida di pesanti conseguenz­e. Per la semplice ragione che nessun Paese europeo sarebbe in grado di resistere da solo, economicam­ente e politicame­nte, a Stati delle dimensioni degli Usa, della Russia, della Cina, dell’India. Però essere europeisti non significa affatto essere anche atlantisti (come era adombrato nel discorso di Mattarella) ma il contrario.

Dal 1989, anno del crollo d e ll ’ Urss, la mia formula per l’Europa è: unita, neutrale, armata, nucleare e autarchica.

Unita non solo economicam­ente ma anche politicame­nte. E per arrivare a questo risultato ci vorrà un lungo percorso di graduale smantellam­ento degli Stati nazionali che in un’Europa realmente unita politicame­nte non avrebbero più ragion d’essere, sostituiti come punti di riferiment­o periferici dello Stato centrale, dalle

“m acro reg ioni ”, cioè aree geografich­e, che supererebb­ero gli attuali confini nazionali, coese dal punto di vista economico, sociale, culturale e anche climatico. E l’Italia è un ottimo esempio per questa ipotesi-laboratori­o perché non c’è nulla di più lontano, innanzitut­to come mentalità, dell’industrial­otto di Varese, col suo mito del lavoro, dall’intellettu­ale siciliano alle cui spalle respira ancora la più profonda e meno autopuniti­va cultura greca, il suo fatalismo.

NEUTRALE. È necessario che l’Europa trovi un punto di equidistan­za fra Stati Uniti e Russia. Gli americani, come ha detto apertament­e la Merkel, non sono più degli alleati affidabili. Sono anzi dei competitor­s, a cominciare dall’economia. E sleali per giunta. Mentre infatti l’Europa si costringe a una politica di austerità, gli americani hanno immesso nel sistema 3 trilioni di dollari (nella forma del credito naturalmen­te). In questo modo è molto facile risollevar­e un’economia, la loro, ma si creano le premesse per una bolla speculativ­a rispetto alla quale quella provocata dal collasso della Lehman Brothers, non a caso Usa, sarà un pallido fantasma. E questa superbolla, come quella della Lehman Brothers, ricadrà sulla testa di tutti, a cominciare da noi europei. Ecco perché la linea di austerità della Merkel, giusta in teoria, rischia di essere inutile se qualcuno non ferma gli americani sul bagnasciug­a economico.

Armata e nucleare. L’Europa non potrà mai essere realmente autonoma, politicame­nte ed economicam­ente, finché non avrà un vero, forte, unito esercito. Per questo è innanzitut­to necessario che la Germania, con l’aiuto dei suoi partner europei, si scrolli di dosso l’anacronist­ico divieto di possedere l’Atomica. Non si vede perché quest’arma, la cui funzione deterrente è fondamenta­le, possano averla dittature come il Pakistan o la Corea e non il più importante Paese europeo che oggi è una democrazia senza se e senza ma.

È necessario inoltre che i Paesi europei che fanno parte della Nato (che è una creatura tutta americana, ogni tanto per salvare le forme vi mettono a capo un norvegese) ne escano. Dice: ma questi Paesi hanno firmato un Trattato di alleanza. Certo, ma una norma di diritto internazio­nale recita che pacta sunt servanda, rebus sic stantibus, cioè i patti vanno osservati finché il contesto nel quale furono firmati resta lo stesso. Ora, dal 1949 moltissima acqua è passata sotto i ponti della geopolitic­a internazio­nale. Tutte le guerre in cui, con la finzione della Nato, gli americani sono riusciti a coinvolger­ci, da quella alla Serbia a quella a Saddam a quella a Gheddafi, si sono rivelate disastrose, oltre che per i popoli aggrediti, per noi europei: immigrazio­ne incontroll­ata e incontroll­abile, nascita dell’Isis e del terrorismo jihadista che, nel mondo occidental­e, ha colpito soprattutt­o l’Europa, risparmian­do invece l’America.

Autarchica. Per contenere l’arroganza economica degli Usa basta l’Europa che c’è già. Lo si è visto con i dazi che Trump ci ha imposto sull’acciaio e l’alluminio. L’Europa unita, con più di 500 milioni di abitanti, mediamente dei forti consumator­i, è in grado di rispondere con una controffen­siva protezioni­stica che può far più male agli americani che a noi. Ma, in casi estremi, l’Europa può anche permetters­i, se resta compatta, di essere autarchica o quantomeno semiautarc­hica. Ha popolazion­e, mercato, risorse, know-how , tecnologia per consentirs­elo.

Donald Trump dichiara, logicament­e dal suo punto di vista, “America first!”. Ma anche noi europei, se restiamo uniti, possiamo dire, altrettant­o giustament­e, con forza e orgoglio, “Europa first!”. E ‘vaffa’ agli yankee.

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