Ritornano il Partito del Cemento e Scajola: va in crisi il modello Toti
Laboratorio Liguria ”U ministru” avanti a imperia: la sua rete di potere è viva
Il ballottaggio che viene dal passato. Tra due settimane i cittadini di Imperia troveranno sulla scheda gli stessi nomi che dominavano la città quindici anni fa: Claudio Scajola, trionfatore di questo primo turno con il 35,6%, contro il suo ex delfino, Luca Lanteri (29). Il settantenne ex-ministro, dopo mesi a fare campagna scorrazzando in scooter, ieri sfoggiava un piglio da ragazzino: “È la fine della patacca del modello Toti”. Il più giovane sfidante pareva un pugile ammaccato: “Pensavo di andare al ballottaggio, ma non con questo risultato”.
UN VINCITORE, co munq ue, c’è già: il partito del cemento. Che qui a Imperia e nella vicina Alassio stravolse il Ponente ligure. A cominciare dal gigantesco porto, un fallimento a cielo aperto: scheletri di cemento alti lungo la co- sta e, ai piedi del centro storico, moli lunghi chilometri ancora mezzi vuoti. Protagonisti di quella stagione furono proprio Scajola – che rivendica la paternità di quel progetto e giura di poterlo rilanciare – e Lanteri, che in campagna elettorale ha cercato di glissare. “Se il Pd al ballottaggio confluirà su Scajola, il gioco per l’ex ministro sarà fatto”, è convinto Claudio Porchia, oggi uno dei più attenti commentatori delle cose imperiesi. Aggiunge: “Se c’è una cosa che accomuna gli schieramenti di Scajola e Lanteri, è il cemento”.
Che errore madornale è stato credere che la rete di potere di “u ministru”– come lo chiamano ancora – fosse smantellata! A cominciare dal giovane nipote, tutt’altra tempra politica, che ieri ha puntato il dito verso il Carroccio: “Ci è mancata parte della Lega”, ha detto Marco Scajola. Oggi è assessore in Regione con Toti e aveva dato il benservito allo zione. Che non ha gradito: “La scelta di mio nipote mi ha fatto molto male”, sibila Scajola senior.
Il più malconcio è il governatore Giovanni Toti. Lui che – per meriti politici e per un buon fattore C – dopo la Liguria aveva conquistato Savona, Genova e La Spezia. Il Governatore che sognava Roma e si ritrova con i piedi d’argilla. Ancora Porchia: “I candidati anti-scajoliani di Toti hanno perso anche a Vallecrosia, Bordighera e Alassio”. Dove ha dominato un altro scajoliano di ferro, quel Marco Melgrati già sindaco nella stagione del mattone che cambiò il panorama della cittadina. Indietro tutta.
TOTI NON SA PIÙdove aggrapparsi: arretra in Liguria, mentre a Roma si sfalda la maggioranza che lo sostiene in Regione. Non basterà il compagno di cene Matteo Salvini per tenerlo in piedi se l’asse Lega-M5S manderà in frantumi il centrodestra. Del resto, dopo tre an- ni, i risultati della Giunta non sembrano straordinari: certo, i tappeti rossi, decine di chilometri di passatoie sparse in mezza Liguria e costate centinaia di migliaia di euro. Ma poi? Una demolizione della sanità pubblica che spalanca le porte ai soliti privati e preoccupa molto i liguri.
Magro anche il bottino M5S: in alcuni Comuni non si sono presentati. Dove lo hanno fatto – vedi Imperia – hanno portato a casa risultati a una cifra: 6%. Alle politiche da anni sono il primo partito, ma poi, quando si tratta di individuare candidati forti, non hanno mai vinto. E il prossimo anno si vota in due Comuni chiave: Ventimiglia e Sanremo, con i loro problemi di crisi, infiltrazioni mafiose e ancora di cemento. Scajola prepara lo scooter.