Gli insulti alla Leotta, i nuovi idoli sballati e il suicidio di Bourdain
CARA SELVAGGIA, ho letto il suo articolo sugli insulti social a Diletta Leotta. Ho 71 anni e non ho mai fatto parte di movimenti femministi. La cosa che mi colpisce di questi cosiddetti “maschi” (anche se preferirei il termine usato da Sciascia di “ominicchi”), volgari arroganti e ignoranti è che sono convinti che il loro stupido aggeggio sia una sorta di icona, di idolo di fronte a cui le signore dovrebbero liquefarsi in adorazione. E come se l’unico fatto di possedere un pene fosse sufficiente a far impazzire una donna, laddove ben altre sono le cose che piacciono a noi: certamente l’abilità a letto e la passione, ma anche la gentilezza e la comprensione dei nostri bisogni, oltreché -“rara avis”- l’intelligenza. Costoro, tra cui c’è perfino un bambino che probabilmente l’unica cosa che sa fare è masturbarsi, credono di poter far centro su una bella donna che avrà chilometri di corteggiatori e che non li degnerebbe neanche di un’occhiata. Anche se non l’ho fatto per mestiere, nella mia vita mi sono occupata parecchio di psicanalisi junghiana. Jung riteneva che ognuno di noi possieda un’ombra (che lui chiamava ‘la stanza degli assassini’) dove sono represse e ben nascoste le nostre emozioni peggiori emigliori, che l’Io si rifiuta di riconoscere per l’educazione ricevuta, per conformismo, per il bisogno di seguire il gregge. Probabilmente in questi po- veri esseri blateranti e insultanti sono nascoste emozioni che – se espresse – li farebbero sentire meno “maschi”, se maschi si possono dire coloro che si adeguano all’idea che la donna sia un essere da dominare, da maledire, perfino da uccidere. Quest’ultimo sentimento è talmente diffuso, purtroppo anche tra la popolazione femminile, che molte di noi si adeguano a matrimoni con individui che non hanno la minima gentilezza e comprensione, che sono maneschi, che le maltrattano. Che tristezza! Perché esistono uomini e donne rozzi, arroganti e villani, laddove ce ne sono altri civili, disponibili, aperti? Non so dare una risposta e credo che nessuno ce l’abbia. Soprattutto credo che ci vogliano ancora secoli – o millenni – prima che l’umanità prenda coscienza di far parte di un consesso che ha gli stessi bisogni, paure, debolezze, che necessitano di comprensione, e non certo di aggressività, razzismo, odio. BIANCA
CARA BIANCA, le confesso una cosa. Da quando il web mi “regala” la possibilità di conoscere “la stanza” degli assassini di tanti maschi italiani con frustrazioni e repressioni di varia natura, anche la mia stanza degli assassini è affollatissima. Il giorno in cui decidessi di aprire la porta, non se ne salverebbe uno.
CIAO SELVAGGIA! Ti scrivo perché sono turbata. Ho letto adesso il tuo articolo su Young Signorino e mi è tornato alla gola il video pubblicato da una nuova trapper: Felisia Piana alias Fishball, nota “suicide girl”, bellissima modella alternative. Seguo con attenzione la campagna di sensibilizzazione che stai facendo sul bullismo e vedo che le persone sui social stanno cambiando modo di “vedere”. Poi sbatto in un video della suddetta ragazza con un milione e 400 mila follower, dove dichiara che ha spacciato 15.000 droghe diverse, che non è una morta di fame perché raccatta i cocomeri e che se vuole spendere 50mila euro da Gucci può farlo. Poco male, di gente idiota ne è pieno il mondo. La cosa che mi preoccupa sono i commenti dei ragazzini di 15 anni che le dicono che lei ha le palle e che è il loro nuovo mito. L’idea che mia figlia tra un paio di anni possa sentirsi dire da ragazzine dal bel viso che se non hai soldi è normale spacciare, mi fa rabbrividire. Come è possibile che al giorno d’oggi questi siano i nuovi idoli? Perché le famiglie non controllano quello che viene pubblicato? ISA
CARA ISA, ci sono ragazzini che idolatrano una spacciatrice dichiarata? Ti ricordo un po’ di cose che riguardano generazioni più adulte. Angelo Izzo si è sposato in carcere. Per decenni Renato Vallanzasca, rapinatore, sequestratore e pluriomicida, ha ricevuto lettere da ammiratrici. Erano così tante che la moglie le ha raccolte in un libro intitolato “Lettera a Renato.” Parolisi idem. Perfino Bossetti. Fabrizio Corona è pagato da stampa e tv come fosse un idolo, anziché uno che entra e esce dal carcere.
Abbiamo votato pregiudicati e li rimpiangiamo, perfino. Non sono solo le nuove generazioni che hanno idoli sballati. Di fessi attratti da modelli sballati, purtroppo, è pieno il mondo. E no, non è problema anagrafico. È imbecillità, trasversale e senza età. SELVAGGIA, mi ha molto colpito il suicidio di Bourdain. Lo stimavo come chef e narratore. Le sue parole furono illuminanti per il mio lavoro. Ho letto che era anche il compagno di Asia Argento. E che lei stesse vedendo un giornalista con cui era stata fotografata di recente. Davvero una persona di60anni, colta, con interessi infiniti e raffinati, con stimoli, mille impegni e responsabilità, può togliersi la vita per amore? VNCENZO
ECCO, questa vaga insinuazione che aleggia nell’aria da due giorni è davvero pessima. Nessuno si toglie la vita “per amore”. Tutti – anche qualora fosse vero che era stato sorpreso da una nuova relazione della Argento – abbiamo avuto qualcuno che ci ha feriti. Quasi tutti abbiamo le risorse emotive per ricostruire e superare. Chi non le possiede si suicida per questo, perché è troppo fragile, perché non ha lo scheletro emotivo per reggere il contraccolpo, perché ha dei problemi pregressi (Bourdain era stato dipendente da droghe e più volte aveva parlato del suicidio come di un’ipotesi che in passato aveva considerato). Non possiamo sapere perché l’ha fatto, ma ci doveva essere un abisso molto più profondo di due paparazzate su un giornale.