Le banconote non sono (più) il male assoluto per via Nazionale
In un opuscolo diffuso a fine maggio si dà ampio spazio al concetto di “Riserva di valore” che piace tanto ai tedeschi
Ivertici della Banca d’Italia si sono iscritti in massa ai corsi del Goethe-Institut? Imparato il tedesco, hanno finalmente capito le posizioni dei loro omologhi di Francoforte? E hanno deciso di stare dalla parte dei comuni cittadini anziché dei banchieri?
A LL’ASSEMBLEA ANNUALE della banca centrale italiana, tenutasi il 29 maggio, è stata distribuita una nuova pubblicazione insieme al bilancio, al discorso del governatore, ecc.
Rivolta ai non addetti ai lavori, ha il manifesto obiettivo di recuperare credibilità dopo quattro banche saltate nel 2015, due nel 2017 e una (il Monte dei Paschi) salvata dallo Stato, nonostante l’attività di vigilan- za dell’istituto di via Nazionale. Ignorato dal giornalismo economico, l’opuscolo La Banca d’Italia. Funzioni e obiettivi merita invece qualche citazione.
In particolare i contanti non sono più demonizzati e anzi, fra le diverse ragioni “alla base della centralità del contante fra i mezzi di pagamento”, leggiamo a pagina 30 che esso “è l’unico mezzo di pagamento ad aver corso legale.
Il suo impiego è gratuito e anonimo e la riservatezza viene garantita. Il contante può essere usato in casi di emergenza, ad esempio se le apparecchiature per i paga- menti con le carte non funzionano o se ne sono stati superati i limiti di utilizzo”. Inoltre il contante “può essere utilizzato come riserva di valore”. Toni e tesi davvero inusuali per la Banca d’Italia. Riserva di valore ( Wertaufbewahrung) è un concetto ribadito alla noia dai banchieri centrali tedeschi, non certo da quelli di via Nazionale.
PER ALTRO la stessa pubblicazione vanta l’attività di educazione finanziaria di Bankitalia in collaborazione col ministero dell’istruzione. Peccato che nel Quaderno didattico per le scuole medie superiori del 14 novembre 2017 la pagina 32 su “Il denaro contante” non sia altro che una sistematica e ossessiva denigrazione di esso, che non si risparmia neanche la favoletta dei suoi alti costi.
PASSATI solo sei mesi, in via Nazionale sembra che tiri tutta un’altra aria. Misteri romani. Supponendo comunque che faccia fede l’ultima versione, traiamo qualche conclusione operativa. Appurato che le banconote non sono (più) il male assoluto, esse forniscono una soluzione per chi è preoccupato per un’uscita italiana dall’euro. Prelevate e messe in una cassetta di sicurezza, preservano da conversioni forzose in una nuova valuta, da imposte straordinarie e altre cose sgradevoli.
@beppescienza