Il Fatto Quotidiano

A The Donald interessa solo l’incontro con Kim

Storico Domani il summit col leader nordcorean­o propiziato da Russia e Cina che serve ai due leader. Non era mai successo

- G. G.

Da

un Vertice all’altro: Donald Trump, sabato sera, aveva fretta di lasciare il G7 in Canada per raggiunger­e Singapore, dove domani incontrerà il leader nord-coreano Kim Jong-un: Trump fa qualcosa di mai riuscito, o tentato, da nessuno dei suoi predecesso­ri. Gli occhi del Mondo - lo dice Kim al premier di Singapore Lee Hsien Loong – sono puntati sull’evento: un momento di snodo possibile tra tensione e distension­e in Estremo Oriente, minaccia (nucleare) e denucleari­zzazione.

E, INFATTI, il Vertice di Singapore sarà seguito da oltre 3000 giornalist­i e operatori dei media: al G7, erano di meno. L’appuntamen­to è fissato alle 9 del mattino, le tre di notte in Italia. Il nordcorean­o è in città dalla mattina di ieri, l’americano è arrivato a tarda sera con un volo non stop di 17 ore: sulla sua rotta, l’Air Force One ha sorvolato Venezia.

Trump, che s’affida molto alla chimica personale, crede che gli basteranno cinque minuti per capire se la cosa può funzionare: lui e Kim hanno tratti in comune, sono entrambi egocentric­i e irascibili. Ma con due protagonis­ti così impulsivi e imprevedib­ili, nulla è scontato.

Molti fanno il tifo perché l’incontro di Singapore sia un successo. I primi sono proprio Trump, che vuole migliorare la sua immagine internazio­nale e coltiva ambizioni di Nobel per la Pace; e Kim, che ha bisogno di un allentamen­to delle sanzioni e di un flusso di aiuti per miglio- rare le condizioni di vita nel Paese.

Le speranze di successo sono condivise dagli alleati degli Usa nell’Area: la Corea del Sud, il cui presidente Moon Jae-in è il vero artefice della distension­e coreana, e il Giappone. E dai “p adr in i” della Corea del Nord, Cina e Russia: Pechino e Mosca si sono date molto da fare perché il Vertice, sovente a rischio, si svolga (e Putin assicura che Kim è pronto a essere costruttiv­o).

Costruttiv­o forse, di modiche pretese no di sicuro. Il dittatore alloggia in una suite di oltre 300 mq, che costa 8.000 dollari a notte. La lussuosa sistemazio­ne, all’hotel cinque stelle St. Regis, è dotata d’una vasca idromassag­gio e una palestra, un pianoforte a coda e lampadari di cristallo di Boemia.

Le pareti sono decorate da opere d’arte di pregio, tra cui uno Chagall.

Chi pagherà il conto? Il premier di Singapore ha messo a carico della città-Stato le spese del Vertice – si stima 20 milioni di dollari -. L’hotel di Kim è una goccia nel mare. Lee gongola per la visibilità che Singapore sta ottenendo in questo frangente ed è riconoscen­te a Kim, che ha proposto a Trump d’incontrars­i qui.

Un presidente americano e un leader nord-coreano non si sono mai incontrati: Bill Clinton, a fine mandato, ci pensò seriamente, ma non condusse in porto il progetto. E Trump ha una voglia matta di raggiunger­e un accordo con Kim, riuscendo là dove decenni di diplomazia ortodossa non sono riusciti.

A Singapore L’americano vuole rilanciars­i sul piano interno Al dittatore serve un allentamen­to delle sanzioni

 ?? Ansa ??
Ansa
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy