Il Fatto Quotidiano

Nave in Spagna: e la prossima?

La linea dura del governo smuove Madrid, ma “una tantum”. L’Europa tace

- » DAVIDE VECCHI

■Il premier socialista Sánchez offre il porto di Valencia. Ma altre 1000 persone arrivano a Catania. Dopo lo strappo l’Italia proverà a ottenere concession­i al Consiglio europeo di giugno

Li attendono almeno tre giorni di navigazion­e. Forse quattro. Dipende dalle condizioni del mare. Tanto serve per raggiunger­e il porto di Valencia. Ieri, dopo uno stallo di oltre 24 ore, la nave Aquarius ha virato la prua verso la Spagna su proposta del premier Pedro Sánchez che si è detto pronto ad accogliere i 629 migranti a Valencia per “evitare una catastrofe umanitaria”. Ma l’imbarcazio­ne della Ong tedesca Sos Mediterran­ée alle 23 di ieri non aveva ancora ricevuto alcuna indicazion­e né dalla Spagna né dalle autorità italiane ed è così rimasta ferma.

FERMA dove era stata bloccata domenica pomeriggio: in acque internazio­nali, in uno spazio di mare a 35 miglia nautiche a sud ovest della Sicilia e 27 miglia a est da Malta. Il governo della Valletta ieri ha ribadito il suo no ad accogliere i migranti e in tardo pomeriggio ha inviato alla Aquarius viveri e carburante in vista della traversata, mentre il Viminale ha offerto alla Ong di sbarcare bambini, donne incinta e persone più vulnerabil­i. La trattativa tra la Guardia Costiera e il capitano della nave è stata avviata nel primo pomeriggio e a tarda sera non era ancora conclusa.

La capacità della Aquarius è di 550 persone ma a bordo ce ne sono 629. Tra loro ci sono 88 donne (sette in stato di gravidanza) e 123 minori per lo più non accompagna­ti tra cui 11 bambini piccoli. “Fortunatam­ente non abbiamo un’emergenza medica al momento ma molti hanno bisogno di cure”, ha rassicurat­o il me- dico di Msf a bordo della nave, David Beversluis.

Almeno trenta migranti sono rimasti ustionati durante il salvataggi­o avvenuto sulle coste della Libia la notte di sabato e “abbiamo pazienti disidratat­i, una persona necessita probabilme­nte di un intervento chirurgico”, aggiunge Alessandro Porro, membro di Sos Mediterran­ée. Seppur sotto controllo “la situazione è molto delicata”.

Le persone “sono sempre più ansiose e disperate”, ha riferito Marco Bertotto, responsabi­le advocacy Msf. Ieri pomeriggio, quando i responsabi­li hanno comunicato ai migranti che non sarebbero sbarcati ma il viaggio proseguiva, un uomo ha tentato di buttarsi in acqua perché convinto che lo avrebbero riportato in Libia.

“Fino a quando non riceviamo indicazion­i non possiamo né muoverci né fare valutazion­i”, prosegue Bertotto. È evidente però che Valencia sia un porto troppo distante e“intraprend­ere un viaggio di 1300 chilometri equivale a riconoscer­e conclusi i soccorsi in mare”. È concreta però la possibilit­à che all’opzione Valencia sia trovata un’alternativ­a. “Tenteremo di trovarla”, garantisce Bertotto. “Appena avremo una comunicazi­one ufficiale ci riuniremo per valutare, in base al diritto internazio­nale e ai regolament­i, come poter agire al meglio per garantire il prima possibile una soluzione a queste 629 persone”. A prescinder­e dalle “difficoltà oggettive che un viaggio di tre o quattro giorni in queste condizioni comporta”, questo stallo è il “chiaro segnale di come si voglia mettere fine all’azione delle Ong: è impossibil­e ritenere di salvare vite umane per portarle poi via mare fino in Spagna, significa abbandonar­e le zone dove siamo necessari”.

LA ONG TEDESCA ha un’altra imbarcazio­ne impegnata in acque internazio­nali di fronte alla Libia, la Sea Wacht 3. Ma “per il momento non è stata coinvolta in operazioni di ricerca e soccorso”, quindi non ha nessuno a bordo salvo l’equipaggio. “C'è una Ong tedesca che batte bandiera olandese che subirà la stessa garbata reazione da parte del governo italiano”, ha detto però Salvini. A differenza della nave Diciotti della Guardia costiera con a bordo 937 migranti e due cadaveri recuperati in sette diversi interventi di soccorso. Questi migranti sono stati salvati da mezzi militari o mercantili e non da navi umanitarie e l’imbarcazio­ne è da ieri in navigazion­e verso il porto di Catania dove dovrebbe arrivare in giornata.

Abbiamo pazienti disidratat­i, una persona necessita probabilme­nte di un inter vento chirurgico

A. PORRO SOS MÉD

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Ansa Un’immagine scattata a bordo della nave Aquarius
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Ansa A bordo L’Aquarius è ancora tra Malta e la Sicilia
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