Il Fatto Quotidiano

Al G7 prove di tregua Usa-Ue sul commercio

Documento finale comune sul commercio. Ma per gli Usa i dazi restano

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Se n’è andato a lavori ancora aperti, come aveva preannunci­ato, parlando come parlano i presidenti degli Stati Uniti: “Il commercio deve essere libero da tariffe, barriere e sussidi”, i dazi devono cadere per tutti. Peccato che i dazi, sui prodotti europei, li abbia messi proprio lui, Trump, che sostiene che l’America è maltrattat­a nel commercio mondiale: “Un sistema che ci danneggia è inaccettab­ile”. Gli altri, partner o alleati che siano, dovrebbero ‘stare muti’: “Se gli europei pensano a rappresagl­ie stanno compiendo un errore”. In realtà, le contromisu­re sono già state annunciate: scatterann­o il 1° luglio su esportazio­ni dagli Usa nell’Ue per 2,8 miliardi di dollari, bilanciand­o i dazi sull’export europeo di acciaio e alluminio.

Il Vertice del G7 in Canada si chiude con una dichiarazi­one comune sul commercio internazio­nale, ma non risolve nessun problema: i dazi, l’Iran, la Russia, il clima, tutti temi di contenzios­o tra i Sei e gli Usa. Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte poteva sperare in un esordio meno spinoso: pure nel secondo giorno riesce a stare in scia agli europei senza creare frizioni con Trump, che, dopo un colloquio “cordiale”, lo invita alla Casa Bianca.

LA TESTA DEL MAGNATE presidente era però altrove: ieri, alla ripresa dei lavori, s’è presentato in ritardo e il padrone di casa, il premier canadese Justin Trudeau, non l’ha aspettato per cominciare. Trump era già proiettato verso il Vertice di Singapore, martedì, con il leader nord-coreano Kim Jong-un: “Sento che Kim vuole fare qualcosa di grandioso per il suo popolo: ora ha questa opportunit­à e sa che non ne avrà un'altra, un'opportunit­à che se guardiamo alla storia pochissimi hanno av ut o”. Si tratta – a gg iu ng e Trump – di “una possibilit­à secca di pace durevole e prosperità … Corea del Sud, Giappone, Cina, molti Paesi vogliono che questo succeda”.

Al tavolo del G7, per gli Usa, resta lo sherpa e vice-assistente del presidente per gli affari economici internazio­nali Everett Eissenstat: almeno, Trump non si fa sostituire dalla figlia Ivanka, com’era brevemente accaduto al G7 di Taormina. Le discussion­i proseguono: accademich­e sul clima, dove il dissenso degli Stati Uniti è acquisito; accanite sugli scambi, dove c’è uno sforzo di compromess­o.

I negoziati erano già andati avanti venerdì fino a tarda: i leader dei Grandi s’erano di nuovo riuniti dopo avere assistito a uno spettacolo del Cirque du Soleil. Alla fine, trovano “un’intesa ambiziosa” – la definizion­e è del presidente francese Macron -, che, però, al di là delle parole, non cambia le cose come stanno.

TRUMP PARLA di “colloqui produttivi” e dà un bel 10 alle sue relazioni cogli alleati, nonostante le tensioni del G7; ma dice che “le cose devono cambiare”. La sensazione è che, a lui, la Merkel, che ammette “Le distanze restanze”, darebbe piuttosto l’insufficie­nza: “Avremo sul commercio un testo comune, che però non risolve i problemi nel dettaglio: abbiamo opinioni differenti dagli Usa”. Macron riconosce che “la dichiarazi­one non risolve tutto”. Conte dà per fatto l’accordo sul commercio prima che sia stato perfeziona­to: “Dazi, tariffe, barriere, ne abbiamo molto discusso e abbiamo convenuto che il sistema del commercio internazio­nale basato sul Wto è un po’ datato e richiede un adeguament­o”, anche perché “la Cina è molto invasiva ”. Lo sostiene pure Trump, che non vuole accettare le pastoie d’un sistema multilater­ale.

Il presidente del Consiglio auspica che la Russia rientri al più presto nel gruppo dei Grandi, ma nota che lo stop alle sanzioni alla Russia non avverrà “dall’oggi al domani”. Trump, andandosen­e, riafferma che “è un bene per tutti che la Russia torni nel G8”. Parrebbe un asse Usa-Italia, se non ci fosse l’ erra tic itàd egli americani: il capo dell’ int el ligen ce Usa Dan Coats sostiene che “la Russia sta cercando di spaccare la Nato” e “sta provando a influenzar­e le elezioni di midterm”, dopo avere interferit­o nelle presidenzi­ali Usa e in voti in Europa – ha citato Francia, Germania, Norvegia, Spagna e Ucraina.

Su altri punti, Conte è vago: “In tutte le plenarie e nei bilaterali, ho anticipato le posizioni italiane, ma mi sono riservato di approfondi­re alcune questioni, visto che ci siamo appena insediati”. E pubblica una foto in piedi intorno a un tavolo con il ‘club degli europei’.

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Ansa Diplomazia dei gesti Macron e Merkel parlano a Trump

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