Il Fatto Quotidiano

L’amaro risveglio dei 5 Stelle: “Basta candidati sconosciut­i”

Sconfitta Di Maio canta vittoria, ma a Roma e in Sicilia i risultati del M5S sono pessimi: “Il limite dei due mandati sul territorio forse andrà rivisto”

- » LUCA DE CAROLIS

Ai dominatori del 4 marzo è andata male. Perché le Amministra­tive non sono il loro campo di gioco, d’accordo. Ma anche perché il Movimento si è fatto male da solo. Con i suoi candidati spesso “inadeguati” come ammettono dal M5S, non testati da una struttura nazionale già troppo sottile e ora sfibrata e distratta. E perché la regola del doppio mandato, che ha spinto a bordo campo i veterani, è come una pietra al collo.

ECCOLI, I NODI dietro allo scivolone nelle urne dei Cinque Stelle, che andranno al ballottagg­io solo in otto Comuni, e solamente in tre partiranno in vantaggio. Mentre se si spulciano le percentual­i, si scopre che il M5S nei Comuni sopra i 15 mila abitanti (quelli dove è previsto il secondo turno) ha preso una media dell’11 per cento. Numeri su cui incide, e parecchio, l’intransige­nza del Movimento che non fa accordi elettorali, neppure con liste civiche.

Però c’è comunque poco da sorridere per il Luigi Di Maio che ieri su Facebook ha protestato: “Ogni volta che ci sono delle elezioni amministra­tive i media raccontano che siamo in affanno e che rispetto alle Politiche è andata male. Ma è una lettura che si è sempre rivelata falsa”. Non pago, il capo politico azzarda: “I risultati hanno dimostrato che Davide vince contro Golia”. Però Davide, cioè il Movimento, le ha prese. Anche nella Sicilia dove il 4 marzo il Movimento aveva vinto in tutti i 28 collegi uninominal­i. Invece ie- ri ha agguantato il ballottagg­io solo a Ragusa, dove governa, e ad Acireale ( Catania), dove partirà molto dietro. Perfino nella piccola Priolo (Siracusa), dove alle Politiche aveva sfondato il 71 per cento, si è fermato al 16 per cento. E poi c’è la disfatta di Roma. La città della sindaca Virginia Raggi, dove in due Municipi che pure amministra­va, III e VIII, il Movimento non è riuscito ad andare neppure al secondo turno. Abbastanza per spingere la sindaca a fare pubblica ammenda: “Ripartiamo dal territorio, i cittadini vanno sempre ascoltati. Seguiremo le loro indicazion­i: ci impegnerem­o di più su decoro, lavori pubblici e trasporti”. E non a caso i consiglier­i comunali nelle chat invocano la testa dei tre assessori competenti, Pinuccia Montanari, Margherita Gatta e Linda Meleo. Insomma, tira aria di rimpasto, con la Meleo che pare la più in bilico.

E DI CERTO PESA il tweet di Roberta Lombardi, capogruppo in Regione del M5S e avversaria della sindaca (con cui era in tregua da mesi): “Vola in alto con la testa e stai con i piedi a terra. E sui nostri territori, Roma in primis. Ripartiamo da un nuovo staff per gli enti locali e i gruppi territoria­li # merito”. Sillabe che fanno rima con quelle della deputata Carla Ruocco: “Decisioni e incarichi di governo più vicini ai territori. Valorizzia­mo le competenze come diceva Gianrobert­o Casaleggio”. E nei due tweet non c’è solo la critica alla sindaca. C’è anche e soprattutt­o l’invito al capo Di Maio a dotare il Movimento di una vera struttura per gli enti locali. E a non calare dall’alto i candidati, investendo invece su attivisti di provata fede. Ma sul tavolo torna anche il tema del limite dei due mandati. Perché ieri tra i 5Stelle osservavan­o: “Nei tre Comuni dove siamo andati meglio, Pomezia (Roma), Ragusa e Assemini (Cagliari), abbiamo candidato i presidenti uscenti dei Consigli comunali”. Ovvero, personaggi conosciuti sul territorio.

Dove invece la regola dei due mandati ha imposto lo stop ai consiglier­i uscenti, bagno di sangue. Ergo, “dovremmo avere il coraggio di ripensare la regola almeno a livello locale”. Ipotesi a cui un anno fa aveva aperto lo stesso Beppe Grillo, salvo poi rallentare. Intanto ai piani alti si consolano con il secondo turno afferrato a Terni e soprattutt­o a Imola, anche in questo caso con una consiglier­a uscente. “Imola va al ballottagg­io per la prima volta nella sua storia” rivendica Max Bugani, capogruppo a Bol o g n a e membro dell’associazio­ne Rousseau. Che non chiude affatto a un appoggio della Lega nel secondo turno: “Un passo alla volta, ma è facile immaginare una convergenz­a”. Ed è un altro totem, o tabù, che vacilla.

Il ragionamen­to

I risultati migliori (Ragusa, Pomezia, Imola e Assemini) sono arrivati grazie a consiglier­i uscenti Ripartiamo dal territorio, i cittadini vanno sempre ascoltati VIRGINIA

RAGGI

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