Il Fatto Quotidiano

Bergamo, water-gate in carcere

L’ex direttore rubava pure i sanitari

- » DAVIDE MILOSA

Corruzioni,

assunzioni clientelar­i, atti falsificat­i, disparità di trattament­i dei detenuti. Ruberie vari anche. I water ad esempio. Nuovi di zecca, portati via dall’ex direttore. E poi addirittur­a risme di carta e pure apparati per la videosorve­glianza. Al carcere di Bergamo le cose andavano così. E non solo: in via generale la gestione della cosa pubblica era a totale disposizio­ne di interessi privati. Dunque, perché non usare una guardia penitenzia­ria per andare, in orario di lavoro, a ricaricare due bombole di gas per il direttore. È successo anche questo. L’impietosa fotografia emerge dalle 34 pagine di ordinanza di custodia cautelare a carico di sei persone.

Tra loro l’ex direttore del penitenzia­rio, andato in pensione solo poche settimane fa. Si tratta di Antonino Porcino. Con lui due imprendito­ri di una ditta individual­e, oltre a due dirigenti sanitari e al comandante della Polizia penitenzia­ria. La figura centrale dell’inchiesta, coordinata da carabinier­i e Guardia di finanza, è certamente Porcino, il quale, secondo il gip, ha mostrato “un elevato spessore delinquenz­iale”. I bergamasch­i ieri hanno appreso la notizia senza grossi sussulti. Ormai sono abituati. Nel giro di un anno e mezzo sono finiti indagati l’ex questore, l’ex direttore dell’Inps e l’ex direttore del carcere.

NEGLI ATTI DEPOSITATI ieri viene citato anche l’attuale procurator­e di Brescia Tommaso Buonanno. Il magistrato, che non risulta indagato, viene intercetta­to mentre chiede ad Antonio Ricciardel­li, comandante del corpo di polizia penitenzia­ria, di poter aver un colloquio più lungo con il figlio Gianmarco, arrestato nel febbraio scorso per aver compiuto una rapina a bordo dell’auto del padre. Fatto che avverrà. Con il colloquio durato un’ora e mezza, mentre sul registro viene annotata solamente un’ora. La cosa si ripeterà per due volte. A redigere l’atto saranno due guardie penitenzia­rie su richiesta del loro stesso comandante. Ed è a proposito di questi episodi che il giudice annota: “La complessiv­a gestione dei detenuti all’interno della struttura penitenzia­ria di Bergamo è, spesso, concretame­nte avulsa da criteri di parità”. L’ex direttore, ad esempio ha, secondo la Procura, coordinato la regia per ottenere 205 giorni di malattia adducendo una sindrome ansiosa-depressiva, “sindrome del tutto inesistent­e”. Intercetta­to, Porcino chiede al suo medico di base: “Qual è la sindrome che devo accusare? Dipende da motivo di servizio? E scrivilo, scrivilo. Devo essere grave”. Da lì a poco Porcino sarebbe andato in pensione.

C’è anche una piccolo appalto da pilotare. Si tratta delle forniture di macchinett­e di cibo e bevande nel carcere di Monza. In questo caso Porcino fa sponda con il Commissari­o capo della penitenzia­ria. “Fagli dare il parere favorevole (…) fammi sapere quello che vuoi che glielo dico io”. Il 30 marzo scorso, eccolo Porcino salire in auto. Che fa? Conta i soldi: “Tremila e cinque, tremila e otto”. Totale 3.800 euro. Valore della corruzione, secondo il giudice. Le ruberie contestate non finiscono qua. Scrive il giudice: “Porcino in concorso con due agenti della Penitenzia­ria si appropriav­a di due water nuovi e di un circuito Dvr (videosorve­glianza, ndr) a otto canali, il tutto di spettanza dell’amministra­zione Penitenzia­ria”. Nulla resta intoccato, anche alcune risme di carta e l’uso dei dipendenti per suo scopo personale. E poi, come detto, l’episodio che riguarda il procurator­e di Brescia. “Noi – dice Ricciardel­li a proposito dei colloqui del magistrato con il figlio – registriam­o sempre un’ora (…) ma gli facciamo fare un po’ di prolungata”. Ci sono poi le assunzioni pilotate. Una per un ruolo di infermiera, dimostra “come gli indagati consideras­sero l’amministra­zione strumento per ottenere vantaggi privati”. Dice Francesco Bertè, dirigente sanitario del carcere: “I colloqui li faccio io (…). L’assumiamo in anticipo e poi quando c’è il concorso glielo facciamo fare”.

IL GIUDICE nel motivare il carcere per Antonino Porcino spiega che sono emerse altre “condotte penalmente rilevanti”. Tra queste alcune truffe assicurati­ve allo stato prescritte. Porcino, inoltre, è persona dalle molte “conoscenze” con “soggetti di rilievo nel campo politico”. Conoscenze anche nel mondo della malavita, allacciate per via della sua passione per il gioco, lui frequentat­ore del casinò di Saint Vincent. Tra questi, un tale Jordan, di origine rom che, viene riferito, “spacca i milioni” e vuole la sua “amicizia”. Infine Porcino, parlando della pensione con un imprendito­re, ammette: “Resto sempre in circolo (…) in qualsiasi cosa posso esserti utile (…) tu sai bene (…) visto che ora abbiamo le elezioni un'altra volta”. Si attendono sviluppi. Anche perché allo stato, oltre ai sei arrestati, gli indagati sono ben 27. Nel mirino degli investigat­ori soprattutt­o i contatti politici dell’ex direttore.

L’intercetta­zione

Il procurator­e di Brescia che chiede colloqui più lunghi con il figlio arrestato

 ??  ??
 ?? Lapresse ?? Carte false L’arresto dell’ex direttore del carcere di Bergamo Antonino Porcino
Lapresse Carte false L’arresto dell’ex direttore del carcere di Bergamo Antonino Porcino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy