#MeToo Quel gran genio di Woody e la capacità di ribaltare la realtà
WOODY ALLEN si propone testimonial delmovimento #MeToo. Dopo essere stato accusato di aver abusato della figlia Dylan Farrow, con la quale da sempre è protagonista di una storia controversa, Allen rifiuta le accuse e rincara la dose: “Lavoro nel mondo del cinema da 50 anni, sono stato sul set con centinaia di attrici e nessuna di loro mi ha mai accusato di molestie, dovrei rappresentare io il MeToo”, aggiungendo di avere pagato le attrici, sempre, esattamente come gli attori.
Il ragionamento non fa una piega, e siccome è una delle poche personalità di spessore a non rientrare nello scandalo Weinstein, sarà possibile vederlo al fianco delle donne hollywoodiane per dire no alle molestie? CHE COS’È IL GENIO? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Si sarebbe scappellato anche il Perozzi di “Amici miei” di fronte a questa sortita di Woody Allen, uno che con la genialità ha dimestichezza almeno da qualche decennio, qualche decina di film e qualche centinaio di battute.
Ce lo ricorda ancora una volta, sparigliando le carte e cambiando campo di gioco o, meglio, di battaglia: Timothée Chalamet e Rebecca Hall, interpreti del suo ultimo “A Rainy Day in New York”, hanno deciso di donare al Time’s Up Legal Defense Fund il loro compenso? Bene. Star dei suoi precedenti titoli, quali Colin Firth e Greta Gerwig, hanno dichiarato che non lavoreranno più con lui? Bene. Intervistato dall’argentino Periodismo Para Todos, Allen stigmatizza come l’apparentamento coatto a Weinstein & Co. di cui è fatto oggetto sia indebito nella sostanza (abuso della figlia), nella forma (indagini al riguardo compiute e archiviate) e nel contesto (familiare e non professionale), rileva come il gender pay gap non abbia mai abitato sui suoi set e, senza ipocrisia alcuna e con la sola forza dell’evidenza, si candida a “poster boy” per il MeToo.
Ebbene, se nel movimento c’è una Woody al femminile, o comunque qualcuna che rasenti la sua intelligenza, con la faccetta di Allen e l’hashtag #metoo ci fanno non solo il manifesto, ma spillette, tazzine, magliette e tutto. Ma non succederà.