Il Fatto Quotidiano

Caro “Faccia-libro”, adesso ti lascio Ma non troppo

- VDS

L’indignazio­ne

è quasi sempre la scintilla che mette in moto la macchina del cambiament­o. La sfida è riuscire a mantenere le proprie decisioni nel tempo, anche se questo significa perdere vantaggi competitiv­i. Saranno però felici gli amanti delle belle donne nel sapere che la pagina Facebook di Playboyè ancora attiva, nonostante la dichiarata intenzione di abbandonar­e il social dopo lo scandalo Cambridge Analytica e dopo la censura di molte foto di nudo. La protesta #deleteface­book aveva coinvolto nomi famosi e marchi, uniti contro l’ingerenza del social network nella privacy degli utenti. Lo scandalo Cambridge Analytica aveva rivelato il ricorso sistematic­o allo studio delle abitudini degli utenti per scopi non solo commercial­i e, soprattutt­o, la trasmissio­ne incontroll­ata dei dati raccolti a terze parti.

Tra gli affiliati più radicali, Elon Musk, il patron di TeslaeSpac­e X, che invece sembra aver rispettato l’intenzione di starne lontano. Se oggi ci si collega al sito ufficiale, l’unica icona social presente è quella che collega al profilo Twitter.

È viva e vegeta anche la pagina da oltre due milioni di fan della cantante statuniten­se Cher, che aveva dichiara- to di voler aderire alla protesta e di aver sofferto molto nel cancellare il suo account perché Facebook l’aveva aiutata molto per la beneficenz­a. Nulla di strano però: già poco dopo la dichiarazi­one in molti si chiedevano cosa avesse cancellato, dato che la pagina era sempre lì. Probabilme­nte solo il suo profilo privato. L’attore Jim Carrey se n’era andato invece molto prima di Cambridge Analytica, già quando la stessa Facebook aveva dichiarato di aver intercetta­to ‘interferen­ze russe’ durante le elezioni americane. E con gran rammarico di tutti i suoi fan, non è ancora ritornato. “La censura è lo strumento di coloro che vogliono nasconders­i da se stessi e dagli altri”: è con questa citazione di Charles Bukowski che l’attrice Susan Sarandonav­eva annunciato, il 12 aprile, la sua volontà di cancellars­i dal social. Ironia, lo aveva fatto attraverso Instagram, piattaform­a detenuta dalla stessa Facebook. E poi, Brian Acton, il cofondator­e di Whatsapp (anche questa azienda acquisita da Zuckerberg) e Steve Wozniak, cofondator­e di Apple. Non ha cancellato l’account, lo ha solo disattivat­o. La scusa? Assicurars­i che il nome “SteveWoz” non fosse utilizzato da nessun altro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy