Processo ai “Forconi”, tutto da rifare. E il leader benedice il governo: “Siamo con loro”
“Dimenticata” l’udienza preliminare
▶I FORCONI sono vivi, non lottano più nelle strade, ma sono vicini all’esecutivo composto da Lega-M5s: “Noi siamo favorevoli al nuovo governo. Abbiamo spinto per averlo. Ora vedremo come si comporterà”. Lo ha detto ieri mattina Vincenzo Balestra, sessantenne di Pinerolo (Torino) ed esponente locale di quel “Movimento 9 dicembre”, meglio noto come movimento dei forconi, che nel dicembre 2013 paralizzò alcune città per protesta “contro le istituzioni”. Lo ha detto ieri mattina lasciando il Palazzo di Giustizia di Torino dove era imputato insieme ad altri 44 manifestanti accusati di interruzione di pubblico servizio per aver bloccato per tre giorni una strada di Pinerolo nel dicembre 2013. Nonostante l’inchiesta fosse stata chiusa nel 2015, il processo per quei fatti è arrivato nell’aula di un tribunale ieri, ma dovrà ricominciare da capo perché uno degli avvocati difensori, Enrico Calabrese, a nome dei colleghi, ha formulato una prima obiezione: per via di una circostanza aggravante contestata dal sostituto procuratore Ciro Santoriello, quel procedimento non poteva andare subito a dibattimento, ma doveva passare attraverso un’udienza preliminare durante la quale un gup avrebbe dovuto valutare se c’erano gli elementi per un processo.
UN TECNICISMOche vuol dire una cosa: a più di quattro anni da quei fatti, il processo non è ancora cominciato. E così dovrà ancora aspettare l’unica persona offesa che ha voluto costituirsi come parte civile in questo processo, un’automobilista a cui venne impedito il passaggio. “Il movimento 9 dicembre - ha spiegato Balestra all'Ansa - è ancora attivo”, anche se non protesta più dal 2013 “perché per gente comune che non ha mai fatto nulla di male ma si è limitata a rivendicare i propri diritti in modo pacifico, i ricatti psicologici delle inchieste e dei processi sono stati troppo forti”.