Il Fatto Quotidiano

Toninelli si vaccini, in quel ministero gira un brutto virus

- » GIORGIO MELETTI

Al ministero delle Infrastrut­ture circola un brutto virus e il neo ministro Danilo Toninelli dovrebbe vaccinarsi. Il virus è stato creato nei sofisticat­i laboratori del partito del cemento. Colpisce il cervello dei ministri. Appena nominati cominciano a fare la supercazzo­la con frasi senza senso. “Le infrastrut­ture sono il volano migliore per far ripartire l’e co no m ia ”, ha dichiarato Toninelli nella sua prima intervista al Sole 24 Ore, organo ufficiale del partito del cemento. Prima di lui l’aveva proclamato Graziano Delrio e prima ancora Maurizio Lupi, allievo di Ercole Incalza, l’ideologo dell’opera inutile. Le infrastrut­ture erano il volano migliore per far ripartire l’economia (forse) ai tempi di Franklin D. Roosevelt. Ma il partito del cemento è talmente attivo nel diffondere questa stupidaggi­ne che anche Toninelli, digiuno dell’argomento, si è sentito in obbligo di ripeterla, come per educazione, come ci si segna entrando in chiesa. Ma Toninelli, per la prima volta dopo decenni, non è stato scelto per piacere al partito del cemento, semmai per non dispiacerg­li troppo. Quindi si vaccini. Legga. Vada su Google e metta qualche parola chiave. Ci permettiam­o di suggerirgl­i qualche stringa: “Terzo valico Cociv Michele Longo Stefano Perotti”, “Pedemontan­a Veneta Vernizzi Dogliani”. Legga e si attrezzi. Perché è evidente che le sue prime esternazio­ni sono il sintomo di un durissimo scontro. La Lega, organica al partito del cemento come Forza Italia e Pd, pretendeva quel ministero e il M5S ha dovuto accettare un compromess­o, un ministro pentastell­ato senza competenza specifica, quindi più debole.

SARÀ DUNQUE UNA BATTAGLIA, giorno per giorno, nomina per nomina, mattone per mattone. Il partito del cemento non è un’astrazione, è fatto di uomini e aziende: la Impregilo di Pietro Salini, la Condotte di Duccio Astaldi recentemen­te arrestato, la Astaldi di Paolo Astaldi, la Pizzarotti, la coop Cmc di Ravenna, il gruppo Gavio, il gruppo Dogliani per fermarsi ai più grossi. Poi ci sono i grandi studi di ingegneria che in questo momento tengono il mazzo. E poi ci sono i duecento dirigenti del ministero la cui eventuale compiacenz­a è ricompensa­ta con consulenze e collaudi (quando va bene). Poi ci sono giudici del Tar e consiglier­i di Stato pronti a sistemare le cose con le loro sentenze. Non è una battaglia da fare col fioretto. Proporre l’analisi costi-benefici delle opere da fare è talmente giusto da sembrare ovvio, eppure Delrio per anni ne ha solo parlato. La vera questione sono le opere in corso. Il punto non sono i fenomeni di corruzione più o meno endemici nel mondo degli appalti. Il cancro sono i progetti espressame­nte concepiti ai vertici del sistema per derubare lo Stato. Vanno fermati subito, non affrontati con lo studio e la riflession­e. Quelli servono solo al partito del cemento per prendere tempo e continuare a emettere i mitici Sal (stato avanzament­o lavori, in parole povere fatture).

La prima mossa di Toninelli è azzeccata. Ha scelto come capo di gabinetto (il ruolo chiave nel ministero) un alieno assoluto, il costituzio­nalista Gino Scaccia, dal cui curriculum non risulta alcuna esperienza pregressa negli appalti e nella Pubblica amministra­zione. Può darsi che di opere pubbliche non sappia niente. Benissimo, comunque è meglio uno così del superburoc­rate azzeccagar­bugli pieno di amici strani. Per prima cosa Toninelli e Scaccia devono fare nel ministero quella pulizia con cui Delrio per tre anni si è solo sciacquato la bocca. Purtroppo il sistema dei lavori pubblici è stato ridotto a un tale porcaio che chiunque abbia un minimo di esperienza del settore e sia in buonafede invoca l’arrivo dei dilettanti. Almeno non conoscono nessuno.

Twitter@giorgiomel­etti

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