Niente accordone sui posti: Camere ferme altri 10 giorni
Tlc, servizi, partecipate: il risiko Lega-5Stelle in alto mare e le commissioni non partono
Le Camere restano sostanzialmente ferme, in attesa che nel complicato mosaico di nomine e poltrone ogni tessera trovi il suo posto. L’incarico pieno conferito al governo Conte con il doppio voto di fiducia, martedì e mercoledì, non ha risolto l’impasse: la soluzione di una crisi politica di tre mesi non basta per far partire l’attività parlamentare. Per farlo servono le commissioni. E le commissioni non vedranno la luce prima di lunedì 18 giugno.
PRIMA, Lega e Movimento 5 Stelle devono chiudere la faticosa trattativa su quello che rimane del governo e sugli altri incarichi vacanti. Da diversi giorni si parla di un accordo di massima già trovato e di “dettagli da limare”, ma intanto l’operazione resta in sospeso. E ogni singola partita condizio- na le altre: alcuni di coloro che resteranno fuori dall’infornata di viceministri e sottosegretari potrebbero essere compensati con la presidenza di una commissione. Sempre bloccate le questioni Tlc e Servizi: la delega alle telecomunicazioni è contesa tra il “superministro” Luigi Di Maio e la Lega, la seconda – che pareva essere destinata al grillino Vito Crimi – per ora dovrebbe restare al premier Conte. Mentre il borsino di giornata dà in ascesa il nome del deputato del Carroccio Massimo Garavaglia come viceministro dell’Economia.
Nel quadro complessivo della spartizione, poi, rientrano anche le nomine imminen- ti ai vertici delle aziende pubbliche (Rai, Cassa depositi e prestiti, Enel, Eni, Fincantieri, Poste, solo per citare le principali).
MENTRE i partiti di maggioranza cercano l’accordo le Camere lavorano a singhiozzo. Ieri la riunione dei capigruppo a Montecitorio ha definito il
LA CARTA costituzionale definisce le commissioni parlamentari all’art. 72: ”Ogni disegno di legge, presentato a una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa”. La commissione è quindi un organo collegiale (la composizione riflette le proporzioni dell’assemblea) a cui vengono assegnati i disegni di legge prima dell’esame in Aula calendario di giugno. La prossima settimana l’assemblea è convocata solo due giorni: mercoledì i deputati eleggono un questore e un vicepresidente, visto che il 5Stelle Riccardo Fraccaro e il leghista Lorenzo Fontana nel frattempo sono diventati ministri e hanno lasciato sguarniti i rispettivi incarichi; giovedì sarà esaminato il decreto sugli incentivi alle imprese ereditato dal governo Gentiloni. Poi tanti saluti e appuntamento al lunedì successivo: senza commissioni l’aula non serve a granché. Per questo il presidente della Camera Roberto Fico ha inviato una lettera di sollecito ai gruppi parlamentari, invitandoli a fare in fretta. Ma qui si torna al punto di partenza: finché Lega e
5Stelle non si accordano sulle poltrone vacanti, le presidenze delle commissioni restano a loro volta in sospeso.
La data limite è lunedì 18 giugno: i due partiti di maggioranza dovrebbero trovare la quadra sui sottosegretari entro la fine della prossima settimana (l’ha garantito Fraccaro, ministro per i rapporto con il Parlamento). Ma pure se non dovesse succedere, ieri i capigruppo hanno convenuto su un fatto: non si aspetterà ulteriormente. Il 18 giugno le commissioni si fanno comunque.
Data limite
La trattativa dovrebbe terminare entro la prossima settimana: il 18 giugno si procede La scheda
A QUEL PUNTOsaranno passati 106 giorni dalle elezioni del 4 marzo: non pochi. Senza dimenticare che Lega e Movimento 5 Stelle avevano proposto di far partire i lavori in anticipo, mentre si era ancora nel pieno della crisi politica. Il contesto ovviamente era molto diverso: in quei giorni Sergio Mattarella aveva affidato l’incarico a Carlo Cottarelli, stava per nascere un governo tecnico senza maggioranza par lame ntare. I gialloverdi volevan o m a n ovrarlo, appunto, attraverso le commissioni parlamentari. Poche ore dopo è tornato in sella Giuseppe Conte e le priorità sono cambiate.
Da quel momento è iniziata una trattativa incessante sui nomi del governo e poi del sottogoverno. Riassume Federico Fornaro, capogruppo di LeU: “E meno male che non erano interessati alle poltrone”...
L’ultimo nome
Per il Tesoro la Lega fa il nome di Garavaglia, assessore con Maroni, vice con Castelli (M5S)