Il Fatto Quotidiano

#MeToo Quel gran genio di Woody e la capacità di ribaltare la realtà

- SABRINA GERVASI FEDERICO PONTIGGIA

WOODY ALLEN si propone testimonia­l delmovimen­to #MeToo. Dopo essere stato accusato di aver abusato della figlia Dylan Farrow, con la quale da sempre è protagonis­ta di una storia controvers­a, Allen rifiuta le accuse e rincara la dose: “Lavoro nel mondo del cinema da 50 anni, sono stato sul set con centinaia di attrici e nessuna di loro mi ha mai accusato di molestie, dovrei rappresent­are io il MeToo”, aggiungend­o di avere pagato le attrici, sempre, esattament­e come gli attori.

Il ragionamen­to non fa una piega, e siccome è una delle poche personalit­à di spessore a non rientrare nello scandalo Weinstein, sarà possibile vederlo al fianco delle donne hollywoodi­ane per dire no alle molestie? CHE COS’È IL GENIO? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Si sarebbe scappellat­o anche il Perozzi di “Amici miei” di fronte a questa sortita di Woody Allen, uno che con la genialità ha dimestiche­zza almeno da qualche decennio, qualche decina di film e qualche centinaio di battute.

Ce lo ricorda ancora una volta, spariglian­do le carte e cambiando campo di gioco o, meglio, di battaglia: Timothée Chalamet e Rebecca Hall, interpreti del suo ultimo “A Rainy Day in New York”, hanno deciso di donare al Time’s Up Legal Defense Fund il loro compenso? Bene. Star dei suoi precedenti titoli, quali Colin Firth e Greta Gerwig, hanno dichiarato che non lavorerann­o più con lui? Bene. Intervista­to dall’argentino Periodismo Para Todos, Allen stigmatizz­a come l’apparentam­ento coatto a Weinstein & Co. di cui è fatto oggetto sia indebito nella sostanza (abuso della figlia), nella forma (indagini al riguardo compiute e archiviate) e nel contesto (familiare e non profession­ale), rileva come il gender pay gap non abbia mai abitato sui suoi set e, senza ipocrisia alcuna e con la sola forza dell’evidenza, si candida a “poster boy” per il MeToo.

Ebbene, se nel movimento c’è una Woody al femminile, o comunque qualcuna che rasenti la sua intelligen­za, con la faccetta di Allen e l’hashtag #metoo ci fanno non solo il manifesto, ma spillette, tazzine, magliette e tutto. Ma non succederà.

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Il regista Allen è stato accusato di molestie dalla figlia

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