Brambilla (Lega), conflitto d’interessi sulle pensioni
Welfare Per affiancare il superministro grillino la Lega ha indicato Alberto Brambilla, la cui società ha rapporti coi principali big della previdenza privata
Ha una lunga esperienza in gestione previdenziale. Talmente lunga che se fosse nominato sottosegretario al Lavoro rappresenterebbe un conflitto d’interessi. Alberto Brambilla, classe 1950, da giorni indicato come prossimo alla poltrona da vice del ministero guidato da Luigi Di Maio, è fondatore e presidente di Itinerari Previdenziali, una realtà che si presenta come “in di pe nd e nt e” e attiva nella “ricerca, formazione e informazione” nel welfare ma è anche un centro studi che organizza eventi sponsorizzati da banche, Sgr, Sim e assicurazioni che offrono la gestione finanziaria ai fondi pensione che, una volta al governo, Brambilla sarà tenuto a regolamentare. E influenzare.
ITINERARI Previdenziali è della Social Venture srl, società di proprietà della famiglia Brambilla. Lui è presidente del Consiglio di amministrazione mentre i figli Flavia e Valerio – di 33 e 40 anni – sono i due unici consiglieri. Il sottosegretario in pectorepresiede il centro studi di Itinerari affiancato da figure di primo piano nella gestione dei fondi. C’è Paolo Novati, già responsabile del fondo Deutsche Bank e dei fondi ex Bpl. C’è Pietro De Rossi, membro del Cda di Fon.te, fondo complementare dei dipendenti delle aziende del terziario (commercio, turismo e servizi) che, come gli altri fondi, affida la gestione del proprio patrimonio (pensioni comprese) a intermediari che rientrano in una delle quattro categorie autorizzate. E cioè banche, Sgr, Sim e assicurazioni.
Nel comitato tecnico scientifico di Itinerari figura Paolo De Angelis, uno dei maggiori esperti del settore. È passato persino dalla gestione del fondo Cometa, fino al 2011 una delle realtà previdenziali più grandi del nostro Paese (gestiva le pensioni dei metalmeccanici) e, fra la miriade di incarichi, oggi è responsabile del fondo di Eurovita Assicurazioni, membro della commissione di sorveglianza del fondo Axa e nel ramo vita di Poste, Intesa SanPaolo, Cattolica previdenza, Eurovita e Gruppo Unipol Sai. De Angelis è anche revisore in Deloitte e Pwc. Non basta. Siede anche nei cda del Fondo sanitario Metafondo e di Net Insurance Spa. Infine è consulente della Sim Previdenza di Intesa Sanpaolo.
Brambilla, nonostante l’esperienza fallimentare della banca Padana CredieuroNord – condivisa da membro del cda con l’oggi sottosegretario Giancarlo Giorgetti – è rimasto di fede e legami leghisti. È infatti il movimento di Matteo Salvini a volerlo al governo come ombra di Di Maio. Qui aveva fatto il suo ingresso nel 2001 con il suo amico Roberto Maroni, all’epoca ministro del Welfare. Ed è proprio grazie al lavoro certosino svolto sin da allora che Brambilla è riuscito a riunire nella sua Itinerari i maggiori esperti del settore previdenziale.
Nel 2005 venne nominato alla guida del Nvsp – il nucleo di valutazione della spesa previdenziale del dicastero – che aveva il compito proprio di monitorare gli andamenti degli enti welfare. Incarico che ha mantenuto fino alla soppressione del Nvsp avvenuta 2012, a parte una breve parentesi di due anni in cui ne è stato consigliere.
Nel 2008, mentre è alla guida del nucleo, fonda Itinerari Previdenziali. E iniziano i convegni in giro per il mondo. Sponsorizzati da banche, Sgr, Sim e assicurazioni. Dalla settimana in Giordania nel settembre 2008 – finanziata dalla francese Sociètè Generale, da gruppo Generali, Cattolica e altri, con invitati i responsabili delle casse previdenziali più importanti come l’Enpma e l’Enasarco – fino all’ultimo dedicato alle assicurazioni che si è concluso venerdì scorso nel bellissimo resort di Castelfalfi alla presenza dei vertici delle compagnie più importanti: Unipol, Intesa, PosteVita, Hdi, Cattolica, Reale. Sponsor? Credit Suisse, Jp Morgan, Aberdeen, Lyxor e altri.
UN BAGAGLIO dirapporti e conoscenze che potrebbe rappresentare un conflitto d’interessi se nominato sottosegretario. Lo ammette lo stesso Brambilla che, contattato dal Fatto, garantisce: “Se mai do- vesse accadere lascerei l’incarico ” in Itinerari, “se ppur svolga un lavoro a mio avviso fondamentale per lo Stato”. E spiega: “Come centro studi stiliamo il rapporto che prima faceva il Nucleo, nel frattempo azzerato dal governo Monti,” lamenta. Ma prima era un servizio dello Stato, oggi è remunerato e sponsorizzato da società interessate a gestire quei fondi. Inoltre il rapporto è soltanto uno dei tanti eventi organizzati dalla sua società. “Tutto vero”, dice, per questo “credo che non mi farò nominare ma se dovesse accadere, come nel 2001, lascerò ogni incarico”.
La sua replica
“Se mi nominano faccio come nel 2001: lascio tutte le cariche” (ma la proprietà resta)