Miracolati o eroi L’11 impossibile negli stadi di Russia
Le parabole impreviste e le star affermate: combinazione che rende unico l’evento che l’Italia non potrà giocare
Per noi resterà sempre il Mondiale senza l’Italia. Tutti gli altri se ne sono già fatti una ragione: giovedì 14 giugno a Mosca inizia una delle edizioni più incerte e affascinanti degli ultimi decenni. Anche senza gli azzurri in Russia non mancheranno stelle e meteore, protagonisti attesi o improbabili del torneo di calcio più importante del pianeta: dal portiere nomade dell’Iran o il difensore eroe di Panama, che hanno già coronato il loro sogno, ai fenomeni Messi, Ronaldo e Neymar, per cui quella coppa è un’ossessione ancora da realizzare.
ALIREZA BEIRANVAND Portiere dell’Iran
Figlio di una famiglia di nomadi, da piccolo dormiva sotto il cielo del Lorestan, una delle regioni più sperdute dell’entroterra persiano. Da ragazzo sbarcava il lunario in un autolavaggio o come spazzino, per coronare il sogno di fare il calciatore. Ce l’ha fatta e nel 2017 è diventato il portiere più pagato della storia dell’Iran, ma non dimentica le origini: è famoso per la straordinaria rimessa con le mani, frutto di anni passati da bambino a giocare a “dal paran”, passatempo locale che consiste nel gettare a grandi distanze massi di pietra.
SERGEY IGNASHEVICH Difensore della Russia
Quando ha cominciato a giocare a pallone, nelle giovanili della Torpedo Mosca, c’era ancora l’Urss. Ha attraversato quasi tre decenni di calcio russo, dai fasti di Euro 2008 alla crisi recente. Era convinto di guardare i Mondiali di casa davanti alla tv, dopo essersi ritirato dalla scena internazionale nel 2016. Ma il ct Cherchesov lo ha richiamato: a quasi 40 anni, la sua malandata Nazionale ha ancora bisogno di lui.
RAFA MARQUEZ Difensore del Messico
Se giocherà, eguaglierà il record di 5 edizioni diverse della Coppa del mondo disputate, al pari di una leggenda come Lothar Mattheus e il suo connazionale Antonio Carbajal. Per arrivare in Russia, ha dovuto superare anche dei guai con la giustizia: l’anno scorso alcune sue aziende sono finite sotto inchiesta per presunti legami col narcotraffico.
ROMAN TORRES Difensore del Panama
Se Panama è la Cenerentola della Coppa, lui non ha proprio le fattezze del principe azzurro: in un’altra vita avrebbe fatto il bucaniere o il buttafuori, invece l’Enorme Romàn (come l’hanno ribattezzato in pa- tria) fa il difensore centrale e con uno storico gol all’ultimo secondo contro il Costa Rica ha qualificato per la prima volta il suo piccolo Paese ai Mondiali. Eroe nazionale.
LUKA MODRIC Centrocampista della Croazia
È il capitano e faro indiscusso della Croazia, che si candida a essere une delle possibili sorprese del torneo. La sua storia recente, però, è un po’ più opaca: è accusato di aver mentito nel processo a Zdravko Mamic, padre padrone del calcio croato appena condannato a 6 anni di carcere per malversazione. Ora rischia di finire alla sbarra anche lui.
KEVIN DE BRUYNE Centrocampista del Belgio
Pupillo di Guardiola al Manchester City, in questo momento è considerato il centrocampista più forte del mondo. Se anche in Russia farà vedere il suo talento, chissà che l’eterna promessa del Belgio non possa essere mantenuta.
TIM CAHILL Centrocampista dell’Australia
Il vecchio Tim a 38 anni praticamente non si muove più, ma in Australia nascono più canguri che calciatori e così sarà presente anche in Russia. Se segnerà ancora (come già nel 2006, 2010 e 2014), raggiungerà il primato di Pelé, Klose e Seeler, unici 3 calciatori capaci di realizzare un gol in 4 edizioni diverse dei Mondiali.
NEYMAR Attaccante del Brasile
Stella del Brasile che 4 anni fa in casa subì l’onta del Maracanazo e ora si sente pronto per il riscatto. Lui vuole vincere per il suo Paese, e anche per sé: solo grazie al Mondiale può conquistare il Pallone d’oro e arrivare finalmente al livello di Messi e Ronaldo.
CRISTIANO RONALDO Attaccante del Portogallo
Nelle ultime tre stagioni ha vinto tre Champions League col Real Madrid, due Palloni d’oro e l’Europeo 2016 con il Portogallo, regalando alla sua Nazionale il primo storico trionfo a livello internazionale, impresa in cui nemmeno Eusebio era riuscito. È già nella storia, col Mondiale sarebbe leggenda.
PAOLO GUERRERO Attaccante del Perù
La sua Nazionale si qualifica ai Mondiali 36 anni dopo l’ultima volta e lui, capitano e protagonista assoluto dell’impresa, si fa beccare positivo alla cocaina: “Colpa di un tè contaminato”. Come no: infatti l’antidoping lo aveva squalificato per 14 mesi. Anche i giudici, però, alla fine si sono inteneriti e hanno deciso di sospendere e rinviare la sanzione per non fargli perdere l’occasione della vita. In Russia ci sarà pure lui.
HARRY KANE Attaccante dell’Inghilterra
L’Inghilterra ha di nuovo un grande centravanti, forse il più forte del mondo nel suo ruolo, come non succedeva dai tempi di Shearer: quest’anno col Tottenham ha segnato 41 gol in 45 partite, in Nazionale 8 reti nelle ultime 7 gare. Qualcuno Oltremanica crede davvero che possa essere la volta buona.
LEO MESSI Attaccante dell’Argentina
È l’uomo più atteso, la stella più brillante di Russia 2018: la reincarnazione di Maradona, che però a differenza del suo idolo non ha mai vinto nulla con la Nazionale. Ha persino rischiato di non partecipare ai Mondiali, visto che l’Argentina stava per essere eliminata nel girone sudamericano e solo una sua tripletta contro la Colombia l’ha salvata. A 30 anni, dopo la finale persa malamente nel 2014, probabilmente questa è la sua ultima occasione. Altrimenti rischia di essere ricordato un po’ come il Philip Roth del calcio: il più grande di tutti, che però non ha mai vinto il Nobel.
HECTOR CUPER, Allenatore dell’Egitto
Proprio lui, l’allenatore del 5 maggio dell’Inter. Quando la sua carriera sembrava ormai finita tra categorie inferiori e una triste parentesi in Georgia, il più grande perdente della storia del calcio è ripartito dall’Egitto. E anche lì ha perso la finale di Coppa d’Africa. Ma l’hombre vertical non si è mai piegato alle sconfitte, e alla fine ha riportato i Faraoni al Mondiale, dove mancavano da 28 anni. Se lo chiedete al Cairo, nessuno ha vinto quanto lui.