Il Fatto Quotidiano

Nella città dell’acciaio il giallo e il verde corrono su fronti opposti

- MARCO FRANCHI

▶L’ULTIMO LEMBO di rosso in terra d’Umbria, la regione più affezionat­a ai suoi riti e al suo partito di riferiment­o (Pci, Pds, Ds e ora

Pd) domenica cederà il passo al nuovo corso nazionale. Cinque Stelle e Lega si affrontano a Terni ma da avversari. Favoriti i grillini fino a qualche mese fa, con Thomas De Luca, un candidato conosciuto e impegnato nelle battaglie ambientali­ste, adesso il vento sembra soffiare a favore del leghista Leonardo Latini, che aggancia al suo carro il solito furgone del centrodest­ra che pesca nella borghesia conservatr­ice, tra le botteghe e oggi anche tra gli operai della Thyssen.

Terni infatti è la città nata con l’acciaieria che oggi vive il suo declino economico perché l’azienda riduce attività e maestranze, ed è immersa in una crisi politica prodotta dal commissari­amento del Comune (l’ex sindaco pd fu arrestato).

I due candidati più forti sono con la testa già al ballottagg­io: il giallo e il verde, i colori del governo del professor Giuseppe Conte, qui si guardano da curve opposte e con le tifoserie schierate.

Il Pd punta a perdere il meno possibile grazie all’usato sicuro o, volendo, alla forza della tradizione: Paolo Angeletti, ingegnere di 72 anni ed ex dirigente del Pci.

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Ansa Snodi Acciaierie a Terni

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