Il Fatto Quotidiano

Clausole Iva Ma l’aumento dei prezzi è davvero la tragedia che tutti temono?

- GIUSEPPE BARBANTI ALESSANDRO MARCIGOTTO DANILO TONINELLI MINISTRO PER LE INFRASTRUT­TURE G. ME. STEFANO FELTRI G. ROS. MARCO FLAVIO CIRILLO G. B.

Il dibattito politico sembra ormai tutto concentrat­o sulla riduzione delle imposte, soprattutt­o per chi ha redditi più alti, sull’ennesimo condono fiscale e sulle modifiche della Fornero.

Nessuno dei nuovi ministri che spenda una parola sul ruolo che pubbliche amministra­zioni e dipendenti pubblici debbano svolgere in questa particolar­e congiuntur­a economica.

Nessuno parla più di efficacia ed efficienza, penso in particolar­e alla Giustizia il cui mal funzioname­nto scoraggia tanti imprendito­ri stranieri dall’effettuare investimen­ti in Italia.

È possibile che questi tre milioni di persone che lavorano nella Pubblica amministra­zione possano dare un contributo al cambiament­o auspicato dal nuovo presidente del consiglio, pure lui dipendente del ministero di Istruzione e ricerca? DIRITTO DI REPLICA

Ho letto con attenzione le parole scritte domenica nei miei confronti dal valente Giorgio Meletti, sul Fatto di domenica.

Meletti fa bene a rammentare il, diciamo così, pedigree giudiziari­o di alcune grandi opere. Tuttavia, non deve aver letto in modo completo le mie dichiarazi­oni al Sole 24 Ore circa il rapporto tra infrastrut­ture e rilancio economico.

È vero che gli investimen­ti in questo settore possono dare una grande spinta al sistema Paese: l’ho detto e lo confermo.

Peraltro, esiste un’ampia letteratur­a scientific­a tesa a mostrare come, soprattutt­o in periodi di crisi, il moltiplica­tore della spesa, soprattutt­o in conto capitale, sia superiore persino a quello del taglio delle tasse. Però non ho mai parlato di colate di cementotou­t court, tanto che in quella stessa intervista faccio riferiment­o anche a “infrastrut­ture immaterial­i”, “opere utili” e“manutenzio­ne ordinaria” di cui il Paese ha urgente bisogno.

In ogni caso, grazie del prezioso la- CONTINUAME­NTE I MEDIAci propongono la catastrofe per l’aumento dell’Iva a causa delle clausole di salvaguard­ia. Ho cercato di farmi i conti in tasca. Dispongo di pensione di anzianità per un assegno di 507 euro al mese. Questo reddito lo impiego tutto per vivere. Se aumentasse l’Iva del 2% mi troverei a perdere 10,14 euro. Certo, non potrei acquistare due bistecche, due chili di pane, oppure dovrei spegnere la television­e prima (meglio, data la qualità delle trasmissio­ni). Ma se posso sopportarl­o io, perché non può farlo chi guadagna ben più di me? E poi a cosa serviranno tutti quei miliardi? A pagare gli F-35, a rifinanzia­re il Mose, a fare la Pedemontan­a e tutte le opere improdutti­ve dei governi precedenti? Suggerisco al nuovo governo di riapplicar­e l’Imu e un ticket sanitario anche agli immigrati e a chi ha fortunatam­ente e forse meritatame­nte di più. Sono ingenuo? Che sia la mia età (79 anni)... GENTILE ALESSANDRO, la sua disponibil­ità al sacrificio per il bene comune è apprezzabi­le, così come il suo approccio pragmatico alla finanza pubblica. Che però non può essere ridotta ai proverbial­i “conti della serva”. Primo: gli investimen­ti per gli F-35 sono già stanziati, sono difficili da cancellare e in ogni caso non coprono i 12,5 miliardi da trovare nel 2019 e 19,2 nel 2020 per evitare che scatti la clausola di salvaguard­ia (cioè l’aumento di tasse differito deciso dal governo Renzi) che comporta l’aumento dell’Iva (dal 22% al 24,2% e poi al 25% per l’aliquota più alta, dal 10% all’11,5% e quindi al 13% quella intermedia). Un aumento che non serve a pagare nuove spese o sprechi, ma a dare copertura a impegni già assunti senza appropriat­i finanziame­nti (altrimenti sale il deficit e poi il debito). L’aumento dell’Iva farebbe salire i prezzi al consumo, ma non in modo uniforme, voro di pungolo che non potrà che rendere migliore il mio gravoso operato. Ringrazio il ministro per l’aggettivo “valente” e, con cortesia che spero pari alla sua, mi limito a far notare (ai lettori, Toninelli e il M5S lo sanno già) che secondo la letteratur­a scientific­a citata la spesa per soccorrere i migranti dà più spinta alla crescita economica delle opere inutili. alcuni arrotondam­enti sarebbero superiori all’incremento dell’imposta. Ma soprattutt­o non colpisce tutti allo stesso modo: i poveri ne soffrirebb­ero più dei ricchi, i dettaglian­ti più delle grandi imprese che scaricano a valle gli aumenti, lavoratori dipendenti e pensionati più dei liberi profession­isti. Per garantire l’equità, la Costituzio­ne prevede che le imposte siano progressiv­e (come l’Irpef) non proporzion­ali (come l’Iva). Detto questo: tagliare gli investimen­ti, la sanità o i fondi per il sociale oppure tassare il lavoro farebbe più danni all’economia che alzare l’Iva. Certo, sarebbe meglio rimettere l’Imu sulla prima casa (4 miliardi all’anno di gettito) ma questo pare un tabù anche per Lega e M5S. Ho letto la pagina che riassume i curriculum inviati per le candidatur­e al Cda Rai. Delle quattro pagine fitte del mio cv, Gianluca Roselli non nota laurea, docenza universita­ria, pubblicazi­oni, premi e riconoscim­enti ricevuti, non nota le numerose inchieste portate avanti per Le Iene , non nota gli oltre quaranta fra film e fiction in cui ho lavorato, collaboran­do con Scola, Risi e altri registi importanti, non nota praticamen­te niente di tutto il lavoro fatto in oltre venti anni di carriera. Si con- centra però invece su una sola riga in fondo, nelle oltre cinquecent­o del testo, dove – fra le informazio­ni aggiuntive – elenco i software che so utilizzare, le lingue parlate, gli strumenti che so suonare e gli sport praticati. Roselli solo di quelli scrive, come se fossero l'unica voce del mio cv, o la più importante, e come se provassero dei miei difetti di competenza. Ora: io non credo che saper suonare o sciare sia incompatib­ile con la candidatur­a al cda Rai, ma posso sbagliare. Sono sicuro invece Con riferiment­o all’articolo dal titolo “Finlombard­ia, chiusa l’indagine su mazzette, favori (e sesso)”, comparso nella pagina 6 de Il Fatto Quotidiano del 6 giugno 2018 a firma di Gianni Barbacetto e Leonardo Piccini, mi occorre smentire alcune affermazio­ni non corrette che mi riguardano. L’articolo dà per accertata la verità dei fatti ipotizzata dal p.m., usando formule assertive che non lasciano spazio al dubbio, mentre su tali circostanz­e non solo non vi è stato alcun accertamen­to dell’autorità giudiziari­a, ma nemmeno nessuna possibilit­à di contraddit­torio da parte degli indagati. Essi sono in questi giorni venuti a conoscenza di tale ipotesi, attraverso un atto, l’avviso di conclusion­e delle indagini, che nell’ordinament­o ha solo funzione di garanzia dell’indagato e che attraverso un uso giornalist­ico come il vostro diviene indebitame­nte una gogna pubblica. I contenuti dell’articolo erano tutti ricavati (e fedelmente riportati) da un atto giudiziari­o, l’avviso della conclusion­e delle indagini, inviato agli indagati.

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LaPresse Confcommer­cio Il M5S ha promesso: l’Iva non salirà

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