Clausole Iva Ma l’aumento dei prezzi è davvero la tragedia che tutti temono?
Il dibattito politico sembra ormai tutto concentrato sulla riduzione delle imposte, soprattutto per chi ha redditi più alti, sull’ennesimo condono fiscale e sulle modifiche della Fornero.
Nessuno dei nuovi ministri che spenda una parola sul ruolo che pubbliche amministrazioni e dipendenti pubblici debbano svolgere in questa particolare congiuntura economica.
Nessuno parla più di efficacia ed efficienza, penso in particolare alla Giustizia il cui mal funzionamento scoraggia tanti imprenditori stranieri dall’effettuare investimenti in Italia.
È possibile che questi tre milioni di persone che lavorano nella Pubblica amministrazione possano dare un contributo al cambiamento auspicato dal nuovo presidente del consiglio, pure lui dipendente del ministero di Istruzione e ricerca? DIRITTO DI REPLICA
Ho letto con attenzione le parole scritte domenica nei miei confronti dal valente Giorgio Meletti, sul Fatto di domenica.
Meletti fa bene a rammentare il, diciamo così, pedigree giudiziario di alcune grandi opere. Tuttavia, non deve aver letto in modo completo le mie dichiarazioni al Sole 24 Ore circa il rapporto tra infrastrutture e rilancio economico.
È vero che gli investimenti in questo settore possono dare una grande spinta al sistema Paese: l’ho detto e lo confermo.
Peraltro, esiste un’ampia letteratura scientifica tesa a mostrare come, soprattutto in periodi di crisi, il moltiplicatore della spesa, soprattutto in conto capitale, sia superiore persino a quello del taglio delle tasse. Però non ho mai parlato di colate di cementotout court, tanto che in quella stessa intervista faccio riferimento anche a “infrastrutture immateriali”, “opere utili” e“manutenzione ordinaria” di cui il Paese ha urgente bisogno.
In ogni caso, grazie del prezioso la- CONTINUAMENTE I MEDIAci propongono la catastrofe per l’aumento dell’Iva a causa delle clausole di salvaguardia. Ho cercato di farmi i conti in tasca. Dispongo di pensione di anzianità per un assegno di 507 euro al mese. Questo reddito lo impiego tutto per vivere. Se aumentasse l’Iva del 2% mi troverei a perdere 10,14 euro. Certo, non potrei acquistare due bistecche, due chili di pane, oppure dovrei spegnere la televisione prima (meglio, data la qualità delle trasmissioni). Ma se posso sopportarlo io, perché non può farlo chi guadagna ben più di me? E poi a cosa serviranno tutti quei miliardi? A pagare gli F-35, a rifinanziare il Mose, a fare la Pedemontana e tutte le opere improduttive dei governi precedenti? Suggerisco al nuovo governo di riapplicare l’Imu e un ticket sanitario anche agli immigrati e a chi ha fortunatamente e forse meritatamente di più. Sono ingenuo? Che sia la mia età (79 anni)... GENTILE ALESSANDRO, la sua disponibilità al sacrificio per il bene comune è apprezzabile, così come il suo approccio pragmatico alla finanza pubblica. Che però non può essere ridotta ai proverbiali “conti della serva”. Primo: gli investimenti per gli F-35 sono già stanziati, sono difficili da cancellare e in ogni caso non coprono i 12,5 miliardi da trovare nel 2019 e 19,2 nel 2020 per evitare che scatti la clausola di salvaguardia (cioè l’aumento di tasse differito deciso dal governo Renzi) che comporta l’aumento dell’Iva (dal 22% al 24,2% e poi al 25% per l’aliquota più alta, dal 10% all’11,5% e quindi al 13% quella intermedia). Un aumento che non serve a pagare nuove spese o sprechi, ma a dare copertura a impegni già assunti senza appropriati finanziamenti (altrimenti sale il deficit e poi il debito). L’aumento dell’Iva farebbe salire i prezzi al consumo, ma non in modo uniforme, voro di pungolo che non potrà che rendere migliore il mio gravoso operato. Ringrazio il ministro per l’aggettivo “valente” e, con cortesia che spero pari alla sua, mi limito a far notare (ai lettori, Toninelli e il M5S lo sanno già) che secondo la letteratura scientifica citata la spesa per soccorrere i migranti dà più spinta alla crescita economica delle opere inutili. alcuni arrotondamenti sarebbero superiori all’incremento dell’imposta. Ma soprattutto non colpisce tutti allo stesso modo: i poveri ne soffrirebbero più dei ricchi, i dettaglianti più delle grandi imprese che scaricano a valle gli aumenti, lavoratori dipendenti e pensionati più dei liberi professionisti. Per garantire l’equità, la Costituzione prevede che le imposte siano progressive (come l’Irpef) non proporzionali (come l’Iva). Detto questo: tagliare gli investimenti, la sanità o i fondi per il sociale oppure tassare il lavoro farebbe più danni all’economia che alzare l’Iva. Certo, sarebbe meglio rimettere l’Imu sulla prima casa (4 miliardi all’anno di gettito) ma questo pare un tabù anche per Lega e M5S. Ho letto la pagina che riassume i curriculum inviati per le candidature al Cda Rai. Delle quattro pagine fitte del mio cv, Gianluca Roselli non nota laurea, docenza universitaria, pubblicazioni, premi e riconoscimenti ricevuti, non nota le numerose inchieste portate avanti per Le Iene , non nota gli oltre quaranta fra film e fiction in cui ho lavorato, collaborando con Scola, Risi e altri registi importanti, non nota praticamente niente di tutto il lavoro fatto in oltre venti anni di carriera. Si con- centra però invece su una sola riga in fondo, nelle oltre cinquecento del testo, dove – fra le informazioni aggiuntive – elenco i software che so utilizzare, le lingue parlate, gli strumenti che so suonare e gli sport praticati. Roselli solo di quelli scrive, come se fossero l'unica voce del mio cv, o la più importante, e come se provassero dei miei difetti di competenza. Ora: io non credo che saper suonare o sciare sia incompatibile con la candidatura al cda Rai, ma posso sbagliare. Sono sicuro invece Con riferimento all’articolo dal titolo “Finlombardia, chiusa l’indagine su mazzette, favori (e sesso)”, comparso nella pagina 6 de Il Fatto Quotidiano del 6 giugno 2018 a firma di Gianni Barbacetto e Leonardo Piccini, mi occorre smentire alcune affermazioni non corrette che mi riguardano. L’articolo dà per accertata la verità dei fatti ipotizzata dal p.m., usando formule assertive che non lasciano spazio al dubbio, mentre su tali circostanze non solo non vi è stato alcun accertamento dell’autorità giudiziaria, ma nemmeno nessuna possibilità di contraddittorio da parte degli indagati. Essi sono in questi giorni venuti a conoscenza di tale ipotesi, attraverso un atto, l’avviso di conclusione delle indagini, che nell’ordinamento ha solo funzione di garanzia dell’indagato e che attraverso un uso giornalistico come il vostro diviene indebitamente una gogna pubblica. I contenuti dell’articolo erano tutti ricavati (e fedelmente riportati) da un atto giudiziario, l’avviso della conclusione delle indagini, inviato agli indagati.