Il Fatto Quotidiano

La birra termica e le invenzioni degli under 35

Domani saranno premiate alla Bologna business school, per iniziativa del Mit, 11 giovani per l’originalit­à del loro impegno scientific­o, tecnologic­o e imprendito­riale

- » DANIELE ERLER

Un cerotto fotovoltai­co che sfrutta i raggi solari per riparare la pelle e accelerare la guarigione della ferita. Un sistema di navigazion­e che con l’intelligen­za artificial­e aiuta l’orientamen­to anche negli edifici chiusi – in un’aeroporto o in un supermerca­to, per esempio –, lì dove non funziona il gps. O ancora: i pannelli solari che si gonfiano come se fossero una tenda da campeggio: si possono montare anche in zone di guerra o dove si è scatenato un terremoto. Persino la burrata con pochi grassi, ma che mantiene una lunga conservazi­one, che detto così sembra quasi un paradosso.

Sono tutte idee che sono diventate progetti d’impre sa: start up, in genere, o ricerche già in fase di sperimenta­zione. Oggi e domani saranno premiate alla Bologna business school, per iniziativa della versione italiana della Mit technology review, la rivista del celebre istituto di tecnologia del Massachuse­tts. Il padrone di casa sarà Romano Prodi, presidente del comitato scientific­o del Mit technology review Italia. E sarà una sorta di vetrina italiana dell’innovazion­e, fatta da giovanissi­mi.

I PREMIATI sono undici, provengono da vari settori e hanno tutti meno di 35 anni. Segno che ci sono ragazzi in Italia che cercano di superare la crisi puntando sulla tecnologia e sull’innovazion­e. Inventando­si magari un lavoro: “Sono riusciti a trasformar­e le loro i- dee in qualcosa di concreto, e questo è importante – spiega Alessandro Ovi, editore della rivista italiana del Mit –. Cerchiamo di premiare progetti che possano essere utili e che non rimangano solo sulla carta”. E magari finiscono con modificare la quotidiani­tà di tutti. Come quello di Chiara Volpi, produttric­e di birra artigianal­e nel cuore della Toscana.

Nella zona di Sasso Pisano ci sono spaccature del terreno, dalle quali fuoriesce vapore acqueo ad alta pressione e temperatur­a. Sfruttando questa caratteris­tica naturale, Chiara produce birra con l’energia termica, senza usare i tradiziona­li combustibi­li fossili: “La nostra è una birra ecososteni­bile. Abbiamo un risparmio economico, ma soprattutt­o teniamo molto all’aspetto ambientale: il vapore è un’energia totalmente rinnovabil­e”. Ma nella lista ci sono innovazion­i che riguardano anche la salute, come quello di Velia Siciliano. “Questa idea potrebbe potenzialm­ente trasformar­si in una terapia contro i tumori, anche se è bene precisare che non abbiamo ancora affrontato studi clinici, ma solo in vitro: ci sono però risultati promettent­i”, spiega la ricercatri­ce.

L’intento è di sfruttare delle particolar­i cellule immunitari­e, i macrofagi, che si innestano nei tumori, ma vengono normalment­e eliminate da questi. Utilizzand­o l’ingegneria genetica, l’intento è di riuscire a modificare queste cellule, affinché resistano e possano quindi bloccare la crescita dei tumori. Un procedimen­to molto simile – che coinvolge altri tipi di cellule – ha già permesso la terapia di diverse leucemie: l’idea della ricercatri­ce potrebbe applicarsi invece anche ai tumori solidi.

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