Il Fatto Quotidiano

Brambilla (Lega), conflitto d’interessi sulle pensioni

Welfare Per affiancare il superminis­tro grillino la Lega ha indicato Alberto Brambilla, la cui società ha rapporti coi principali big della previdenza privata

- » DAVIDE VECCHI

Ha una lunga esperienza in gestione previdenzi­ale. Talmente lunga che se fosse nominato sottosegre­tario al Lavoro rappresent­erebbe un conflitto d’interessi. Alberto Brambilla, classe 1950, da giorni indicato come prossimo alla poltrona da vice del ministero guidato da Luigi Di Maio, è fondatore e presidente di Itinerari Previdenzi­ali, una realtà che si presenta come “in di pe nd e nt e” e attiva nella “ricerca, formazione e informazio­ne” nel welfare ma è anche un centro studi che organizza eventi sponsorizz­ati da banche, Sgr, Sim e assicurazi­oni che offrono la gestione finanziari­a ai fondi pensione che, una volta al governo, Brambilla sarà tenuto a regolament­are. E influenzar­e.

ITINERARI Previdenzi­ali è della Social Venture srl, società di proprietà della famiglia Brambilla. Lui è presidente del Consiglio di amministra­zione mentre i figli Flavia e Valerio – di 33 e 40 anni – sono i due unici consiglier­i. Il sottosegre­tario in pectorepre­siede il centro studi di Itinerari affiancato da figure di primo piano nella gestione dei fondi. C’è Paolo Novati, già responsabi­le del fondo Deutsche Bank e dei fondi ex Bpl. C’è Pietro De Rossi, membro del Cda di Fon.te, fondo complement­are dei dipendenti delle aziende del terziario (commercio, turismo e servizi) che, come gli altri fondi, affida la gestione del proprio patrimonio (pensioni comprese) a intermedia­ri che rientrano in una delle quattro categorie autorizzat­e. E cioè banche, Sgr, Sim e assicurazi­oni.

Nel comitato tecnico scientific­o di Itinerari figura Paolo De Angelis, uno dei maggiori esperti del settore. È passato persino dalla gestione del fondo Cometa, fino al 2011 una delle realtà previdenzi­ali più grandi del nostro Paese (gestiva le pensioni dei metalmecca­nici) e, fra la miriade di incarichi, oggi è responsabi­le del fondo di Eurovita Assicurazi­oni, membro della commission­e di sorveglian­za del fondo Axa e nel ramo vita di Poste, Intesa SanPaolo, Cattolica previdenza, Eurovita e Gruppo Unipol Sai. De Angelis è anche revisore in Deloitte e Pwc. Non basta. Siede anche nei cda del Fondo sanitario Metafondo e di Net Insurance Spa. Infine è consulente della Sim Previdenza di Intesa Sanpaolo.

Brambilla, nonostante l’esperienza fallimenta­re della banca Padana CredieuroN­ord – condivisa da membro del cda con l’oggi sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti – è rimasto di fede e legami leghisti. È infatti il movimento di Matteo Salvini a volerlo al governo come ombra di Di Maio. Qui aveva fatto il suo ingresso nel 2001 con il suo amico Roberto Maroni, all’epoca ministro del Welfare. Ed è proprio grazie al lavoro certosino svolto sin da allora che Brambilla è riuscito a riunire nella sua Itinerari i maggiori esperti del settore previdenzi­ale.

Nel 2005 venne nominato alla guida del Nvsp – il nucleo di valutazion­e della spesa previdenzi­ale del dicastero – che aveva il compito proprio di monitorare gli andamenti degli enti welfare. Incarico che ha mantenuto fino alla soppressio­ne del Nvsp avvenuta 2012, a parte una breve parentesi di due anni in cui ne è stato consiglier­e.

Nel 2008, mentre è alla guida del nucleo, fonda Itinerari Previdenzi­ali. E iniziano i convegni in giro per il mondo. Sponsorizz­ati da banche, Sgr, Sim e assicurazi­oni. Dalla settimana in Giordania nel settembre 2008 – finanziata dalla francese Sociètè Generale, da gruppo Generali, Cattolica e altri, con invitati i responsabi­li delle casse previdenzi­ali più importanti come l’Enpma e l’Enasarco – fino all’ultimo dedicato alle assicurazi­oni che si è concluso venerdì scorso nel bellissimo resort di Castelfalf­i alla presenza dei vertici delle compagnie più importanti: Unipol, Intesa, PosteVita, Hdi, Cattolica, Reale. Sponsor? Credit Suisse, Jp Morgan, Aberdeen, Lyxor e altri.

UN BAGAGLIO dirapporti e conoscenze che potrebbe rappresent­are un conflitto d’interessi se nominato sottosegre­tario. Lo ammette lo stesso Brambilla che, contattato dal Fatto, garantisce: “Se mai do- vesse accadere lascerei l’incarico ” in Itinerari, “se ppur svolga un lavoro a mio avviso fondamenta­le per lo Stato”. E spiega: “Come centro studi stiliamo il rapporto che prima faceva il Nucleo, nel frattempo azzerato dal governo Monti,” lamenta. Ma prima era un servizio dello Stato, oggi è remunerato e sponsorizz­ato da società interessat­e a gestire quei fondi. Inoltre il rapporto è soltanto uno dei tanti eventi organizzat­i dalla sua società. “Tutto vero”, dice, per questo “credo che non mi farò nominare ma se dovesse accadere, come nel 2001, lascerò ogni incarico”.

La sua replica

“Se mi nominano faccio come nel 2001: lascio tutte le cariche” (ma la proprietà resta)

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L’industrial­e Vincenzo Boccia
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Ansa Benedetta previdenza L’Inps è al centro dei desideri della nuova maggioranz­a
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Ansa Strani incroci Luigi Di Maio e il suo probabile vice Alberto Brambilla, già sottosegre­tario con B. Sotto, Matteo Salvini
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