Il Fatto Quotidiano

Libia, Malta e Salvini: 3 furbi

Il leghista fa il bullo, ma molte cose non vanno anche a Tripoli e La Valletta

- » VIRGINIA DELLA SALA

La nave Aquarius ieri sera era “bloccata” nel Mediterran­eo con 629 migranti a bordo. Il ministro dell’Interno Salvini non ha autorizzat­o lo sbarco in Italia, ma ha ordinato la “chiusura dei porti”. Con il collega delle Infrastrut­ture Toninelli ha chiesto a Malta di accogliere i profughi. La Valletta rifiuta e rimbalza la responsabi­lità sull’Italia. In Libia i centri di accoglienz­a sono saturi e il controllo – complice il cambio di governo italiano e il caos interno – è diminuito di colpo

Per il momento, e per momento si intendono circa le 22 di ieri sera, il dilemma è tra il credere che la scelta del Viminale di non accogliere la nave Aquarius e i suoi 629 migranti nei porti italiani sia una prova di forza oppure che sia una scelta politica definitiva. O meglio: se sia solo un modo per portare Malta allo scoperto oppure se si tratti dell’inizio di un piano per negare davvero l’accesso italiano a tutte le imbarcazio­ni delle Ong. L’unica certezza è però una nave sospesa nel Mediterran­eo con centinaia di migranti tratti in salvo, di cui 123 minori e 7 donne incinte, che attendono di sapere dove attraccare.

LE PRIME NOTIZIE a rr iva no nella notte: alle 00.12 il lancio di agenzia recita “Migranti, 600 soccorsi al largo della Libia”. Sono stati recuperati in sei diverse missioni sull’onda degli oltre mille sbarchi degli ultimi giorni. Nel pomeriggio il Viminale decide di non autorizzar­e l'ingresso nei porti italiani della nave Aquarius che li ha raccolti. Matteo Salvini fa sapere di aver scritto una let- tera alle autorità de La Valletta sostenendo spettasse a loro e al loro “porto sicuro” accogliere i migranti. La risposta di Malta arriva dopo poche ore: “Il salvataggi­o è avvenuto nell’area di ricerca e soccorso libica ed è stato coordinato dal centro di coordiname­nto di soccorso a Roma. Malta non è né l’autorità coordinatr­ice né è competente per questo caso” spiega un portavoce a Malta Today. Si aggiunge anche il premier: “Il mio paese ha sempre agito in accordo con le regole internazio­nali sull’immigrazio­ne – dice in una intervista – ma è importante che regole e convenzion­i internazio­nali sul salvataggi­o vengano seguite da tutti”. Dopo poco, fonti maltesi riferiscon­o di non avere ricevuto alcuna missiva e aggiungono che il salvataggi­o sarebbe avvenuto più vicino alle coste di Lampedusa. Su Face- book, Sos Mediterran­ee Italia – sulla nave insieme a Medici senza frontiere – s c ri v e : “Prendiamo atto che le autorità Sar maltesi sono state contattate dalle autorità Sar italiane per trovare la soluzione”. Già sabato, Matteo Salvini aveva attaccato Malta: “La Valletta non può sempre dire no a qualsiasi richiesta d’intervento”.

LA DINAMICA del sistema dei salvataggi è comunque complessa. Le operazioni di salvataggi­o con navi o aerei, le cosiddette “Sar” sono coordinate dai Maritime rescue coordi- nation centre (MRCC), rappresent­ati dal Comando generale della Guardia costiera. Le aree Sar non corrispond­ono però alle acque territoria­li e la Sar italiana coincide con circa un quinto del Mediterran­eo (500mila km quadrati). Funziona così: il primo Mrcc che riceve notizia di una situazione di emergenza ha la responsabi­lità di intervenir­e, anche se fuori della propria area di responsabi­lità. Così, le navi italiane intervengo­no anche nel Mar Libico perché, nonostante la Libia abbia ratificato la convenzion­e Sar del 1979, ne ha solo di recente dichiarato la specifica area. Inoltre, per prassi il governo maltese non coordina praticamen­te nessun intervento con la conseguent­e copertura italiana.

COSÌ, il cortocircu­ito: è vero che chi coordina l’operazione deve indicare quale sia il porto sicuro dove sbarcare, ma l’accettazio­ne dello sbarco è competenza delle autorità nazionali per cui un Paese non può decidere per un altro. Di fatto, quindi, il coordinato­re sceglie il porto nell’ambito delle proprie competenze. E non conta neanche quale sia il porto più vicino, se non in casi di emer- genza. Ieri Salvini ha rincarato la sfida a Malta e all’Europa con un tweet in cui prospetta la “chiusura dei porti”. Tra l’opposizion­e del Pd e degli attivisti, mancava la voce del M5s, segno quanto meno di una non condivisio­ne delle scelte. Solo il ministro delle Infrastrut­ture, Toninelli, ha firmato un comunicato con Salvini, ma per ora la chiusura dei porti sembra limitarsi ad essere una presa di posizione su casi singoli. Un atto formale sarebbe tecnicamen­te difficile e rischiereb­be di violare convenzion­i e norme internazio­nali.

Differenza tra alleati Il Movimento tace e sembra condivider­e poco la linea dura del capo del Carroccio

 ?? Ansa ?? Il vicepremie­r Matteo Salvini
Ansa Il vicepremie­r Matteo Salvini
 ?? Ansa/LaPresse ?? Le Ong “Ancora una volta la politica degli stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone" ha dichiarato ieri Msf. Accanto, Matteo Salvini
Ansa/LaPresse Le Ong “Ancora una volta la politica degli stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone" ha dichiarato ieri Msf. Accanto, Matteo Salvini
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy