Il Fatto Quotidiano

Niente accordone sui posti: Camere ferme altri 10 giorni

Tlc, servizi, partecipat­e: il risiko Lega-5Stelle in alto mare e le commission­i non partono

- » TOMMASO RODANO

Le Camere restano sostanzial­mente ferme, in attesa che nel complicato mosaico di nomine e poltrone ogni tessera trovi il suo posto. L’incarico pieno conferito al governo Conte con il doppio voto di fiducia, martedì e mercoledì, non ha risolto l’impasse: la soluzione di una crisi politica di tre mesi non basta per far partire l’attività parlamenta­re. Per farlo servono le commission­i. E le commission­i non vedranno la luce prima di lunedì 18 giugno.

PRIMA, Lega e Movimento 5 Stelle devono chiudere la faticosa trattativa su quello che rimane del governo e sugli altri incarichi vacanti. Da diversi giorni si parla di un accordo di massima già trovato e di “dettagli da limare”, ma intanto l’operazione resta in sospeso. E ogni singola partita condizio- na le altre: alcuni di coloro che resteranno fuori dall’infornata di viceminist­ri e sottosegre­tari potrebbero essere compensati con la presidenza di una commission­e. Sempre bloccate le questioni Tlc e Servizi: la delega alle telecomuni­cazioni è contesa tra il “superminis­tro” Luigi Di Maio e la Lega, la seconda – che pareva essere destinata al grillino Vito Crimi – per ora dovrebbe restare al premier Conte. Mentre il borsino di giornata dà in ascesa il nome del deputato del Carroccio Massimo Garavaglia come viceminist­ro dell’Economia.

Nel quadro complessiv­o della spartizion­e, poi, rientrano anche le nomine imminen- ti ai vertici delle aziende pubbliche (Rai, Cassa depositi e prestiti, Enel, Eni, Fincantier­i, Poste, solo per citare le principali).

MENTRE i partiti di maggioranz­a cercano l’accordo le Camere lavorano a singhiozzo. Ieri la riunione dei capigruppo a Montecitor­io ha definito il

LA CARTA costituzio­nale definisce le commission­i parlamenta­ri all’art. 72: ”Ogni disegno di legge, presentato a una Camera è, secondo le norme del suo regolament­o, esaminato da una commission­e e poi dalla Camera stessa”. La commission­e è quindi un organo collegiale (la composizio­ne riflette le proporzion­i dell’assemblea) a cui vengono assegnati i disegni di legge prima dell’esame in Aula calendario di giugno. La prossima settimana l’assemblea è convocata solo due giorni: mercoledì i deputati eleggono un questore e un vicepresid­ente, visto che il 5Stelle Riccardo Fraccaro e il leghista Lorenzo Fontana nel frattempo sono diventati ministri e hanno lasciato sguarniti i rispettivi incarichi; giovedì sarà esaminato il decreto sugli incentivi alle imprese ereditato dal governo Gentiloni. Poi tanti saluti e appuntamen­to al lunedì successivo: senza commission­i l’aula non serve a granché. Per questo il presidente della Camera Roberto Fico ha inviato una lettera di sollecito ai gruppi parlamenta­ri, invitandol­i a fare in fretta. Ma qui si torna al punto di partenza: finché Lega e

5Stelle non si accordano sulle poltrone vacanti, le presidenze delle commission­i restano a loro volta in sospeso.

La data limite è lunedì 18 giugno: i due partiti di maggioranz­a dovrebbero trovare la quadra sui sottosegre­tari entro la fine della prossima settimana (l’ha garantito Fraccaro, ministro per i rapporto con il Parlamento). Ma pure se non dovesse succedere, ieri i capigruppo hanno convenuto su un fatto: non si aspetterà ulteriorme­nte. Il 18 giugno le commission­i si fanno comunque.

Data limite

La trattativa dovrebbe terminare entro la prossima settimana: il 18 giugno si procede La scheda

A QUEL PUNTOsaran­no passati 106 giorni dalle elezioni del 4 marzo: non pochi. Senza dimenticar­e che Lega e Movimento 5 Stelle avevano proposto di far partire i lavori in anticipo, mentre si era ancora nel pieno della crisi politica. Il contesto ovviamente era molto diverso: in quei giorni Sergio Mattarella aveva affidato l’incarico a Carlo Cottarelli, stava per nascere un governo tecnico senza maggioranz­a par lame ntare. I gialloverd­i volevan o m a n ovrarlo, appunto, attraverso le commission­i parlamenta­ri. Poche ore dopo è tornato in sella Giuseppe Conte e le priorità sono cambiate.

Da quel momento è iniziata una trattativa incessante sui nomi del governo e poi del sottogover­no. Riassume Federico Fornaro, capogruppo di LeU: “E meno male che non erano interessat­i alle poltrone”...

L’ultimo nome

Per il Tesoro la Lega fa il nome di Garavaglia, assessore con Maroni, vice con Castelli (M5S)

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Ansa Montecitor­io Il presidente della Camera, il deputato del Movimento 5 Stelle, Roberto Fico

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